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autore: Autore: Fabrizio Rigotto

11. Un’avventura solo per ipovedenti? Un viaggio a piedi da Bologna a Firenze

di Fabrizio Rigotto, Club Alpino Italiano Bologna Est

Dal 21 al 29 maggio un gruppo di persone ipovedenti, assieme agli accompagnatori di escursionismo del gruppo territoriale CAI Bologna Est della sez. CAI “Mario Fantin” di Bologna, hanno percorso a piedi i 120 km del cammino della Via degli Dei, calpestando così le strade e i sentieri che, svalicando l’Appennino, uniscono Bologna a Firenze.
Una sfida avente come armi solo un paio di scarponi ai piedi e uno zaino pesante sulle spalle, al fine di promuovere la mobilità degli ipovedenti, diffondendo la conoscenza e la comprensione dell’ipovisione e i problemi legati alle malattie degli occhi, con particolare attenzione all’accessibilità. L’idea s’inserisce all’interno della campagna #YellowTheWorld, ingiallire il mondo, attraverso la quale l’associazione NoisyVision si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica colorando idealmente il mondo di giallo, poiché questo è il colore che persone con problemi di vista riescono a vedere meglio. I maestri compositori di quest’avventura sono due persone dal grande carisma, Dario Sorgato e Donato Di Pierro, entrambi ipovedenti, entrambi legati dalla stessa passione per l’escursionismo, entrambi capaci di muovere e incoraggiare gli animi delle persone che incontrano sul loro cammino.

Qui inizia l’avventura
L’organizzazione di Dario e Donato è partita molti mesi prima, poiché non è semplice costruire da zero un’iniziativa così complessa. E quasi casualmente, proprio nel momento di decidere le tappe del percorso, nasce anche la collaborazione con il gruppo territoriale CAI Bologna Est, collaborazione che sarà il preludio di un’amicizia tanto forte quanto inaspettata.
Il gruppo così composto decide di percorrere i 120 km del tracciato in nove giorni, durante i quali la parola d’ordine sarà camminare per quasi tutta la giornata. Il giorno prima di iniziare il cammino tutto il gruppo si riunisce a Bologna e si conosce per la prima volta, tra l’euforia della sfida e la tensione della partenza; per gli organizzatori tutto è pronto, hanno nella mente tutto il percorso, i punti di ristoro, le lunghezze e le altimetrie delle tappe, ma ancora non conoscono quali saranno le vere difficoltà da affrontare.
Si parte da Bologna il 21 maggio, con il sole caldo e alto nel cielo, con le note gioiose della Banda Rossini di Bologna e con la “gialla compagnia” che attraversa il centro del capoluogo emiliano donando alla città un nuovo colore, ovviamente giallo, e un’allegria coinvolgente. Anche perché il gruppo di camminatori è composto da persone provenienti da tutta Europa (Finlandia, Islanda, Irlanda, Germania, Olanda, Spagna e Italia) che fin dal primo giorno riescono a unire con incredibile naturalezza i diversi bagagli culturali che portano ognuno nel proprio zaino.
Passata Bologna si prosegue sulla sponda del fiume Reno; qui il percorso sembrava non presentare particolari problematiche, ma il fango ha reso il fondo estremamente scivoloso, e questo particolare tecnico cambia completamente la difficoltà di questo tratto e i tempi previsti di percorrenza. Siamo all’inizio dell’avventura e il pensiero che si possa trovare questo tipo di fondo anche nei giorni successivi fa apparentemente preoccupare il morale degli organizzatori. Già, apparentemente, perché i ragazzi della gialla compagnia sfoderano una straordinaria capacità di ribaltare le situazioni avverse, affrontando le difficoltà con grande determinazione e forza di volontà.
Questo è lo spirito che ha accompagnato il gruppo per tutto il cammino, uno spirito travolgente che non ha risparmiato nessuno tra i partecipanti. Chiunque si sia unito al cammino, o abbia semplicemente salutato il passaggio dalla propria porta di casa, è stato travolto da un’onda gialla di gioia e di voglia di non mollare mai!
Il percorso prosegue, giorno dopo giorno, inerpicandosi tra i sentieri appenninici, col bosco a fare da timido compagno di viaggio e con le ginestre gialle in fiore a colorare e salutare il passaggio della compagnia. Si passa per Monzuno, Madonna dei Fornelli, si calpesta il selciato dell’antica strada romana fino ad arrivare al Passo della Futa. Poi, svalicato il passo appenninico, giù in picchiata verso Sant’Agata e San Piero a Sieve, nel cuore del verde Mugello. In quest’ampio tratto ci sono state tappe più semplici e percorsi più tecnici, salite faticose e discese anche con forti pendenze. Ma ogni passo è stato percorso mettendo nelle gambe una forza prorompente, che se nei primi giorni era l’espressione del carattere di ogni persona, pian piano è diventata il carattere unico di un gruppo compatto e determinato, unito nella sfida e anche nella gioia. Dal Mugello il gruppo prosegue per il Santuario di Monte Senario, da dove s’intravede Firenze per la prima volta… Allora il cuore inizia a battere forte, la sfida assume il volto della vittoria, e l’emozione non lascia trattenere le prime lacrime. Domenica 29 maggio la gialla compagnia attraversa Firenze sotto la pioggia e conclude la propria avventura in Piazza della Signoria. Le gocce di pioggia si confondono con le lacrime di gioia. È stata un’avventura vera: vera nelle difficoltà, vera nei sentimenti, vera come la forza che ha unito ogni partecipante, vera e unica come la natura compagna di tutto il viaggio. E alla fine, oltre a tutto questo, rimane nel cuore, come un grande insegnamento lasciato in eredità, la capacità di trasformare la complessità della vita in occasioni da saper cogliere, unendo sempre coraggio e forza di volontà senza mollare mai!

