Parola di madre. Adottare un bambino disabile
Angelo è un bambino down nato in un ospedale napoletano; i suoi genitori non se la sono sentita di portarselo a casa e hanno deciso di abbandonarlo.La notizia, assai ghiotta per le cronache
Angelo è un bambino down nato in un ospedale napoletano; i suoi genitori non se la sono sentita di portarselo a casa e hanno deciso di abbandonarlo.La notizia, assai ghiotta per le cronache
Ogni minore ha diritto di vivere nella propria famiglia d’origine e, in assenza di questa, in una sostitutiva, affidataria o adottiva. Questo diritto vale anche per i minori disabili o per i sieropositivi
Adottare un bimbo disabile è senz’altro una scelta particolare. E’ opinione comune che le persone che si avventurano su un cammino così accidentato siano provviste di doti particolari oltre che di ferrei principi morali, religiosi o politici. L’insieme di queste cose le spingono, quasi loro malgrado, ad assumersi responsabilità che potrebbero più comodamente declinare. In realtà le storie delle nostre adozioni non parlano di genitori votati al martirio, nè di esistenze annullate nel servizio del prossimo.
Un affidamento o un’adozione di un bambino “diverso” non può riuscire fidando solo sulla disponibilità della famiglia; è anche indispensabile una rete di rapporti umani e sociali intorno ad essa che arricchiscano la vita del nucleo familiare e impediscano che esso sia costretto a vivere nell’isolamento.