La lettura riveste un ruolo primario fra i vari insegnamenti disciplinari; lo scopo è quello di consentire al bambino di interpretare la realtà e di poterla leggere con “la propria lente di ingrandimento”. Durante i primi due anni di scuola primaria, il bambino acquisisce la capacità di codifica e le regole di conversione fonema-grafema. In questo lungo percorso la maggior parte di essi diventa padrone della strumentalità della letto-scrittura, altri faticano, non riescono, confondono facilmente le lettere orientate diversamente nello spazio, commettono errori evidenti nella scrittura di parole che contengono suoni simili: la lettura appare deficitaria e stentata e gli scritti contengono numerosi errori. I fallimenti che si perpetrano a lungo finiscono per svilire tutte le forze del bambino, innescando un meccanismo di avversione e demotivazione per la lettura e col tempo anche per la scuola. La non automatizzazione del processo di lettura si ripercuoterà negativamente nella sfera degli altri apprendimenti impedendo così al bambino di imparare. Diventa ancora più grave adattarsi, visto che la trasmissione di informazioni e notizie si esplica essenzialmente nei codici scritti. La scuola, quale agenzia educativa e di socializzazione, è chiamata a costruire percorsi individualizzati e personalizzati che permettano a ciascuno di rafforzare la propria identità e di costruire percorsi autonomi, realizzando e perseguendo il proprio percorso di vita, rispettando le proprie inclinazioni e le passioni che muovono il nostro agire quotidiano. Il poter pensare a un progetto di vita e a mettere in moto le idee e le azioni presuppone una riflessione sulle condizioni sociali e culturali che permettano a ciascuno di avanzare ipotesi più o meno operative, circa la fattibilità del proprio percorso di crescita. Un progetto di vita nasce dal connubio di sentimenti, aspettative e di prospettive possibili. Ma le singole prospettive possono intravedersi nell’immaginario di un soggetto con DSA (Disturbo Specifico d’Apprendimento) o portatore di una disabilità, solamente se vengono a crearsi dei raccordi fra le varie agenzie educative e di socializzazione e, non ultimo, le normative che tutelano i soggetti in difficoltà. “Costruire […] un sistema formativo integrato di scuola-formazione-lavoro, in cui venga superata la centralità solitaria della scuola, per sostituirla con la valorizzazione dell’apprendimento in tutti i contesti e lungo l’intero arco della vita, è una sfida doverosa, urgente, prioritaria” .
Educare vuol dire anche costruire contesti adeguati di apprendimento in cui ognuno diventi attore delle proprie idee e scelte e venga valorizzato e accolto nella sua intrinseca diversità, irripetibilità e non emarginato perché portatore di un problema o disabilità. Il primo passo che consenta agli educatori di costruire contesti di apprendimento esperibili è una diagnosi tempestiva che dia il nome a una costellazione eterogenea di disturbi. I servizi Socio Sanitari e la scuola aiuteranno così il bambino a riflettere sui punti deboli e di forza, operando una analisi metacognitiva che consenta successivamente di attuare un percorso abilitativo, idoneo alle tipologie di errori presenti. Per ottenere una collaborazione più incisiva tra scuola e servizi, l’Associazione Italiana Dislessia, in questi ultimi anni, ha avviato una campagna di sensibilizzazione, affinché a livello normativo, venissero tutelati tutti i bambini con DSA, attraverso misure preventive. Con la circolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 05/10/04, sono state emanate iniziative per tutelare i bambini con Dislessia e permettere loro di costruire un percorso di crescita autonomo, senza contraccolpi che leniscano la propria dignità. La normativa prevede, infatti, l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi; gli strumenti compensativi costituiscono l’insieme di dispositivi elettronici e non che consentono al bambino di poter usufruire di informazioni e conoscenze evitando sforzi eccessivi nella lettura. Tra gli strumenti Compensativi, il MIUR indica:
• Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri.
• Tavola pitagorica.
• Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche.
• Calcolatrice.
• Registratore.
• Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale.