Dalla fine al principio

di Donato Di Pierro, NoisyVision, Retina Italia Onlus

Ero in camera, a sistemare un po’ di documenti della camminata. Ho preso tutto il fascicolo dell’avventura, raccolto dentro una cartellina, ovviamente gialla. Patrocini, delibere comunali, tonnellate di e-mail per organizzare i pernottamenti e le varie tappe… Stavo riguardando quei fogli quando ecco che salta fuori all’improvviso lui: L’ATTESTATO.
Un foglio di cartoncino giallo e nero con il logo del CAI, di NoisyVision e di Retina Italia Onlus che certifica la partecipazione dei miei piedi alla traversata da Bologna a Firenze che ha, ancora una volta, cambiato la visione che avevo della mia patologia e del mondo dei Visually Impaired, ovvero noi ipovedenti e non vedenti. E in quell’istante è stato come rendersi conto di essere definitivamente tornati alla realtà. Nei giorni successivi all’avventura ho sempre avuto una parte di me come spiritualmente distaccata dal corpo. Avevo la testa e un pezzo di cuore sui sentieri che una volta furono percorsi dai Romani.
Più volte il profumo dolce delle ginestre odorose è stato rievocato dalla mia memoria, e puntualmente mi sono girato nella ricerca di quella cornice gialla fiorita che per tutto il viaggio ha circondato il gruppo di coraggiosi avventurieri che ho avuto al mio fianco.
Ripensando a quelle giornate sull’Appennino mi sono più volte chiesto se fosse stata tutta una bolla, quell’esperienza, o se la vera bolla in cui viviamo senza rendercene conto è in realtà il nostro quotidiano, cui siamo oramai troppo abituati. Tante, forse troppe emozioni ho collezionato, infilando un passo dietro l’altro mentre seguivo le impronte dei miei nuovi amici. Il ricordo che conserverò di quest’avventura è il senso di grande libertà e serenità che mi ha pervaso a ogni passo, in ogni minuto. Avevo intorno persone di nazionalità diverse, ma per tutto il tempo ho percepito la totale assenza di limiti spaziali. Tutti insieme uniti dalla stessa voglia di condivisione, alla scoperta delle nostre essenze. Mi sono sentito uguale a ognuno di loro, pervaso da un senso di umanità che, temo, nel nostro mondo si sta perdendo sempre di più…