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autore: Autore: Iader e Tatiana Vitali

9. Una piccola grande indipendenza

di Giuseppina Testi, Iader e Tatiana Vitali

Giuseppina, Iader e Tatiana. Una coppia di genitori e una figlia, ormai adulta, ci hanno raccontato l’importanza di rendere il gioco libero e il più possibile autonomo anche per i bambini che hanno una disabilità e di tutti gli aggiustamenti, tecnici e creativi a un tempo, che hanno reso possibile a Tatiana giocare come, e insieme a, gli altri bambini.
Si può ritrovare la loro esperienza in: Tatiana Vitali, Rita Mastellari, Francesco Ganzaroli, Giuseppina Testi, Iader Vitali,
Impossibili possibilità, Erickson, Trento, 2013.

Giuseppina
Sono la mamma di Tatiana e, in tutti questi anni, avendo avuto una figlia con tetraparesi spastica, ho cercato attraverso il gioco di darle tante possibilità. So che la prima cosa che fa un bambino quando nasce è conoscere l’ambiente, il mondo circostante, attraverso il corpo. Man mano che cresce e passano i mesi e gli anni il bambino amplia la sua conoscenza attraverso il gioco.
Ovviamente Tatiana non ha potuto fare questo perché la sua mobilità glielo impediva. Sapevo che attraverso il gioco le potevo dare l’occasione di fare delle esperienze, conoscere l’ambiente, toccare e sperimentarsi con tutto quello che c’era intorno a lei. Diversamente, un bambino con una difficoltà come la sua poteva essere molto limitato.
Ho cercato fin dall’inizio, da quando era molto piccola, di darle l’opportunità di toccare, di conoscere, le parlavo moltissimo e, attraverso alcuni semplici giochi, cercavo di farle fare esperienza. Sapevo che la conoscenza del gioco, il giocare, è molto importante per la crescita del bambino, per il suo sviluppo intellettivo, per il linguaggio, per la sua autostima. Poter giocare permette di staccarsi dalla madre, i primi giochi permettono il distacco fra la madre e il figlio. Ho cercato sempre, attraverso tanti giochi, di darle questa opportunità, di darle il piacere di giocare. Lo facevamo tutto il giorno, anche attraverso la fisioterapia (e lei ne faceva tanta) in modo che questo diventasse per lei parte di un conoscere il mondo. Attraverso le mie mani ovviamente, però così le davo l’opportunità di poter toccare, poter sperimentare, anche se forse in forma limitata, però sicuramente ho cercato tanto di farle conoscere tutti i giochi, di giocare con lei, di darle la soddisfazione di giocare. Poi ha cominciato a incontrarsi con le amichette e giocavano insieme. Tutto questo è stato possibile attraverso i giocattoli che compravamo: tutti i giocattoli che lei poteva toccare sono stati modificati da mio marito.

Tatiana
Sono un’educatrice animatrice del Progetto Calamaio della Cooperativa Accaparlante, penso che il gioco sia un’attività libera, ma per i bambini con la mia disabilità non è sempre facile giocare liberamente! Nel mio caso è stato possibile grazie a mio padre che ha inventato e creato degli ausili adatti alla mia disabilità che mi permettevano di giocare autonomamente.

Iader
Sono il papà di Tatiana e, come ha appena spiegato mia moglie, posso dire che siamo sempre stati consapevoli del fatto che il gioco per i bambini è un’attività molto molto importante, che stimola anche le loro capacità intellettive e quindi ci è sempre interessato. Quando è nata Tatiana (siamo nei primi anni ’80) non c’erano giocattoli nati con l’idea di poter essere usati da bambini con difficoltà motorie. Mi rendevo conto che Tatiana faceva molta fatica a usare i giocattoli normalmente in commercio quindi ho cominciato a pensare come poterli modificare in maniera da renderle possibile la presa con una sola mano e darle la possibilità di poter giocare anche autonomamente, senza aver bisogno di dipendere dalla mamma, dal papà o dalle amichette. Così sono nate varie idee e ci siamo resi conto che Tatiana ha sviluppato anche la capacità di giocare da sola, non aveva bisogno di essere guidata ma inventava giochi, come vedevamo fare dalle sue amichette. Prima di questi piccoli interventi tecnici lei non riusciva a farlo! E così per parecchi anni questa mia voglia di modificare i giocattoli le ha consentito una piccola grande indipendenza.
Voglio presentarvi alcuni giocattoli che ho modificato o che ho costruito ex novo.
Intanto, un gioco di simulazione costruito con le mie mani: insieme a Tatiana e ai nostri amici abbiamo sempre fatto le vacanze in gommone, in giro per i mari della Croazia così ho pensato di ricostruire in piccolo il nostro contesto abitativo. Non era semplice costruire un gommone così l’ho sostituito con una zattera sulla quale ho collocato alcune piccole bambole che rappresentavano Tatiana sulla sua seggiolina e noi genitori.
Poi ho messo la tenda, alcuni piccoli giochi, l’armadio, e così lei ha potuto giocare simulando la nostra vita di campeggio nautico.
Cicciobello. A tutti i bambini piace giocare con le bambole ma per Tatiana era difficile tenerle strette così ho applicato sulla schiena del suo amato Cicciobello uno di quei classici fermalibri di metallo facendo in modo che il bambolotto restasse seduto. Poi, per permetterle di azionare il pulsante che lo faceva piangere e che lei non era in grado di spingere, gli ho applicato una leva sulla schiena.
Il gioco dei timbri. A Tatiana piacevano molto ma non riusciva ad afferrali per il tipo di impugnatura né a colorare le immagini stampate perché erano troppo piccoline e lei aveva dei movimenti piuttosto incontrollabili, data la sua spasticità. Così ho applicato sopra ai timbri dei prolungamenti di legno, delle specie di protesi, in maniera che lei potesse afferrarli, intingerli nell’inchiostro e stamparli sulla carta. Poi noi facevamo ingrandire questi fogli con le stampe, in modo che lei potesse colorare le immagini restando nei margini di queste figure molto più grandi di quelle degli stampini. Abbiamo riempito letteralmente la casa delle sue opere d’arte!
La dama. Avevamo una comunissima dama con pedine calamitate però Tatiana non riusciva ad afferrarle perché erano troppo piccole. Così sono riuscito a trovare un gioco simile ma con le pedine degli scacchi e le ho incollate sulle pedine della dama in maniera che lei riuscisse ad afferrarle con due dita, che ce la facesse in qualche modo a prendere queste microscopiche pedine. Questo gioco ci ha seguito durante tutte le vacanze, io e Tatiana abbiamo fatto tantissime partite e, debbo essere onesto, a un certo punto ho cominciato a schivare questi impegni di gioco perché fondamentalmente a me non piace perdere e con Tatiana invece mi succedeva spesso.