Il gioco è importante per l’individuo, ma anche per la società a causa delle sue componenti culturali e per i legami che esso crea. Il gioco “soddisfa ideali di espressione e di vita collettiva”. J. Huizinga
“Immaginate per un istante un mondo senza computer, senza televisione, senza playstation, senza videogiochi…”: un’espressione di sconcerto e smarrimento prende forma sul viso di gran parte della classe! Ed ecco che fioccano le proteste: “Maestra, ma neanche la Play? Che noia!”.
Già, una situazione simile è impossibile anche solo da immaginare per i bambini di oggi e probabilmente anche per i più grandi. Ma quando realmente la tecnologia multimediale non esisteva, come si intrattenevano i bambini? Il massimo del divertimento era poter scendere in cortile, tutti insieme! E un piccolo giardino condominiale diventava teatro di infinite possibilità di gioco: nascondino, rubabandiera, i quattro cantoni, strega comanda colori, uno due tre… stella! Erano i giochi di una volta, giochi che Giorgio Reali ha raccolto in un libro dal titolo “Il giardino dei giochi dimenticati”.
Giorgio Reali “ludonauta” convinto, è stato definito da un giornalista il Peter Pan del terzo millennio.
Originario di Merano, arriva a Milano ormai più di quindici anni fa. Tre figli, ragioniere e istruttore di scuola guida part-time, ora giornalista pubblicista, scrittore e ricercatore non solo nel panorama italiano, ha fondato l’Accademia del Gioco Dimenticato.
Studioso di giochi adatti a bambini diversabili con particolare attenzione per i non vedenti, ha una valigia piena di tappi di bottiglia, elastici, biglie, sassi, monete, per giocare a tollini, cacciabiglie, lippa, catapulta, schioppetto e saltafosso.
Un personaggio insomma del tutto particolare e geniale, in una società che ha ormai del tutto perso il rapporto col gioco creativo e agito anche a livello di costruzione personale. Reali ripropone il gioco come forma di svago, di creazione e di esercizio dell’intelligenza (in quanto esso è anche una cosa estremamente seria) ma pure come terapia per il recupero di alcune problematiche legate all’infanzia, legate al mondo della terza età o addirittura a certi tipi di deficit.
L’Accademia del Gioco Dimenticato lavora infatti costantemente alla creazione di supporti, tali da consentire ai bambini diversabili di giocare con gli stessi giochi dei loro coetanei normodotati. Ad esempio, sono stati realizzati: una pista dei tappi rialzata, per permettere anche ai bambini in carrozzina di giocare, e un “nascondino profumato” costituito da 12 o più siepi di rosmarino, maggiorana e così via… che coi suoi aromi e sapori diversi permette l’inserimento nell’attività ricreativa anche dei bambini non vedenti o Down.
E i giochi moderni, allora? Meglio evitarli? Se anche questo fosse possibile, non credo che sarebbe costruttivo. E non credo neppure che la posizione assunta da Giorgio Reali sia contraria alle proposte ludiche dell’era tecnologica. Credo piuttosto sia giusto insegnare ai bambini di oggi che esiste un passato in cui i loro nonni e i loro genitori hanno saputo divertirsi anche senza la playstation, esiste un modo di giocare che non necessita di giocattoli costosi e complicati, ma soprattutto che esiste un tesoro prezioso nascosto in ogni persona, che è la ricchezza della fantasia, della gioia di stare insieme, del condividere con l’altro ciò che si ha e del saper inventare sempre nuove occasioni per essere felici.
Ecco allora alcune proposte pratiche di gioco consigliate da Giorgio Reali, da poter proporre nelle nostre scuole e da poter insegnare ai nostri bambini:
Memory tattile
I bambini di oggi non sanno più usare il senso del tatto: non ne hanno più bisogno, questo è male poiché tutti i sensi dovrebbero avere armonico sviluppo.
Per stimolare dunque questo "senso in via di estinzione” ho sviluppato un gioco (inizialmente ideato per bambini non vedenti di Bolzano ma che ho visto apprezzato da tutti).
Si prendono 40 tappi grandi (quelli a vite dei succhi di frutta vanno benissimo) si incollano sotto (in coppia) due oggetti: ad esempio due pezzi di stoffa, due pezzi di legno, due fagioli, due bottoni, due pezzi di spago (pensate a quante varianti usando spaghi di diverso spessore).
Il bambino senza girare i tappi (ben disposti a terra in linea di 6/8) deve sentire cosa c’è sotto, se crede di averne individuati due identici deve indicarli al giudice, il quale, senza mostrarli agli altri, deve confermare (o meno) il giudizio. Se sono identici vanno consegnati al bimbo. Il primo che indovina 3 coppie identiche vince.
Memory acustico.
Gioco simile ma "costruito” con barattoli: si devono fare 20 coppie di barattoli contenenti (due a due) gli stessi materiali (due tappi, due sassetti, un po’ di sabbia, di riso, di pasta ecc.)
Anche in questo caso, quando il bimbo "crede” di aver individuato due barattoli che producono lo stesso rumore, li segnala ai giudici i quali verificano l’esattezza della scelta (se sono identici li consegna al bimbo). Anche in questo caso chi indovina tre coppie vince.
