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Autore: admin

L’ arte della documentazione

In questa parte iniziale della rivista troverete alcuni spunti di riflessione che in questi anni hanno accompagnato le attività che il Centro Documentazione Handicap ha svolto nell’ambito della documentazione sociale.
Attività che vedono intrecciate le aree della formazione e dell’informazione. Attività che nel loro prodursi hanno posto anche a noi una serie di domande. Come la documentazione può essere uno strumento di qualificazione professionale anche per chi, come educatori ed insegnanti, è lontano dallo specialismo di settore? Si può trovare un modo per tener unite le competenze tecniche con l’attenzione ad una riflessione più ampia che riguarda il nostro modo di conoscere e di fare esperienza? E che luoghi sono i Centri di documentazione dove spesso le persone che ci lavorano costruiscono mix particolari di competenze e conoscenze, così particolari che è difficile incasellarle in un curriculum definito?
Queste e altre questioni che, ad alta voce o in modo più silenzioso, hanno trovato posto tra di noi aprono da queste pagine un dialogo a distanza con i lettori interessati.

Diversabilità e Pace: ripartire dalle abilità diverse per costruire una cultura di pace

Quello che segue è un breve carteggio avvenuto di recente tra Claudio Imprudente, giornalista e disabile, presidente del Centro Documentazione Handicap di Bologna e Marco Espa presidente dell’associazione ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) della Sardegna.

Claudio
Tra le numerose iniziative di formazione in cui sono coinvolto ci sono anche i corsi per obiettori di coscienza. Inevitabilmente, dopo aver parlato di diversabilità e handicap, mi interessa scambiare con loro qualche riflessione sulla pace. Non vi nascondo però che appena propongo questo argomento cresce in me un po’ di imbarazzo perché sento di essere l’ennesimo santone che si riempie la bocca di questa bella e inflazionatissima parola.
Anche nelle scuole con il progetto Calamaio capita che un ragazzo salti su e mi chieda: "Claudio, cos’è per te la pace?"
Anche in questa situazione non mi sento tranquillo, temo di dire le solite banalità.
Nonostante queste paure, mi faccio coraggio per superarle e tento di rispondere, magari proponendo un approccio nuovo e vicino a quelli che sono i temi che tratto di solito.

Per voi c’è una relazione tra diversabilità e pace? Per me c’è, eccome! Penso infatti che la diversabilità sia la base per una cultura di pace. "E perché?", direte voi.
Ragionando con Fabrizio, amico e collega, ci siamo resi conto che una relazione di pace parte dal condividere le cose che si hanno in comune per poi valorizzare le abilità e le potenzialità dell’altro. Questo approccio permette di arricchirsi della diversità senza perdere la propria preziosa identità. Il concetto di diversabilità non è altro che questo e va ben oltre all’ambito, ormai per me un po’ angusto, dell’handicap. Così il significato di questa parola-strumento può essere allargato a tutte le relazioni di cui l’uomo è protagonista compresi i rapporti uomo-donna, uomo-ambiente, uomo-Dio.
Tra una birra e un limoncello ci siamo convinti che, perché si concretizzi questo modo di porsi di fronte all’altro sono necessari tre espedienti: il primo è buttarsi nella relazione, cioè prendere coraggio e essere disposti anche ad andare dove non si è mai andati (mettersi in discussione).
Il secondo è toccare con mano, cioè fare esperienza diretta per conoscere sulla propria pelle la realtà in questione. Sporcarsi le mani è sempre molto faticoso, ma mettersi i guanti di plastica non permette di conoscere a fondo la realtà.
Il terzo è guardarsi negli occhi, cioè creare una relazione alla pari, entrare in empatia, condividere.
Quando nei convegni voglio spingere il mondo cosiddetto normodotato ad avere una relazione alla pari con il mondo dell’handicap mi "scappa" il concetto di abbassarsi per potersi guardare negli occhi. Se pensiamo al fatto che io sono seduto sulla carrozzina e chi mi vuole parlare deve sedersi, quindi abbassarsi al mio livello, l’immagine calza. Ma quante volte però, gli obiettori, e non solo loro, mi hanno ringraziato perché nello stare con me hanno percepito come un alzarsi, cioè si sono sentiti crescere!

Da questo posso dire che il più delle volte l’idea di abbassarsi al livello di un’altra realtà o di un’altra persona è solo un pregiudizio: l’uomo vive relazioni vere nel momento in cui condivide qualcosa con l’altro, questo implica uno scambio reciproco, solo in questo caso è possibile l’arricchimento e il crescere grazie alla diversità dell’altro. Intendo dire che l’uomo difficilmente è capace di abbassarsi, ne conosco solo uno che lo ha fatto in modo limpido e fino in fondo: Gesù.
Vi racconto una storiella per spiegarmi meglio.
Qualche tempo fa andai a S.Damiano, ad Assisi, lì incontrai fra Massimo, alto e con gli occhiali da sole, che rimase un po’ con me e mi accompagnò spiegandomi un po’ le icone che c’erano. In queste icone Gesù era rappresentato come un agnellino e come un bambino. Allora lui mi chiese: "Tu avresti paura di un agnello e di un bambino?" Beh! Insomma, non dovrò stare qui a dirvi che sorrisi dentro di me prima di rispondere che ovviamente due figure così deboli e innocenti non mi facevano alcuna paura. E pensandoci bene mi parve parecchio curioso e bello pensare che, a parte i giochetti, Dio aveva proprio scelto la debolezza per incontrare gli uomini, per entrare in relazione con loro attraverso il suo Figlio.
Aveva scelto la debolezza per non fare loro alcuna paura. Ecco perché Dio non vota Bush! A parte la battuta provocatoria, Dio non sceglie di essere forte, potente; sceglie invece la debolezza, quindi la diversabilità.

Quante volte ho detto che per risolvere i mille problemi dell’handicap basta cambiare una consonante: da sfiga a sfida. Ebbene, non ci crederete ma mi sono imbattuto in un’altra vocale un po’ rivoluzionaria. Nel famoso discorso delle beatitudini Gesù definisce beati i miti, i costruttori di pace, i puri di cuore ecc. Il problema che noi abbiamo capito male: invece di beati capiamo beoti. Curioso, no?
Sapete che il 2003 sarà l’anno europeo delle persone con disabilità? Secondo me è un’occasione per mettere a posto un po’ di vocali, ma anche un bel po’ di consonanti!
Ho già detto tante volte che la parola disabilità non mi piace perché sottolinea solo le non-abilità! Penso si debba ripartire dalle abilità diverse per costruire una cultura di pace.

Claudio Imprudente

Marco
Ciao Claudio, grazie!!! Ho letto con attenzione la tua lettera ho diverse cose da dirti! ma oggi è solo il primo capitolo, ti butto giu’ due righe scritte male, di corsa voglio andare ancora più in situazione estrema per questo il titolo di questo intervento è nullabilità e pace……!
Io sono convinto che la potenza si manifesta nella debolezza mi spiego meglio come fanno due persone o due popoli per poter meglio condividere le proprie vite? Se non avviene attraverso la reciprocità, cioè una accoglie l’altro essendo vuoto di se stesso per poter accogliere l’altro interamente, non è questo il nulla? Annullo me stesso perché così l’altro si senta totalmente accolto senza riserve e viceversa questo gioco di annullarsi per fare "spazio" totalmente all’altro rappresenta un passo importante perché uno entri "nella pelle dell’altro" è il primo passo per l’unità, nella diversità.
e per la pace.
E godere maggiormente delle ricchezze diverse dalle mie dell’altro e viceversa e questo il destino anche delle nazioni, dei popoli l’unità (non l’uniformita) per questo il termine diversabile o diversamente abile mi pare riduttivo, mi fa pensare che qualcuno per dimostrare di essere uomo debba dimostrare qualcosa dove li mettiamo quelli senza alcuna abilità apparente?
Infatti penso che la questione non è quella di avere abilità ma è quella di saper essere il nulla che accoglie l’altro. essere così, e su questo proprio chi è "senza abilità" è più avvantaggiato …. se ha la possibilità di essere reciproco con altri, però.

