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autore: Autore: Andrea Brizzolari

5. Disponibilità, rapidità e senso del limite: una storia di accoglienza a Cascina Biblioteca

di Andrea Brizzolari

direttore Cooperativa Cascina Biblioteca (http://cascinabiblioteca.it) di Milano

Vi porto una piccola storia di accoglienza.

Cascina Biblioteca è una cooperativa sociale di Milano che da diversi anni si occupa di persone con disabilità, sviluppando una ricca serie di servizi e progetti. Progetti di residenzialità e progetti diurni, oltre l’autonomia abitativa, per il tempo libero e l’inserimento lavorativo. Infatti siamo anche giardinieri e, attraverso lo strumento della cura del verde, inseriamo le persone nel mondo del lavoro.

Cascina Biblioteca è anche un luogo, a Milano, una cascina di proprietà del Comune che in questi anni è rifiorita grazie al lavoro sinergico di diverse realtà del non-profit milanese: Anffas Milano, Fondazione Idea Vita, Consorzio SiR, Rotary San Donato e noi di Cooperativa Cascina Biblioteca; tutti insieme abbiamo investito energie, passione e risorse economiche per rendere Cascina Biblioteca un luogo capace di produrre inclusione sociale, al servizio della città, dando risposta ai bisogni di persone con disabilità.

Ci siamo trovati un giorno a ricevere una richiesta di aiuto tramite il Soccorso Rosa: ci veniva domandato di prendere in carico una giovane donna con disabilità che aveva anche una storia di abusi, subìti nel contesto familiare. Noi non ci eravamo mai occupati di situazioni di questo tipo, ma siamo rimasti molto colpiti da questa storia e quindi non ce la siamo sentita di girarci dall’altra parte. Come inchiodati di fronte a questa domanda di aiuto, abbiamo dato la nostra disponibilità. Tant’è che, dopo un paio di giorni dalla richiesta, abbiamo subito iniziato a lavorare con la giovane donna, inserendola in una delle nostre residenze. Ce ne siamo occupati in stretta collaborazione con il Soccorso Rosa e una volontaria che agiva in sinergia con la responsabile del Centro antiviolenza.

La giovane iniziava la sua giornata svegliandosi in uno dei nostri alloggi dove viveva con altre donne con disabilità intellettiva, arrivando poi in Cascina, dove frequentava un servizio e svolgeva una serie di attività diurne e lavorative. Ha manifestato presto una grande passione per gli animali e quindi abbiamo valorizzato questa sua inclinazione e l’abbiamo occupata in attività con i cavalli al maneggio, dove ha svolto anche attività in favore di altre persone. Manifestando una grande passione per i cani, abbiamo poi fatto sì che una volta alla settimana andasse a fare delle attività in un canile, prendendosi cura di un animale. Nel pomeriggio veniva coinvolta in ulteriori iniziative e verso sera tornava a casa, dove viveva la sua quotidianità, nell’appartamento semi-protetto che era diventata come casa sua e che condivideva con altre persone.
Ad agosto ha trascorso le vacanze al mare con il gruppo di Cascina Biblioteca.

Racconto tutto questo per dare un’idea immediata su come ci siamo resi disponibili a un’accoglienza concreta, mettendo a disposizione la varietà delle nostre attività, che si sono rivelate poi importanti pure per stabilire relazioni autentiche e incontri significativi. Ciò è stato possibile anche grazie alla generosità delle persone che lavorano nella nostra Cooperativa, che si sono messe fin da subito a disposizione, per accogliere nel migliore dei modi possibili questa persona.

Se dovessi individuare delle parole chiave di questa vicenda, direi sicuramente la parola rapidità: non sempre siamo così veloci, ma in questa circostanza sono stato contento perché abbiamo dato una risposta in modo molto rapido. Altra parola chiave è disponibilità: noi non avevamo nessun tipo di esperienza di persone con disabilità che avevano subìto una violenza, avevamo esperienza con persone con disabilità soprattutto di tipo intellettivo, però ci siamo ugualmente messi in gioco, gli operatori e coordinatori hanno tirato fuori una disponibilità incredibile, sono stati a disposizione di questa giovane donna anche fuori l’orario di lavoro.
Professionalità è un’ulteriore parola chiave. Abbiamo messo in campo tutta la nostra professionalità come operatori sociali, aprendo senza indugio la nostra cassetta degli attrezzi.

Infine, l’ultimo concetto chiave che citerei è il senso del limite. Noi sappiamo bene che non potevamo essere l’unica risposta per questa giovane donna con disabilità vittima di violenza, né lo volevamo essere, ma auspichiamo quello che sottolinea l’assessore Majorino: che a Milano si lavori per creare un ponte tra il mondo delle realtà che si occupano delle persone con disabilità e i centri che si occupano di violenza sulle donne, in modo da mettere insieme le risorse, sperimentando e provando così a immaginare, noi che ci occupiamo di disabilità, di allargare la gamma delle risposte che possiamo dare alle donne con disabilità, senza tirarci indietro quando sono vittime di violenza.