Il gioco dei tappi con pista rialzata
Cos’è
Semplicemente usare i tappi della birra come fossero biglie: mettendo dentro un disegno (meglio se la faccia di un ciclista o calciatore)
Ora i bambini d’oggi sono delicati, quindi la corona del tappo può fare bua ai ditini, quindi consigliamo (sigh!) quelli di plastica.
Regolamento
Con strisce di cartone si traccia una pista rialzata (perché in genere si fa a terra) con dei gessetti (o pezzetto di mattone) larga circa 10 cm. e lunga almeno 10 mt., in modo da permettere anche ai bambini in carrozzina di giocare; nelle curve esterne si mettono dei sassetti a mo’ di paracarro. A sorteggio si decide chi parte per primo e questo fa tre tiri badando di non uscire dalle righe (in tal caso deve tornare da dove aveva tirato). Quando tutti hanno fatto i tre tiri (sempre per opposizione delle dita: pollice-indice, pollice-medio o indice-pollice, il tappo non va mai lanciato o spinto) si parte dal primo ma solo con un colpo e così via.
Il giocatore successivo può chiedere lo spostamento dei tappi avanti a lui ai bordi della pista.
Le pulci
Cos’è
Un gioco antico praticato con dei bottoni facendoli saltare per spinta ai bordi.
Regolamento
In genere si posizionano alcuni tappi (grandi, quelli dei vasi dei sottaceti) rovesciati, dando a ognuno un numero. Ogni bambino deve entrare nel tappo facendo saltare la pulce, solo dopo averlo fatto può impegnare il secondo tappo e così via fino all’ultimo.
Un altro modo simpatico è quello di un percorso simile a quello dei tappi con penalità per chi "esce..”
Le biglie
Il cerchio (o il triangolo)
Si traccia (con del gesso se sull’asfalto o con un bastoncino se su terra) il segno scelto (che deve essere abbastanza grande) poi si stabilisce quante biglie si mettono in palio (almeno 5).
Sperando di essere in 5 bimbi nel cerchio vi sono dunque 25 biglie, quindi tutti usando il boccione (la biglia grossa) da almeno 4 metri si cerca di fare uscire più biglie possibili dal cerchio.
Stabilita la classifica di merito (parte chi ne ha ciccate fuori di più) parte la gara vera: il migliore cicca di nuovo ma questa volta le biglie che escono sono vinte. La gara finisce quando non vi sono più biglie nel segno.
Cicca spanna
Altro gioco "storico”: ogni bimbo tira una biglia non troppo distante né troppo vicino, il secondo cerca di ciccarla con la propria ma badando che si fermi entro la distanza di una spanna (se rotola più avanti nessuno ha vinto, se ci riesce è sua).
Se il secondo giocatore è maldestro e la biglia si ferma entro una spanna senza ciccare è persa.
La buca
Gioco da fare solo in cortili con terra: si scava una buca, sul bordo si posano le biglie da mettere in palio, poi da almeno 2 metri si tirano le proprie biglie badando di ciccarle in buca senza che la nostra vada giù. Se ci riusciamo sono vinte, se la nostra cade dentro dobbiamo metterla in palio. Ovviamente ognuno ha un tiro a turno.
La Lippa (s’cianco nizza, maz e pindol a secondo delle regioni)
Cos’è
La lippa è un gioco abbastanza moderno, in quanto dalle ricerche effettuate (in particolare in un quadro molto famoso dipinto nel 1500 da Brueghel non vi appare a differenza di 54 altri giochi dell’epoca).
È un gioco universale poiché praticato dai bambini di tutta Europa: come tutti i giochi da strada sono estremamente semplici da realizzare ma, come altri degli anni’50 piuttosto pericolosi. Com’è la lippa? È formata da due pezzi di legno (ricavati preferibilmente dal manico di un badile ma anche da quello di una scopa).
Si tagliano due pezzi, uno forma la mazza (lunghezza 50 cm.) e uno, la lippa, di solo 10 cm. ben appuntito da entrambi i lati.
Regolamento
Il gioco consiste nel colpire la punta (con il pezzo a terra) e colpirlo nuovamente al volo cercando di lanciarlo più lontano possibile. In genere si sceglieva una strada non molto trafficata e i monelli dovevano mandarla più lontano possibile dopo 5 o 10 colpi. Ovviamente come tutti i giochi hanno molte varianti, la più simpatica è quello del cappello: si giocava in due, il secondo monello si piazzava a circa 20 mt. e cercava di raccogliere la lippa al volo fermandosi però entro 3 passi dalla presa.
Un altro modo molto diffuso è quello di tracciare 3 grandi cerchi (10 mt. diametro) distanti fra di loro 30 mt. Il lanciatore doveva mandare la lippa nel centro sperando che il difensore avversario piazzato al centro di esso non riuscisse a rilanciarla in quello di partenza.
In tal caso il lanciatore era eliminato. Vinceva chi riusciva a completare indenne il tracciato completo.
Gli accademici della lippa:
Il presidio della lippa si trova a Mede Lomellina (PV) dove la Pro Loco diretta dal Sig. Boccalari organizza da anni la più importante gara che si svolge in Italia (oltre 100 partecipanti). Anche a Segusino (BL) a ferragosto si organizza una gara di maz e pindol nell’ambito del palio dei quartieri.