Per questo gli istituti vanno chiusi per questo vanno incentivate le politiche sociali sul territorio per sostenere la comunità per questo vale la pena combattere perché tutti possano partecipare alla vita di relazione. Combattere e nulla d’amore non sono in contraddizione, anzi è proprio questa la fonte del combattimento, se sei capace di essere il nulla per l’altro, di entrare nella pelle dell’altro, ti sei dimenticato di te stesso….vuol dire che hai la possibilità di non essere condizionato da niente e da nessuno, tutti ti appartengono perché tu appartieni a tutti…

Un piccolo esempio, poi chiudo, ci ritorneremo se vuoi su questo tema. Chiara mia figlia sarebbe classificata come una persona che non ha alcuna abilità ma…allora perché le persone, come dici tu, si sentono innalzate, anzi ringraziano chiara per esserci? È una barzelletta? lo dicono tanto per dire? Ma….come mai gente in lite si ricompone? O veramente certe esperienze di donazione totale le cambiano la vita?
chiara può solo "essere", sicuramente anche come personalità lei fa spazio agli altri, non ti prevarica con niente di se, permette a chiunque di potersi esprimere totalmente….e lei è totalmente espressa nella comunità che la circonda, se si relaziona a lei…. noi siamo lei e lei è noi…questo in un istituto non può accadere…in casa si, in un quartiere si, a scuola si … insomma in relazioni d’amore, dando a questo termine un valore pienamente laico (e per me quindi anche pienamente cristiano).
non è infatti nichilismo….
Ti dico una frase azzardata: è questo il modello di Uomo? Chi cerca di essere il nulla per fare spazio all’altro diverso da se è il vero Uomo? Gesù è stato questo quando si è sentito abbandonato?

Dio è morto per essere il nulla d’amore che accoglie tutta l’umanità e il creato in una botta sola….ma non è stato facile è stata una cosa straziante anche per lui è li che ha manifestato la sua potenza non quando è risorto
mmmhhhh….pensi che sono beato o beota????
a presto marco espa

Claudio
Diversabile o nullabile?

Che bello poter scambiare un po’ di idee con te.
Le tue riflessioni ci trovano assolutamente d’accordo. Infatti, secondo noi, il nullabile è, come dici tu, il più potente dei diversabili!
Ci spieghiamo meglio: il termine Diversabile vuole sottolineare e scoprire una dimensione nuova di abilità. fuori dagli schemi classici per i quali ci sono persone più o meno abili.
In questa ottica, come non è possibile non comunicare (Watzlavic), non è possibile non avere abilità. In altre parole essere, è già di per sé una abilità!
Ma perché c’è tanta "potenza" nascosta quando l’essere è in una modalità debole, povera, apparentemente non abile?
Forse perché dietro ogni limite c’è una risorsa! O forse addirittura perché la vera essenza dell’uomo traspare nel momento della sua debolezza oltre che nel momento del gesto creativo. L’esempio di Chiara, che ci hai fatto e di cui ti ringraziamo, è lampante. Chi entra in relazione con il nullabile è arricchito dalla sua abilità di non avere abilità! Scoprire tutti gli ingredienti di un essere umano in una persona che ritenevi, sì umana, ma non pienamente, è una vera e propria grazia! Permette di rielaborare e correggere il concetto di umanità che si ha. E’ una rivoluzione culturale.
La nostra domanda è: -come si potrebbe diffondere il più possibile questa consapevolezza?
Siamo convinti comunque di dover rispettare i tempi delle cose che si devono realizzare, prima di tutto in noi. La calma è la virtù dei forti!
Con affetto, Claudio

Marco
Claudio perché non fai circolare nella tua rete le nostre considerazioni?
magari è un’occasione per coinvolgere altri nei nostri discorsi….
ciao! marco

Claudio
Ottimo!!!! Lo faccio immediatamente!!!

3t-book, le nuove tecnologie multimediali al servizio di una cultura accessibile a tutti

Potrebbe essere questo lo slogan del 3t-book, il progetto di sperimentazione europeo, volto a studiare un nuovo sistema di lettura per facilitare l’accesso alla cultura e all’informazione dei disabili visivi (ciechi, anziani, ipovedenti).
Promossa e coordinata dal Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia, l’iniziativa è stata sviluppata da un consorzio internazionale di partner costituito da istituti e associazioni di Italia, Francia e Ungheria. La sperimentazione, avviata nell’ottobre del 2001 e finanziata dalla Commissione Europea, ha permesso di realizzare un prodotto editoriale assolutamente innovativo: la versione multimediale e multisensoriale del capolavoro di John Ruskin Le pietre di Venezia (Arnoldo Mondadori Editore). Un’opera ottocentesca tuttora fondamentale per lo studio dell’architettura gotica veneziana e che per metodo narrativo, valore didattico, presenza di disegni riproducibili a rilevo si è prestata efficacemente alle finalità del progetto.

Il primo prototipo realizzato col il sistema 3t-book è un libro audio-ipertestuale composto da un CD-Rom, contenente il testo dell’opera di Ruskin, la sua registrazione audio-digitale in ADPCM, il programma di navigazione, e da un fascicolo di illustrazioni a rilievo. E’ uno strumento completamente accessibile perché caratterizzato dall’integrazione, in un unico documento strutturato, di tre diverse metodologie di lettura (audio, testuale e tattile), che possono essere fruite sia secondo la normale successione del testo, sia con modalità di ricerca o di esplorazione ipertestuale. Da qui l’acronimo 3t-book (talking-textual-tactile) per indicare un libro che può essere letto, ascoltato, esplorato con il tatto. Le metodologie di lettura

  • Talking (audio) – la registrazione audio-digitale de Le pietre di Venezia, è stata effettuata con un metodo innovativo che negli ultimi anni ha permesso di migliorare sensibilmente tutte le fasi del procedimento di riproduzione audio dei testi. Grazie a questa tecnica il lettore non solo ha la possibilità di raggiungere facilmente i singoli paragrafi del libro, ma anche di navigare all’interno del documento audio come si fa abitualmente con quelli testuali, effettuando ricerche, inserendo segnalibri o annotazioni. Nel caso del 3t-book la registrazione audio-digitale è stata curata dal Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione Italiana Ciechi. Le voci della versione italiana sono quelle di Renato Rappo e Miriam Spera.
  • Textual (testo) – man mano che vengono ascoltati, i testi appaiono automaticamente sullo schermo. Il lettore può quindi seguirne la lettura attraverso un formato ingrandito o un display Braille. Il sistema che consente questa sincronizzazione tra le parti del testo scritto e i corrispondenti brani letti a voce e che permette di coniugare la gradevolezza e la qualità della lettura umana alle possibilità della navigazione ipertestuale si chiama Digibook. Tale tecnica, sviluppata nell’ambito del programma europeo Copernicus, è stata prodotta dall’Accademia delle Scienze di Budapest con la collaborazione del CNR di Firenze.
  • Tactile (tattile) – nell’opera di Ruskin le illustrazioni ricoprono un ruolo fondamentale. Si tratta di schizzi, stampe fotografiche, disegni che vogliono essere di supporto alla comprensione e alla memorizzazione del testo. La versione alternativa del 3t-book offre una selezione di immagini significative, riprodotte a rilievo con la tecnica del Gaufrage: stampa a tre dimensioni ottenuta comprimendo un cartoncino tra due matrici. La restituzione tattile del patrimonio iconografico è stata curata dall’associazione francese BrailleNet e dal Servizio per l’accessibilità ai non vedenti della Città delle Scienze e dell’Industria (La Villette) di Parigi.

