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autore: Autore: Fabrizio Montanari

4. Un sistema mutualistico per affrontare l’età anziana

Fabrizio Montanari è direttore di Coopselios e del Consorzio di cooperative sociali Quarantacinque e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Easycare, recentemente costituita a Reggio Emilia per proporre modelli innovativi di servizi socio-sanitari per la non autosufficienza.

Da quali idee e da quali istanze è nata l’idea della Fondazione Easycare?

Da un’analisi della popolazione anziana nel lungo periodo è emerso che il fenomeno dell’invecchiamento interessa principalmente i paesi industrializzati, e che non rappresenta una tipologia omogenea poiché un anziano attivo e autosufficiente ha necessità diverse da quelle di un anziano fragile ovvero dipendente dall’assistenza e dall’aiuto altrui. I dati evidenziano un significativo aumento della domanda di sostegno, assistenza e cura e l’esigenza di una profonda revisione nell’approccio stesso al sistema assistenziale in atto.

Quale tipo di attività ha svolto sin qui la Fondazione, e quale riscontro ha avuto nel tessuto sociale e istituzionale locale?

Fino ad oggi la Fondazione ha cercato di strutturare la propria compagine sociale per renderla forte e competitiva in diversi ambiti di attività, ma pur sempre restando in ambito mutualistico e di offerta di servizi alla persona. In particolare, la Fondazione eroga, tramite un Consorzio di Cooperative Sociali e i propri soci, i servizi offerti da Prontoserenità, un modello che fornisce diversi pacchetti di servizi, modulari e flessibili in base alle esigenze individuali, ciascuno corrispondente a diverse tipologie organizzate di prestazioni integrate.

Come descrivereste l’innovazione proposta dall’approccio della Fondazione all’assistenza ad anziani e soggetti deboli, rispetto alle attuali prassi e ad altri progetti in corso in altre aree d’Italia?

Il progetto Prontoserenità è innovativo perché si propone come social advisor per la promozione e il coordinamento di network solidali, con l’obiettivo di offrire risposte coerenti sia sotto l’aspetto economico che della tipologia del servizio richiesta, in risposta alle famiglie ma anche agli enti locali, in continua relazione all’evolvere degli operatori e dei servizi reperibili sul mercato. L’elemento fondamentale è rappresentato dalla diffusione di soluzioni e di una cultura di prevenzione e di mutuo-aiuto, che tende a evitare ogni forma di istituzionalizzazione precoce.

L’attività della Fondazione si rivolge in primo luogo agli utenti, ma anche agli enti locali. In che modo si integrano, nella vostra visione, gli apporti economici dei due tipi di soggetti all’assistenza?

La famiglia accede ai servizi attraverso il Comune che accredita il progetto Prontoserenità sul suo territorio. Prontoserenità prevede l’erogazione di diversi pacchetti di servizi, ciascuno corrispondente a diverse tipologie combinate di prestazioni. A ogni combinazione di servizi corrisponde un profilo diversificato dei bisogni socio-assistenziali. L’accesso a questi servizi è regolato dall’iscrizione al servizio dell’utente, a seguito della quale viene rilasciata una card nominativa con scadenza annuale; il costo della card varia in base alla tipologia di servizi che l’utente richiede. La famiglia può richiedere la card direttamente presso gli sportelli territoriali o tramite numero verde oppure dal sito internet. Una volta iscritto l’utente potrà usufruire dei servizi di base, tra cui i servizi di mutualità integrativa.

Quali soluzioni può apportare la vostra proposta a fronte delle prospettive di tagli nelle risorse pubbliche all’assistenza (non compensate da un aumento dei redditi disponibili dell’utenza reale e potenziale) combinate a un’incidenza crescente della popolazione in età anziana, e quindi del rischio di non autosufficienza?

La famiglia accede ai servizi attraverso casse autonome convenzionate di assistenza integrativa. La mutua, attraverso meccanismi di partecipazione propri, consente alla persona di svolgere un ruolo attivo nella tutela della propria salute.

Come vi proponete di conciliare la personalizzazione dei servizi offerti con la necessità di ricondurli a standard di processo e di prodotto uniformi per garantire equità nei diritti degli utenti?

Attraverso l’erogazione di pacchetti personalizzati in base all’esigenza del bisogno espresso dalla persona, che integrano servizi differenziati – dall’assistenza domiciliare al telesoccorso, dalla domotica all’assistenza personale familiare.

Ritenete che le vostre proposte siano esportabili in altri contesti locali che attualmente hanno un livello di servizi inferiore a quello emiliano, e possano contribuire a costruire una migliore rete di assistenza?

Sì, poiché il progetto è strutturato in modo da potersi adattare alla realtà in cui opera, cercando interlocutori interni ed esterni per una erogazione del servizio efficace ed efficiente. Il progetto si sta infatti sviluppando in diverse città del Centro-Nord, come Milano, Parma, Torino, Pistoia, Piacenza e Venezia.