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autore: Autore: Monica Palmieri

10. Per un turismo accessibile nei parchi e nelle colline di Bologna

di Monica Palmieri, Settore Marketing Urbano e Turismo del Comune di Bologna

Ci occupiamo ogni anno dell’organizzazione del trekking urbano
(http://www.bolognawelcome.com/trekkingurbano) quindi, limitatamente a questo evento, organizziamo in collaborazione con delle associazioni locali e delle istituzioni, dei percorsi che vogliamo siano anche accessibili. Fino all’anno scorso avevamo, grazie alla collaborazione con l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, delle iniziative accessibili per non vedenti e ipovedenti; da quest’anno abbiamo tentato di aprirci a un altro mondo, a un altro tipo di disabilità. Siccome per i turisti siamo abituati ad adottare soluzioni che quelli del settore chiamano tailor made, cioè quelle iniziative tagliate su misura a seconda dei propri interessi e delle proprie esigenze, a maggior ragione riteniamo che nel mondo della disabilità ci voglia quest’attenzione particolare. Questo è un esperimento perché noi non ci occupiamo di servizi sociali e di servizi per persone disabili nella vita di tutti i giorni, ma nel nostro piccolo questo potrebbe essere un punto di partenza anche per tante altre cose perché ci rendiamo conto che questa città ha molto da migliorare e da imparare.
Con il CAI di Bologna abbiamo cominciato dalle piste ciclo-pedonabili, poi chiaramente si tratterà anche di coinvolgere gli altri settori del Comune di Bologna. In questa prima iniziativa, che abbiamo chiamato “Paratrekking lungo il canale di Reno”, abbiamo percorso la ciclo-pedonale lungo il canale Reno, dallo stadio fino al parco Talon. Il percorso, lungo 4 km, prevede un tempo di percorrenza di tre ore ed è stato testato da un architetto specializzato dell’Associazione GArBo – Giovani Architetti Bologna insieme a una ragazza in sedia a rotelle per verificarne l’agibilità. Le persone con disabilità hanno potuto partecipare al trekking sia da sole, sia con un accompagnatore.
Cominciamo da qui, cioè un timido inizio, ma che sia un inizio davvero, in vista di futuri sviluppi. Poi chiaramente il CAI avrebbe in mente di rendere accessibili anche questi sentieri sulla prima collina che hanno aperto negli ultimi anni, sentieri di raccordo fra la città e la collina. D’altronde per raggiungere la collina a noi basta buttare l’occhio fuori della porta, è veramente vicina, ricca di emergenze architettoniche e naturalistiche. L’obiettivo sarebbe questo, però ovviamente dobbiamo pensare a un progetto che si sviluppi negli anni, non sono tempi brevi. Bisogna impegnarsi e prepararlo.
Penso si possa lavorare molto sul turismo accessibile, perché ritengo che ci siano ancora troppe poche offerte a fronte di una richiesta molto ampia. Questo può essere un inizio, poi si potrebbe pensare per esempio a percorsi multisensoriali. In “Paratrekking lungo il canale di Reno” ci siamo mossi nello spazio, però sarebbe interessante anche pensare a percorsi che non siano necessariamente aperti soltanto a persone con disabilità, ma che siano inclusivi, come nel caso dei percorsi accessibili per non vedenti: la loro ricchezza è proprio nel confronto continuo tra chi ha la fortuna di vederci e chi no.