Grazie ai fondi del Programma europeo "Cultura 2000" l’edizione sperimentale 3t-book de Le pietre di Venezia è stata prodotta in tre versioni: italiana, francese, ungherese. Le copie in lingua italiana verranno distribuite a livello nazionale nelle scuole, biblioteche, associazioni culturali e rappresentative dell’handicap visivo come esempio di libro accessibile. La stessa metodologia verrà inoltre impiegata per la produzione di ulteriori opere letterarie e didattiche.

Per informazioni
Progetto Lettura Agevolata – Comune di Venezia – Direzione Centrale Relazioni Esterne e Comunicazione
San Marco 4084, 30124 Venezia
Tel: 041/274.80.50, fax: 041/274.81.89
http://www.comune.venezia.it/letturagevolata/3t
e-mail: lettura.agevolata@comune.venezia.it

Dossier handicap e sessualità per rivista Famiglia Oggi

Handicap e sessualità: scheda bibliografica
a cura di Andrea Pancaldi

Presso la Biblioteca del CDH di Bologna sono consultabili circa 300 documenti sul tema tra libri, articoli da riviste, tesi, relazioni di convegni . Il materiale è organizzato secondo 4 voci: aspetti psicologici, clinici, educativi, culturali. Di seguito riportiamo i materiali più interessanti.

Raccolte di articoli da riviste e altre bibliografie
CDH Bologna, "Handicap, affettività, sessualità", in Rassegna stampa handicap, suppl. n.6-7, luglio-agosto 1995
CDH Bologna, "Diventare carne", in Rassegna stampa handicap, n.6, giugno 1991
Rivista Famiglia Oggi, "Handicap e sessualità: bibliografia", in Famiglia Oggi, n.2, febbraio 1994
Casamassima, "Bibliografia ragionata: sessualità", in Rassegna stampa handicap, n.9, settembre 1986
Valgimigli, Liverani, "La sessualità dell’handicappato psichico: chi, come e quando", in HP-Accaparlante, n.4, aprile 1992

Contributi di carattere generale
Baldaro Verde, Govigli, Valgimigli, "La sessualità dell’handicappato", Il Pensiero scientifico, Roma, 1987
Padovani, Spano, "Handicap e sesso: omissis", Bertani, Verona, 1978
Selleri, "Handicap e sessualità: una emancipazione difficile", in Prospettive sociali e sanitarie, n.1/1987
Tessari, Andreola (a cura di), "Sessualità e handicappati", Feltrinelli, Milano, 1978
Mannucci, "Peter Pan vuol fare l’amore: la sessualità e l’educazione sessuale dei disabili", Del Cerro, Pisa, 1996
Rifelli, Pesci, "Handicap fisico e sessualità: esperienze per una educazione alla sessualità", in Rivista di sessuologia, n.4/1988
Padovani, "La speranza handicappata", Guaraldi, Firenze, 1974
Abrham, Pasini, "Introduzione alla sessuologia medica", Feltrinelli, Milano, 1975
Imbasciati, "Sviluppo psicosessuale e sviluppo cognitivo", Pensiero scientifico, Roma, 1986
AA.VV., "Handicap e sessualità", in Marginalità e società, n.29/1995
Pesci, "Dai diritti ai percorsi, in HP-Accaparlante, n.15/1993
Pesci, "La sessualità inaspettata", in HP-Accaparlante, n.17/1993
Pesci, "Il corpo recintato", in HP-Accaparlante, n.44-45/1995
Pesci, "Davanti allo specchio", in HP-Accaparlante, n.48/1995

Handicap intellettivo
Veglia, "Una carne sola", Franco Angeli, Milano, 1991
Valente Torre, Cerrato, "La sessualità negli handicappati psichici", Libreria Cortina, Torino, 1987
Dixon, "L’educazione sessuale nell’handicappato", Centro Erickson, Trento, 1993

Handicap fisico
Manzoni, Mazzoncini, "Paraplegia: aspetti psicologici e sessuali", Bulzoni, Roma, 1982
Bonaldi, "Aspetti genito sessuali nella paraplegia", Comune Verona e ULSS 25, Verona, 1987
Calamandrei, "Amore intelligente, una indagine sulla sessualità delle persone con lesioni al midollo spinale", Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1985

Atti di convegni
Gabbanelli (a cura di), "Handicap e sessualità", atti del convegno "Il disabile e la sessualità", Prato, 1993, in Rivista di sessuologia, n.1, gennaio-marzo 1994
CDH Bologna, "Al silenzio, all’imbarazzo, all’invisibilità: tra femminile e handicap", atti del convegno omonimo, Bologna, febbraio 1990, in Rassegna stampa handicap, n.9, settembre 1991
Imperiali (a cura di), "Handicap mentale e sessualità: atteggiamenti a confronto", atti del convegno omonimo, Anffas, Varese, 1991
Imperiali (a cura di), "Handicap mentale e sessualità", atti del convegno omonimo, Anffas, Varese, 1994
AA.VV, "Sessualità e psicohandicap", atti del convegno omonimo, Cepim, Torino, 1994, Libreria Cortina editrice, Torino, 1986
AA.VV., "Handicap e sessualità", atti del convegno omonimo, Centro Vigotskij, Padova, 1990

Famiglia, handicap, sessualità
Zambon Hobart, "Sviluppo sessuale e sociale: appunti per i genitori di persone down", Quaderni ABD, Roma, 1991
Gallo Barbisio, "I figli più amati", Einaudi, Torino, 1979
Ponzio, Galli, "Madre e handicap", Feltrinelli, Milano, 1988
Hourdin, "Amo la vita malgrado tutto", Paoline, Roma, 1984

Passare attraverso

Documentazione Informazione e Telematica: un percorso formativoDocument’Azione
Il termine ‘documentazione’ si potrebbe anche riscrivere così: Document’Azione.
E scritto così ci piace, perché quando si usa un termine ne si usano anche le modalità di lavoro che esso si porta dietro. Il movimento in questo caso, l’azione appunto, che ci aiuta a pensare, e a lavorare, alla documentazione come ad un lavoro vivo, e non solo di archiviazione e messa in ordine di materiali.

Questa idea di lavoro intorno alla documentazione è piuttosto affascinante.

