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Noi genitori

Siamo i genitori di una ragazzina di 15 anni affetta da epilessia dall’età ditre anni. Essere genitori è una cosa meravigliosa, crediamo per tutti; perquelli come noi, anche se a tanti sembrerà strano lo è doppiamente, infatti imodelli che ci vengono proposti dalla selvaggia diffusione del consumismodovrebbero farci reinventare questo "mestiere" in un periodo in cuigenitori e figli quasi si ignorano o si cercano senza trovarsi. Michela, nostrafiglia, ha avuto ed ha tuttora un ruolo determinante nelle riscoperte di questivalori.
Parecchi anni ormai sono trascorsi da quando i medici ci hanno informato dellasindrome che aveva colpito Michi, noi eravamo molto giovani, completamenteimpreparati a questa evenienza; pensavamo che queste cose accadessero solo aglialtri, ma perché poi solo agli altri? Tuttavia la nostra parola d’ordine fusubito: deve guarire.
Per Michi è iniziato il lungo calvario di esami, consulti, controlli.Completato l’iter diagnostico restava da risolvere per la nostra famiglia ilproblema di accettazione.
Michi fisicamente cresceva bene ma psichicamente restava e resta sempre unabambina. Certamente è stato difficile ed abbiamo camminato insieme a lei,lentamente, abbiamo cercato in tutti i modi di capire il perché di certicomportamenti. Spesso abbiamo sicuramente sbagliato nel volere a tutti i costicercare una risposta ma in fondo noi genitori commettiamo, nel volere a tutti icosti che i nostri figli crescano a nostra immagine e somiglianza, gli stessierrori che hanno commesso i nostri genitori. Quando nasce un figlio vorremmovedere realizzati i nostri sogni che sono bruscamente riportati alla realtà sequesto figlio è handicappato e maggiormente se lo è psichicamente. Il nostrocompito di genitori è diventato oggi sempre più difficile: Michi è ormai unabella ragazzina, l’abbiamo accettata per quello che è consentendole di viverein mezzo agli altri, però noi non possiamo sostituirci ai suoi amici e speriamoche Michi mantenga a lungo e consolidi queste amicizie. Noi oggi abbiamo il difficile compito di costruire il futuro diMichela e da soli non potremo fare molto anche perché pensiamo che la societàdovrebbe prendersi verso questi ragazzi molte più responsabilità. Èmortificante scoprire che il più delle volte sono riconosciuti solo come"diversi". Michi ora ha terminato la scuola dell’obbligo dove bene omale era inserita, anche se solo fisica-mente, cioè con concessioni solopietisti-che, ed ora non sappiamo che cosa ci riserva il futuro.
Questo è il grosso problema che ci angoscia: a 15 anni Michela non è inseritain una struttura idonea, che ne sarà quando noi non potremo più occuparci dilei, quando non ci saremo più? Il compito di tutti noi genitori però è quellodi non mollare mai! Anche se spesso abbiamo la sensazione che ci prendano ingiro queste inesistenti istituzioni; purtroppo abbiamo tanto bisogno deglialtri, ma le umiliazioni e i no sono sempre uno stimolo per andare avanti.




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