Per strumenti Dispensativi intendiamo l’insieme di regole e norme che permettono al bambino con DSA di poter usufruire di tempi più lunghi, per svolgere un compito o per eseguire una verifica finale.
Tra gli strumenti Dispensativi il MIUR indica:
• Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline.
• Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta.
• Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa.
• Organizzazione di interrogazioni programmate.
• Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma.

Una diagnosi tempestiva che definisca l’entità del disturbo rappresenta indubbiamente una carta vincente per il successo formativo del bambino. L’individuazione precoce permette di attuare interventi logopedici e di poter usufruire degli strumenti Compensativi e Dispensativi. Tra le misure di trattamento ricordiamo l’uso del personal computer, ovvero l’impiego di programmi di videoscrittura, per consentire al bambino dislessico di ottenere un livello di correttezza ortografica simile a quella dei coetanei. Il correttore ortografico, inoltre, assume una valenza positiva a livello motivazionale, riattivando la percezione di autoefficacia e di competenza accompagnata dalla voglia di scoprire.

Dislessia: alcuni esempi operativi
La difficoltà più persistente che accompagna il percorso del bambino dislessico riguarda la capacità di effettuare l’analisi fonologica della parola. Affinché i bambini comprendano il meccanismo del principio alfabetico è indispensabile percepire la parola come un continuum di suoni. Per consapevolezza fonologica intendiamo la capacità di riconoscere i fonemi che compongono una parola e di individuarne il suono iniziale e finale. È proprio la consapevolezza fonemica che aiuta i bambini a leggere le parole e a scriverle correttamente. Con bambini con DSA è possibile avviare attività di segmentazione della parola per far acquisire la consapevolezza che la lingua è costituita da un insieme di suoni che si susseguono e che danno vita alla parola.

• Per facilitare l’acquisizione della segmentazione della parola si può creare un’immagine bersaglio che contiene un suono iniziale, accompagnato da altre immagini; il bambino dovrà riconoscere le immagini ed elencare quelle che contengono il fonema del bersaglio. Si può anche richiedere la trascrizione della parola, o attraverso lettere mobili, o costruite con il pongo. Gli esercizi possono proseguire richiedendo al bambino l’individuazione del fonema finale o centrale della parola. Per facilitare l’identificazione dei fonemi si possono per esempio battere le mani, proporre stimoli visivi (lettera-suono) o altro materiale sonoro.

• Le parole in rima sono quelle parole che finiscono con la stessa sillaba (pacco, tacco,…). Si possono proporre anche delle filastrocche, canzoni supportate anche da materiale audiovisivo.

Costruzione di parole partendo dalle sillabe. Questi esercizi aiutano il bambino ad acquisire, il concetto di fusione fonemica, indispensabile per giungere a una lettura corretta della parola.

• Gli esercizi di analisi meta fonologica sono di fondamentale importanza per acquisire la corretta codifica di parole con digrammi, trigrammi o parole che presentano suoni simili. Da una parola iniziale, per esempio a(g)lio, si chiederà di individuare il fonema assente. Questo esercizio richiede al bambino un’attenta analisi fonologica della parola e la ricerca del suo significato.

• Altri esercizi per acquisire la consapevolezza meta fonologica riguardano:
– l’uso dell’ultima sillaba, per formare parole nuove (novembre-bretelle);
– togliere la sillaba finale da una parola e ripetere quella ottenuta (portone-porta);
– aggiungere una sillaba finale e ripetere la parola ottenuta.(mani-maniglia).

• La sintesi fono-sillabica propone liste di parole che non presentano una corretta sequenza fonema grafema; si chiederà dunque, di ricostruire la sequenza corretta.

• Infine si possono proporre esercizi semantico-lessicali, per ampliare il vocabolario del bambino. Si presentano liste di parole, e si chiede di individuarne i sinonimi.

In ambito educativo esistono molteplici esempi per aiutare i bambini con disabilità cognitive. Diagnosi tempestive, metodologie individualizzate e normative che tutelano i soggetti in difficoltà, non annullano i disturbi del soggetto, ma possono aiutarlo a costruire un percorso di crescita, un progetto di vita che valorizzi, e non mortifichi, le aspirazioni e attitudini.