Si parte con il considerare che ‘documentare’ qualcosa, ha a che fare con la memoria.
Certamente c’è anche piacere nel dare ordine ai materiali e a non disperdere le cose che si sono fatte. Ma come per la nostra memoria è importante non ricordare tutto, nel lavoro documentativo diventa ancora più evidente la necessità di non ‘tenere’ tutto quello che si incontra sulla propria strada. E diventa centrale la parola ‘selezione’, intesa come momento di fare delle scelte.

Se c’è memoria e se si conservano tracce del proprio e altrui lavoro diventa anche più facile trovare una propria identità, anche professionale.
E quindi dicevamo memoria, ma possiamo aggiungere che lavorare sulla documentazione aumenta la possibilità di definire meglio la propria storia che ha strettamente a che fare anche con l’esperienza. (Non mi sento solo nell’universo, non parto da zero, posso attingere alla mia e altrui esperienza per fare qualcosa di nuovo).

Si può anche affermare che la documentazione è sempre esistita, perché consiste nel raccogliere e rendere disponibili elementi di informazione utili per l’esercizio di altre attività umane. L’informazione è un bene necessario per il funzionamento delle attività, il bisogno informativo è certamente un bisogno primario, e progressivamente l’informazione è diventata la materia prima di cui vivono le società occidentali.

Documentazione e informazione
Risalire all’inizio della storia collettiva ci aiuta a pensare alla documentazione in rapporto all’informazione. Perché è soprattutto il bisogno di informazioni utili che si rinforza sempre di più. E si inizia a parlare di documentazione (1878) anche come scienza organizzata.

Perché la documentazione si occupa proprio del recupero delle informazioni e lo scopo è mettere a disposizione queste informazioni.
La documentazione dunque come memoria delle cose, valorizzazione delle esperienze e occasione per accedere a delle informazioni utili.

Pensare alla documentazione come archivio, come raccoglitore di documenti, come deposito di esperienze è piuttosto facile e intuibile. Ma la documentazione ci riserva una gradevole sorpresa. Non è così. O meglio, non è solo così. Chi lavora su materiali di documentazione invade decisamente il campo dell’informazione. E proprio perché ad interessarmi e da estrapolare da un qualsiasi documento o esperienza è l’informazione utile, mi ritroverò a fare delle scelte informative e farò un lavoro di tipo giornalistico.
Se si raccoglie, si seleziona materiale si pensa anche a come diffonderlo per aumentarne il valore e far conoscere il proprio patrimonio.
E anche nell’utilizzo e nella diffusione del materiale di documentazione userò degli strumenti di informazione. Il loro uso implica poi anche il conoscere i pregi e i difetti dei diversi strumenti e individuare quelli che ci permettono di far circolare la documentazione in nostro possesso.
Vale sicuramente lo stesso discorso per quanto riguarda lo strumento telematico.

Formarsi alla documentazione
Insomma si inizia ad intravedere come il lavoro di documentazione ci porta nel tempo ad acquisire competenze diverse.
Fare formazione sul tema della documentazione, soprattutto a non specialisti (in particolare il CDH lavora molto in campo educativo e sociale), implica proprio, come già sottolineato, approfondire, scoprire le diverse competenze che si devono acquisire per fare diventare una pratica di lavoro il nostro stile operativo.

Nei nostri incontri di formazione su questi temi ci siamo accorti come da una parte, l’accumulo dei materiali, diciamo la parte percepita come fase passiva della documentazione e che rimanda all’idea di raccolta, è sentita come vicina alle proprie professionalità (ognuno di noi tiene da parte le cose significative o meno per la propria attività). E’ quindi un momento di approfondimento di un qualcosa che si conosce; mentre il gestire e utilizzare strumenti informativi provoca sorpresa.
Alle volte anche sgomento.
E’ forse il momento nel quale si percepisce maggiormente il cambiamento, piano piano, delle aspettative dei partecipanti che si trovano di fronte ad una cosa inaspettata e che gradualmente stanno cominciando a capire: nel lavoro documentativo bisogna mettersi in gioco.
In pratica per svolgere il nostro lavoro non dobbiamo archiviare tutto quanto, schedare diligentemente tutto quello che ci è dato e abbiamo la coscienza (di lavoratore) a posto; nel fare documentazione c’è proprio bisogno di noi, del nostro vissuto e delle nostre esperienze, del nostro essere e del nostro pensare; ci si assume delle responsabilità nel trattenere informazioni piuttosto che altre, nell’approfondire temi che pensiamo siano particolarmente interessanti o particolarmente attinenti alle nostre professionalità; conseguentemente lascieremo per strada altre cose e, per fortuna, le perderemo.
Bene questo è un altro dei punti chiave del percorso formativo sul tema della documentazione. Nelle nostre esperienze di formazione è il momento in cui vengono fuori allo stesso tempo le resistenze e le curiosità dei corsisti per questa nuova dimensione che viene proposta, una documentazione attiva che non si risolve nell’archiviazione di dati ma che viene pensata nelle sue diverse fasi (raccolta-trattamento-diffusione d’informazioni) in maniera circolare, e non verticale né orizzontale.

Sono tutte queste parti che cerchiamo di tenere insieme quando si fa un percorso formativo.
L’obiettivo è di mischiare le aree di lavoro pertinenti alla documentazione con quelle dell’informazione per produrre un percorso formativo in cui sia possibile far avvicinare i corsisti alle due facce di cui la documentazione è composta: reperimento/trattamento delle informazioni e “messa a disposizione” delle informazioni in modo rielaborato e filtrato.

Curiosità e resistenza, sorpresa e sgomento, che si può trasformare anche in entusiasmo (ve lo assicuriamo) quando effettivamente si inizia a dipanare la matassa che avvolge un altro tema caro alla documentazione, la multimedialità! Anzi di come la documentazione abbia preparato la via alla multimedialità; ma questa è un’altra storia e ve la racconteremo ai nostri incontri…

Documentazione on line

Quando si passa dal lavoro di documentazione su supporto di carta a quello su supporto magnetico cambiano alcune cose, ma non tutto.
Quando per documentarci su un certo tema non utilizziamo più libri, schede, riviste, materiale grigio ma impostiamo una ricerca su internet o interroghiamo una banca dati, una cosa appare più evidente: la quantità di materiale trovato. E qui sta una prima differenza, la facilità con cui si reperisce del materiale (nella maggior parte dei casi) e il senso di smarrimento che si prova quando si ha troppo e non si sa più che cosa scegliere.
Accanto alle competenza nel documentare, a questo punto, se ne affianca un’altra: la conoscenza adeguata dell’armamentario informatico e telematico. Sapere usare con destrezza un browser (l’applicazione che permette di sfogliare le pagine web) o conoscere bene l’uso dei motori di ricerca su internet (solo per citare le prima cose che vengono in mente), permette di soddisfare le proprie esigenze di documentazione senza rimanere paralizzati da un’alta quantità di dati.

Non sempre, almeno ancora per ora, è possibile affidarci solo al materiale digitale, per soddisfare le nostre esigenze e, ancora per un po’, dovremo andare per biblioteche e librerie o in casa di colleghi per trovare il materiale che ci serve. Una volta trovatolo, ecco balzare agli occhi un’altra evidenza: quanto posto occupano sulla nostra scrivania quei libri e quelle cartelle! I documenti digitali, invece, di posto non ne occupano affatto (pochi centimetri quadrati di un disco rigido); sono lì, facilmente raggiungibili e visualizzabili sul nostro schermo, e non c’è nemmeno bisogno di spolverarli ogni tanto.
Ma anche in questo caso, per poter organizzare in modo efficace il nostro materiale, dobbiamo avere delle precise conoscenza; dobbiamo saper creare delle cartelle (nidificate se necessario), usare con saggezza la funzione “preferiti” di Internet Explorer (o di “segnalibri” su Netscape), scegliere cosa salvare sul nostro disco rigido e cosa lasciare alla rete (che tanto è sempre possibile raggiungere, se si tratta di un indirizzo web attendibile).

