Vi confesso che ero un po’ scettico, quando in maggio mi hanno chiesto di organizzare per venerdì 13 ottobre, la Prima giornata paralimpica Nazionale, e ora vi spiego il perché. Innanzitutto il giorno, un venerdì, una giornata lavorativa, nella mattinata, quando i bolognesi, oltre che dalla routine del lavoro, sono attratti dal mercato della Montagnola. In più mi chiedevo: come possiamo far venire i nostri atleti, se anche loro sono impegnati a scuola o al lavoro? Ci avevano chiesto di fare le dimostrazioni sportive nelle piazze principali, visto che lo scopo principale era la visibilità, e pensavo quanto fosse complicato ottenere Piazza Maggiore da parte dell’Intendenza dei Beni Culturali, per sistemare tutte le nostre attrezzature. E poi c’era l’incognita del tempo, il 13 ottobre poteva già essere pieno inverno e la pioggia avrebbe spento tutta la nostra passione sportiva, relegandoci in qualche struttura periferica, dentro un palazzetto. Questa iniziativa fa parte di un programma nazionale, che comprende altre sei città italiane: Roma, Torino, Palermo, Bari, Assisi e Padova, nell’ambito di un progetto più ampio dal nome “Il cuore che illumina lo sport”, una collaborazione tra CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e l’associazione Enel Cuore Onlus. Visto che la manifestazione si svolgeva nella mattina di venerdì, sarebbe stato fondamentale la partecipazione delle scuole bolognesi, e visto che l’organizzazione era a carattere regionale, di tutte le scuole dell’Emilia Romagna. Bocciata l’idea di svolgere le gare in Piazza Maggiore, una persona dell’organizzazione mi ha suggerito di fare comunque un corteo in sfilata dalla Piazza con i nostri atleti e gli alunni delle scuole, per raggiungere i Giardini Margherita, luogo della manifestazione. Erano quasi le nove, quando mi sono affacciato sul “Crescentone”, accompagnato da un pulmino dell’Esercito, utilissimo partner della manifestazione, un timido sole incoraggiava la nostra manifestazione, si intravedevano le prime classi; ecco stava per iniziare una giornata speciale. I volontari della Protezione Civile distribuivano magliette con la scritta “Il cuore illumina lo sport”, e io iniziavo a pensare a come organizzare la sfilata che ci avrebbe condotto ai Giardini per l’inizio della manifestazione. Il nostro corteo vedeva gli atleti in testa, alcuni in carrozzina, altri indossavano già il proprio kimono, in mezzo a loro gli atleti professionisti della Zinella, con le loro tute arancione a guidarci, dietro le scuole con in testa lo striscione dell’ITC Salvemini di Casalecchio e dietro le altre scuole e poi gli altri. C’erano anche la RAI e i giornalisti, la Banda, i vigili in testa, tutti intorno si chiedevano cosa stava succedendo e io l’onore di far partire il corteo. Stavo attraversando le vie principali della mia città, non mi rendevo bene conto, ma le persone ci guardavano, ci ammiravano, non so se capivano bene chi eravamo e perché eravamo lì. Il sole diventava sempre più alto e più forte, il tempo mi sembrava fermo, era strano stare al centro della strada a volte fermo, per l’incedere lento del corteo, fermo dove di solito bisogna correre per evitare di essere travolto dalle macchine e Bologna lì testimone del nostro passaggio. Quando siamo arrivati ai Giardini il sole splendeva sui nostri campi di gara: il tatami per gli atleti del judo, la pedana della scherma, il circuito del tandem, il campo del tiro con l’arco e i campi da tennis, basket, pallavolo e hockey e le autorità ci aspettavano sul palco per dare il via ufficiale alla manifestazione. L’inno di Mameli ufficializzava l’inizio delle gare, ora era solo questione di fatica, sudore e divertimento, toccava ai nostri campioni e ai ragazzi delle scuole. Tutto è andato benissimo, è stata una grande festa e io forse per la prima volta ho sentito che eravamo sportivi come gli altri e con gli altri! Ecco cosa mi ha detto Fabrizio che ha partecipato con me a questa Prima Giornata Paralimpica:
“L’idea di invitare le scuole a questa prima giornata paralimpica è stata significativa da parte del CIP, perché la scuola può essere un serbatoio importante al quale attingere affinché sempre più ragazzi disabili si avvicinino alla pratica sportiva. Tra le varie discipline convenute alla manifestazione, era presente anche il wheelchair hockey (hockey su carrozzina elettrica) con alcuni atleti della squadra di Bologna, fra cui il sottoscritto, uno della squadra di Ancona e uno di Milano, che hanno dato vita a una esibizione mista tre contro tre. Il match, risultato molto combattuto ed equilibrato, è terminato con un pareggio: 4 a 4. Purtroppo, non essendo al completo né la squadra di Bologna né una squadra sfidante, non è stato possibile svolgere una regolare partita, che avrebbe previsto cinque giocatori per ogni formazione.
Le esibizioni dell’hockey e del basket in carrozzina si sono svolte nel Playground dei Giardini Margherita. La maggior parte del pubblico era composta dagli studenti di alcune scuole medie inferiori e superiori di Bologna, che hanno attivamente partecipato col loro tifo. È stato molto bello sia essere presente a questa manifestazione come uno dei protagonisti della dimostrazione di wheelchair hockey, che aver visto il pubblico partecipare con interesse ed entusiasmo a questa particolare iniziativa, dimostrando così un apprezzamento francamente inaspettato”.
Non sono riuscito a sentire tutti, ma molti sono rimasti contenti e ci saranno cose da migliorare, quello che so è che con questa giornata si è aggiunto qualcosa per essere nel mondo dello sport, che non siano solo i riflettori delle Paralimpiadi… la meta è sempre più vicina!

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