Abbiamo detto, in questo articolo, dello stretto legame che lega la documentazione all’informazione. Anche il passaggio inverso, quello della pubblicazione e della divulgazione del materiale raccolto, della propria documentazione, presuppone, parlando di supporti digitali, una diversa organizzazione del materiale.
E’ un discorso un po’ lungo da affrontare ora, diremo solo che, una volta che si è deciso di pubblicare il proprio lavoro non su un supporto cartaceo ma sul web o su un Cd-rom, allora entrano in campo nuovi elementi. La strutturazione del materiale raccolto implica una diversa organizzazione basata sulla logica ipertestuale. L’ipertesto, essendo un testo che rimanda, tramite dei collegamenti, sempre ad altri testi, va pensato appositamente e il modello, a noi più familiare, del libro (con la sua lettura sequenziale scandita dalle pagine numerate e i suoi confini fissati una volta per tutte) non è più adeguato per progettare documentazione on line. Aggiungiamo infine la possibilità di congiungere su di un unico supporto dati che riguardano i testi, le immagini, i suoni e i filmati e che rendono possibile una documentazione molto più completa (multimediale) ma anche più difficile da saper gestire.

Queste, elencate sommariamente, alcune novità (e problemi) che insorgono quando si passa al digitale, ma gli altri presupposti, che abbiamo esposto in questo articolo, come il senso del documentare, il suo legame con la memoria e l’identità (anche per ciascuno di noi), non vengono cancellati dal supporto digitale, vengono solo modificati o, addirittura, amplificati.

Luoghi del documentare

Esiste un profondo intreccio tra i processi del documentare e i luoghi in cui questi processi prendono forma e si strutturano in servizi aperti alla collettività: i centri di documentazione.
La documentazione è un attività complessa, per certi aspetti sempre presente nelle organizzazioni umane ancora prima di una sua necessaria definizione come un mezzo privilegiato per conservare e gestire le informazioni utili.
Il bisogno di poggiare la ricerca del nuovo su elementi ( dati, conoscenze, notizie…) consolidati ha quindi continuamente attraversato le forme di sapere nelle diverse civiltà e tempi.
Detto questo, occorre riconoscere come fenomeno contemporaneo la nascita di strutture quali i centri di documentazione che, pur mostrando segni di parentela sia con il modello “Biblioteca” sia con il modello “Archivi”, se ne distinguono.
Un segnale di distinzione si rintraccia proprio nella difficoltà di individuare un modello di riferimento unitario per queste realtà. I centri di documentazione costituiscono un panorama che mal si adatta ad una lettura omogenea; distinti per “età anagrafica”, emanazione (pubblica o privata), tematiche di riferimento, pretendono un’ attenzione specifica, non generica.
Questa differenziazione non deve comunque far dimenticare alcuni livelli ricorrenti, ciò che si ritrova come dato trasversale e di continuità. I livelli a cui qui ci riferiamo hanno a che fare con le ragioni della nascita e dell’esistenza di queste strutture e con la loro ricerca di identità riconoscibile all’esterno e condivisa all’interno.

Le ragioni
Se riprendiamo il tema delle ragioni, alcune parole possono aiutarci a rendere maggiormente evidenti le radici, e quindi anche i significati e le motivazioni. Queste parole sono: memoria, sapere, risorsa.
La lotta contro l’evanescenza delle cose è stata da sempre una delle preoccupazioni umane, nel duplice senso di sostegno all’identità individuale e collettiva, “ricordo dunque sono”, e di possesso e manipolazione dei segni che la memoria lascia nel mondo. Grande è stato l’impegno nella ricerca di forme con cui la memoria può diventare trasmissibile e condivisa, almeno da certe categorie sociali determinate.
Disporre di forme adeguate: gioca un ruolo in questa intenzione anche l’idea del sapere, o meglio l’immaginario a cui facciamo riferimento. Lungo il corso del tempo si è affermata la tensione verso un luogo mitico, capace di raccogliere tutto il sapere prodotto. Un luogo che con l’avvento della scrittura sempre più si è mostrato come straordinario magazzino, individuale e collettivo, in cui si poteva conservare l’informazione che prima si dovevano conservare a mente.

I modelli di riferimento
Il modello concettuale di riferimento si è proposto quindi, in forma pubblica, con immagini facilmente identificabili ed incisive: dalla città ideale di Otlet, vera e propria formalizzazione di un sistema documentario centralizzato, al cervello mondiale di Well, “sistema organizzato di conoscenza adattabile all’uso degli utenti, alla crescita della comprensione e del sapere collettivo”, fino al villaggio/spazio virtuale metafora e simbolo delle attuali tecnologie comunicative (2).
Queste immagini utopiche rivelano nel tempo influenze riscontrabili oggi nelle identità possibili per una struttura come il centro di documentazione.
La documentazione, come scienza teorizzata e sistematizzata, può essere riletta anche come tentativo di costruire strutture globali in cui le strategie di trattamento e recupero delle informazioni permettano l’aumento di comunicazione e condivisione dei saperi in modo più stabile e maggiormente democratico. Si fanno infatti “più numerose le banche della conoscenza, in cui si accumulano informazioni per poterle ritrovare al momento in cui servono, con l’effetto di rendere finalmente stabile (se non altro per altro per via della ridondanza che così si crea) il capitale di conoscenza disponibile. Per avere un’idea di queste banche, pensiamo ai santuari in cui oggi viene conservato il sapere: archivi, biblioteche, banche dati ecc. Internet, accanto alla sua vocazione commerciale anche sfacciata, ha una poderosa propensione verso questa funzione: conservare informazioni e conoscenze, alle quali ci si può rivolgere in qualunque momento (anche quando le biblioteche fisiche sono chiuse o i giornali sono in sciopero) e da qualunque posto del pianeta”(1)

Passaggi
Ci sono allora nel panorama odierno rappresentato dai centri di documentazione alcune peculiarità ed è possibile rintracciare punti di convergenza ed ispirazioni comuni.
Ne sottolineiamo alcuni, per alcuni versi emblematici dei mutamenti avvenuti e dei nuovi inizi:
? il passaggio dalla concezione lineare alla concezione reticolare dei saperi, che implica l’organizzazione a rete delle informazioni rese disponibili e la richiesta all’utente di saper navigare in modo non gerarchico;

? il passaggio dalla fonte unica come sede di informazioni (il libro) alla pluralità delle fonti: la quotidianità entra nel centri di documentazione nelle sue produzioni informative e documentative (riviste, quotidiani, …); si incrementano le raccolte organizzate sui saperi popolari (musiche, canti, produzioni grafiche…) e nascono gli archivi della soggettività biografica e autobiografica. Esiste e viene riconosciuto “un bisogno d’interesse e rispetto per le soggettività, che va molto oltre la dimensione propriamente storiografica o addirittura ne prescinde ponendosi sul piano esistenziale”.(3) “Gli archivi autobiografici di questa seconda generazione inaugurano un sentire nuovo: danno la sensazione di entrare in un mondo dove la propria memoria è un eredità pubblica. Non più solo la famiglia, non solo la trasmissione generazionale fra coloro che hanno il nostro stesso sangue, una memoria autobiografica può servire a costruire i luoghi pubblici dove i ricordi entrano in rapporto fra loro, si parlano, ricominciano a esistere”.(4);

? Il passaggio dal possesso delle informazioni all’utilizzo: la documentazione diventa risorsa capace non solo di testimoniare ciò che è stato, ma di orientarne la rilettura. E’ questa “fatica” del documentare oggi più che mai necessaria per tenere in equilibrio la consistenza delle radici e la propensione “all’altro” che spesso solo intravediamo, senza troppo subire l’ossessione memorialistica e la tentazione della negazione.

(1)R.Simone La Terza Fase. Forme di sapere che stiamo perdendo,Editori Laterza, 2000

(2)A. Baldazzi La città e l’enciclopedia: le metafore della documentazione contemporanea. Dai progetti utopici alla comunicazione in rete

(3)M. Isneghi Intervento per la tavola rotonda, in: I luoghi della scrittura autobiografica popolare, Atti del Convegno, Mori (Tn), 1990

(4)L. Ricci Introduzione al catalogo generale dell’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, 2001

Presentazione Banca Dati dei Centri

La banca dati dei Centri di documentazione in ambito sociale attivi in Italia è nata nel 1996 su iniziativa del CDH in collaborazione con la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna. La banca dati intende fornire un elenco il più completo possibile dei centri attivi per consentire a tutti i potenziali utenti di rintracciare la struttura geograficamente più vicina a loro, garantendo una visibilità che per varie ragioni rischia di essere bassa e legata più al passaparola tra addetti ai lavori che ad informazioni strutturate e reperibili diffusamente. L’archivio è nato in forma cartacea, ma con l’aggiornamento compiuto a cavallo tra 2000 e 2001 si è ritenuto opportuno costruire un database informatico per costruire statistiche sul tema e soprattutto per rendere accessibili le informazioni in modo organico tramite il nostro sito web www.accaparlante.it. Questa decisione ha avuto un certo riscontro, in quanto dalla messa in rete dell’archivio (gennaio 2001) ci sono stati oltre 2.500 contatti, che hanno reso questa sezione una delle più “cliccate” dell’intero sito. La banca dati è soggetta ad aggiornamenti ed implementazioni all’incirca ogni 6 mesi.

Alcuni dati di sintesi sui 157 centri (aggiornati ad ottobre 2001):
Distribuzione geografica:
Il 56% di centri sono al nord, il 32% al centro (con una forte incidenza della realtà romana), il 12% al sud che conta 19 centri.
Le regioni più ricche, oltre al Lazio (20), sono l’Emilia (30), il Piemonte (18), la Toscana (17), la Lombardia (16) e il Veneto (13). L’unica regione che risulta priva di centri è la Basilicata. Nelle regioni meridionali un notevole impulso lo si riscontra in Sicilia, dove sono stati attivati ben 7 centri.
Ente gestore:
Il 58% dei centri nasce nell’ambito del terzo settore, con un interesse uguale tra volontariato ed associazionismo, e un dato limitato della cooperazione sociale.
Il 23% dei centri nasce per iniziativa degli enti locali, in special modo i comuni, con particolare riferimento ai settori dell’handicap (anni 216;80/’90) e dell’immigrazione e temi correlati (anni ‘90/’00). Gli altri centri (19%) sono attivati da Università, ONG, provveditorati agli studi ed altri enti.
Tematiche trattate:
L’immigrazione (intercultura, rapporto nord-sud, commercio equo) con 47 centri supera sul filo di lana l’handicap (46 strutture), capoclassifica per molti anni. Molti sono i centri che trattano tutti gli aspetti dell’emarginazione e del terzo settore, in genere senza particolari specializzazioni (39). La parte alta della classifica si completa con il settore tossicodipendenza/AIDS (19), pace/obiezione di coscienza (22), minori (25) e politiche sociali (29).
Gli argomenti meno trattati sono la prostituzione, l’alcolismo, gli anziani, gli zingari e il carcere.

“Documentazione, informazione e telematica”: il modulo formativo

Documentazione e informazione

• Le tre fasi della documentazione: raccolta – trattamento – diffusione
• Il thesaurus
• L’indicizzazione
Gli archivi e le fonti di informazione
• La documentazione attiva, l’importanza di rimettere in circolo informazioni mirate
• Analisi dei destinatari della documentazione
• Analisi degli strumenti di diffusione

Documentarsi su internet

1) La raccolta della documentazione e dell’informazione su internet è efficace solo se si conoscono a fondo gli strumenti adeguati

• Usi dei motori di ricerca (semplice e complessa) e dei repertori
• Uso delle mailing list, dei newsgroup, delle newsletter
• Ricerca dei file multimediali
• Trattamento e analisi dei materiali

2) L’organizzazione del materiale trovato

• Selezione del materiale
• Cartelle e uso dei bookmark
• Cosa stampare e cosa no (perché si usa sempre più carta?)
• Recensione e valutazione dei siti esaminati (usabilità e contenuti)

Portare la propria documentazione sul web

Il passaggio inverso, quello della pubblicazione e della divulgazione del materiale raccolto, della propria documentazione, presuppone, parlando di supporti digitali, anche una diversa organizzazione del materiale

• Logica ipertestuale e costruzione di ipertesti
• Costruzione di un sito (principi)
• Database e pagine dinamiche

Per saperne di più:
Giovanna Di Pasquale
E- mail: giovanna@accaparlante.it
Tel. E fax 051/641.50.55

Emarginazione e lavoro culturale

La società e i suoi movimenti
Ho voluto intitolare il mio intervento proprio “Emarginazione e lavoro culturale” perché il volontariato spesso, anzi quasi sempre, lavora a contatto con l’emarginazione, anche se, lavorando con l’emarginazione, dovrebbe lavorare anche sulle sue cause, che sono molto più generali. Io volevo sottolineare e chiarire questo punto, prima di andare avanti nel discorso che ho preparato: ci sono almeno due concetti di emarginazione. C’è un’emarginazione che non è determinata da motivi fisici e oggettivi, cioè non è legata ad un handicap, in qualunque modo questo sia definito questo handicap, ma è invece determinata da che cosa? Dall’esclusione rispetto a quello che sta succedendo nella società.

Oggi questo problema diventa sempre più serio, perché la società diventa sempre più complessa; capire allora quali sono i suoi movimenti non è una cosa così semplice. È di questo, soprattutto di questo tipo di emarginazione che vorrei parlare; successivamente, alla fine inserirò anche qualche riflessione sull’emarginazione prodotta dai diversi tipi di handicap.

Dunque, parlerò all’inizio di emarginazione culturale e civile: come tutti voi sapete, siamo di fronte a dei grossi processi di globalizzazione, e quindi l’andamento della nostra società, della nostra civiltà, non è più determinato dalle azioni che vengono fatte in un certo luogo – e che quindi sono più immediatamente comprensibili perché siamo collegati a quel luogo direttamente, lo amministriamo magari, comunque ci lavoriamo. Questi processi di globalizzazione sono governati e prodotti da luoghi molto distanti, da entità molto diverse da quelle a cui noi siamo collegati, e da gruppi completamente estranei dal punto di vista della nostra cultura.

Questo è un fatto, ed è anche il motivo per cui spesso ci si lamenta della globalizzazione, anche poi per gli effetti che dà. Di fronte a questo fatto possiamo prendere due strade: una è quella di rifiutarlo, ed è il tentativo portato avanti dai cosiddetti Centri Sociali. Voi lo vedete, non c’è più incontro internazionale dove non si concentri una protesta molto forte.
C’è un tentativo di rifiutare in toto i processi di globalizzazione; o c’è invece un’alternativa, che è quella di cercare di capirli e, potendo, di collegarvisi in una maniera creativa. Ma come si fa a collegarsi, a capire il movimento di globalizzazione e a collegarvisi in una maniera creativa? Questo secondo me è il grande problema culturale di oggi.

Intanto per capirlo bisogna documentarlo propriamente, ed ecco qui che veniamo al punto della documentazione, sul quale non mi esprimerò in termini tecnici perché non sono esperta in documentazione.

La seconda strada, come dicevo, riguarda come reagire creativamente nei confronti della globalizzazione. La globalizzazione ha le sue leggi, appunto, e cercando di comprenderla si vengono a conoscere queste sue leggi. Ormai è chiaro, anche dal punto di vista di una vastissima letteratura che si è ormai introdotta su questo tema, che per avere una risposta creativa nei confronti della globalizzazione bisogna coltivare la diversità. Perché se si offre in una zona la stessa cosa che si offre in qualche altra zona, allora il discorso diventa un discorso di chi costa di meno; e quindi il confronto fra zone che presentano più o meno la stessa offerta di capacità lavorative, di progettualità, è un discorso veramente al ribasso, come le gare d’appalto che voi conoscete bene…

Infatti se non c’è anche un discorso di differenza, di qualità, ci si riduce solo ad un discorso di chi costa di meno, e quindi – lo sappiamo – i processi legati alla globalizzazione producono molto questi effetti di delocalizzazione e, appunto, di coinvolgimento di paesi con bassissimo livello di reddito, bassa remunerazione del lavoro e quindi di spiazzamento. Per cui è ormai assolutamente chiaro che, per poter contrastare e rispondere creativamente alla globalizzazione, ci vuole del capitale umano (e quindi un grosso investimento nell’educazione) ma anche del capitale sociale, e quindi una capacità di collegamento tale per cui ci siano – ripeto – delle offerte di capacità lavorative e di progettualità adeguate.

Faccio un esempio che mi viene dalla mia passata professionalità, cioè quando facevo il professore, e facevo sempre ricostruire dai miei studenti delle storie di imprese o di aree, di distretti industriali, ecc. Fra questi tantissimi casi, un bell’esempio che vi posso portare è quello di Mirandola. A Mirandola c’è un distretto cosiddetto biomedicale, dove circa 2500 persone producono in varie imprese dei prodotti – appunto – che vanno prevalentemente agli ospedali; ebbene queste imprese sono nate lì, non hanno retto dal punto di vista finanziario, hanno avuto dei problemi, sono state acquisite da multinazionali, ma queste multinazionali non le spiazzano da lì, sono ultrafelici di tenerle lì, perché lì cosa trovano? Trovano appunto queste capacità, questa progettualità, questa abilità non solo a far bene le cose che fanno, ma anche a inventarsi sempre qualche cosa di nuovo; e quindi non c’è un interesse, una tendenza, una spinta da parte delle multinazionali a dire “facciamo queste cose in Thailandia”, perché i thailandesi non le sanno fare. Tutto questo è frutto sia di investimenti in capitale umano che di investimenti in capitale sociale. In questo modo, evidentemente, Mirandola non si marginalizza, non diventa un luogo marginale, ma anzi un luogo assolutamente centrale, tanto centrale che appunto è sede di multinazionale; un luogo che quindi ha – come dire – una proiezione a livello assolutamente mondiale, e che quindi è veramente parte creativa e assolutamente valida di questo processo di globalizzazione.

Investire in cultura
Dunque per evitare l’emarginazione ecco l’investimento in cultura; una cultura che, ripeto, è sì una cultura tecnica, ma anche una cultura sociale, perché non si fa niente di produttivo da soli; lo si fa in gruppi, in ambienti che devono essere cooperativi, perché ormai i processi sono troppo complicati. Pensiamo ai grandi laboratori di ricerca, per fare un altro dei tanti esempi: non ci lavora un singolo ricercatore, ma un team che deve andare d’accordo e deve essere collegato. Quindi devono esserci appunto anche investimenti in "socialità".

Quindi, cultura per evitare l’emarginazione, cultura come mezzo per uscire dall’emarginazione, in quei luoghi, in quelle zone, in quei settori, in quegli ambienti dove – per qualche motivo – questa emarginazione invece si è provocata perché non c’è stata capacità fin dall’origine di evitarla. E quindi cultura, perché la cultura fa autocoscienza, fa comprendere, fa emergere la progettualità e produce anche relazionalità, e relazionalità e socialità sono sufficienti e necessarie appunto per evitare questo.

Un altro punto che volevo affrontare è questo: il mondo va verso l’immateriale. La "new economy" è fatta di servizi, è fatta di turismo, è fatta di eventi culturali, è fatta di audiovisivi, di multimedialità, e tutto questo è un ambito che si colloca – appunto – all’interno di una cultura interpretata non solo in maniera artistica, come a volte si tende a fare, ma comunque in maniera vasta, in ambito culturale.

C’è qualche servizio molto materiale, sicuramente, sto pensando ad esempio ai trasporti, ma la grandissima parte dei servizi sono servizi immateriali. Pensate ai servizi finanziari: più immateriali di così!
La cultura diventa proprio la molla non solamente – come dicevo prima – per evitare un processo di emarginazione o per il recupero di certe zone che, ahimè, si sono invece emarginate; ma la cultura diventa ormai l’oggetto che si produce. Quasi tutto quello che si produce è oggi legato in vari modi al mondo della cultura. Quindi è in questo ambito che prevalentemente oggi si genera occupazione e, se si vuole far fronte – appunto – a problemi di disoccupazione, da un lato bisogna evitare l’emarginazione, e dall’altro bisogna capire che ciò che si deve proporre, i nuovi progetti, devono andare verso questo settore.

Gli strumenti con cui si può agire ai vari livelli per promuovere cultura (che spero di avere dimostrato così centrale oggi al mondo) sono vari: ad esempio la scuola, anche se non è l’oggetto delle nostre riflessioni odierne; la scuola, appunto, in tutti i suoi vari livelli, compresi tutti i corsi di professionalizzazione che attraverso la Regione noi sosteniamo in una quantità enorme. Ma anche gli eventi culturali: ormai – lo vedo dal mio angolo di visuale di Assessore alla Cultura regionale – è diventato sempre più importante per i Comuni produrre "cultura", per cui tutti vogliono festival, seminari, incontri. Così in passato al massimo c’erano il museo, la biblioteca, e tutto finiva lì, mentre adesso anche i musei e le biblioteche, molto giustamente, tutti pensano di farli vivere culturalmente. Oggi c’è il museo che si anima e produce degli eventi; e la biblioteca pure, biblioteca che non lavora più solo con il libro, ma lavora come biblioteca multimediale. Quindi avanti con idee, eventi per spiegare, per usare, per fare vedere come si usano i nuovi strumenti e così via.

Certamente anche i cosiddetti centri di documentazione – oggetto dell’incontro odierno – hanno il loro ruolo nella produzione di cultura, ed oggi ci farà piacere sentirlo meglio enucleato. Parlando di centri di documentazione, io ho sempre un timore – ve lo dico con molta simpatia: che questi centri finiscano per documentare qualunque cosa, senza specializzarsi. Secondo me, invece, un centro documentazione deve pur porsi una missione, un obiettivo, perché altrimenti, il mondo è talmente vasto che si corre il rischio di perdersi… É un po’ come andare su Internet: uno entra in Internet e si perde, non sa più da che parte cominciare, butta via il suo tempo; tanto è vero che oggi si fa tutto il lavoro dai portali, per poter condurre le persone a arrivare alla meta senza impiegare una giornata per ottenere le informazioni cercate.

Ecco quindi che oggi io mi aspetto – e seguirò la discussione con piacere – di sentire discutere di questo tema: di come i centri di documentazione si pongano una qualche missione particolare, e con quali strumenti la perseguano.

Grazie.

Documentazione e volontariato: il ruolo dei centri di servizio

Scopo del convegno, organizzato dal Centro Servizi Volontariato di Ferrara nel febbraio di quest’anno, è stato quello di fare il punto della situazione dello sviluppo della funzione di documentazione all’interno del mondo del volontariato e del terzo settore più in generale. Questo sia attraverso il racconto di esperienze concrete dei centri documentazione e dei centri di servizio, sia con alcuni contributi legati a questioni di carattere più ampio, che possono costituire alcuni dei possibili sfondi sui quali si può muovere una attività di volontariato che sia contemporaneamente di utilizzo e di produzione di documentazione, integrata con le risorse territoriali pubbliche e private, di natura sia più prettamente sociosanitaria che culturale.
La documentazione come una delle premesse, e contemporaneamente dei fini, anche delle altre funzioni espresse dai centri documentazione e dai centri di servizio.
Documentazione come una delle attività del “lavorare comunicando” perché, come scriveva il Gruppo Abele nel 1985, “…gli emarginati non sono la parte malata della società ma il prodotto di una società malata, in questo senso è necessario produrre non solo servizi, ma anche e soprattutto cultura”.

Le schede dei centri

VALLE D’AOSTA

Ufficio Accessibilità
Ass. Sanità Regione Valle d’Aosta
Via Festaz 50 – 11100 Aosta
Tel. 0165-31206 / Fax 0165-235238
E-mail u-accessibilita@regione.vda.it
Graziella Arnod
nazionale
Apertura: su prenotazione
Handicap, ausili

PIEMONTE

Centro studi e documentazione Gruppo Abele
Corso Trapani 95/A – 10123 Torino
Tel. 011-3841064 / Fax 011-3841055
E-mail csabele@tin.it
Web www.gruppoabele.it/profilo/centro/index.html
Apertura: mar 14-18, gio ore 14-19, mer, ven, sab 9-12,30
Tematiche sociali, tossicodipendenza, volontariato

Centro di documentazione sul Terzo mondo
Movimento Sviluppo e Pace
Via Saluzzo 58 – 10125 Torino
Tel. 011-655866 / Fax 011-6698096
E-mail movpace@tin.it
Web www.arpnet.it/movpace
Pino Lassandro
Apertura: lun-ven 9-13 / 15-18
Interdipendenza e rapporti Nord-Sud, antirazzismo, sviluppo, immigrazione

Mediateca VIS
VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo)
Via Maria Ausiliatrice 32 – 10152 Torino
Tel. 011-5224512 / Fax 011-5224684
E-mail amvis@pcn.net
Donatella Bosa
Apertura: lun-ven 9-12.30 / 15-18
Multicultura, diritti umani, pace, missioni

Mediateca Software e Disabilità
AREA (Associazione Regionale Amici degli handicappati)
Corso Regina Margherita 55 – 10124 Torino
Tel. 011-8170847 / Fax 011-8127220
E-mail areato@ipsnet.it
Web www.areato.org
Elio Tesio
Apertura: su prenotazione
Handicap

Centro documentazione e ricerca AIZO (Associazione Italiana Zingari Oggi)
Corso Montegrappa 118 – 10145 Torino
Tel. 011-7496016 / Fax 011-740171
E-mail aizo.onlus@tiscalinet.it
Web http://web.tiscalinet.it/zingari
Zingari

Centro documentazione CICSENE (Centro Italiano di Collaborazione per lo Sviluppo Edilizio delle Nazioni Emergenti)
Via Borgosesia 30 – 10145 Torino
Tel. 011-412435 / Fax 011-745261
E-mail www.cicsein@teoresi.net
Web www.arpnet.it/assoc/cicsene/info.htm
Rapporto nord-sud, intercultura, cooperazione allo sviluppo

Centro documentazione Settore Educazione Sanitaria ASL 1
Via Bertola 3 – 10100 Torino
Tel. 011-5662034 / Fax 011-5623325
E-mail informahandicap@asl1.to.it
Web www.arpnet.it/cad/ali/index.htm
Catia Giolito
Educazione sanitaria, carcere, handicap

Centro Documentazione STAPS – Scuola di specializzazione in Tecnologia, Architettura e città nei Paesi in via di Sviluppo
Politecnico di Torino – Dipartimento Casa-Città

Viale Mattioli 39 (Castello del Valentino) – 10125 Torino
Tel. 011-5646404 / 5646406 / Fax 011-5646499
E-mail scuolapvs@archi.polito.it
Web http://obelix.polito.it/scuole/STAPS/centrdoc/present.htm
Apertura: lun, mar, ven 9.30-12.30
Cooperazione allo sviluppo

Centro Documentazione del CSA – Centro piemontese di Studi Africani
Piazza San Giovanni 2 (Palazzo Chiablese) – 10121 Torino
Tel. 011-4365006 / 4310548 / Fax 011-4366044
E-mail csa@cisi.unito.it
Web www.arpnet.it/~csa
Claudio Guizzo
Apertura: lun-ven 9-13
Cooperazione allo sviluppo, cultura africana, politiche sociali

Centro Interculturale delle Donne
Associazione Almaterra
Via Norberto Rosa 13/A – 10100 Torino
Tel. 011-2464330 / Fax 011-2467002
E-mail alma@arpnet.it
Web www.arpnet.it/alma/centrodoc.htm
Apertura: ven 10-15
Intercultura, immigrazione, razzismo, donne

Centro Documentazione Associazione Philadelphia
Via Baretti 8 – 10125 Torino
Tel. 011-657582 / Fax 011-657582
E-mail epolis@tin.it / phgay@tin.it
Web www.volontariatossp.to.it/assoc/philadelphia/files/centro.htm
Apertura: gio 17-20
Omosessualità, AIDS, salute

Centro Documentazione sulle Fondazioni
Fondazione Agnelli
Via Giacosa 38 – 10125 Torino
Tel. 011-6500500 / Fax 011-6502777
E-mail info@fondazioni.it
Web www.fondazione-agnelli.it/info
Terzo settore

CIDISS – Centro Informazione Documentazione Inserimento Scolastico Stranieri
Provveditorato agli Studi di Torino
Via Masserano 4 – 10152 Torino
Tel. 011-5216053 / 5216067 / Fax 011-4365182
E-mail cidiss@comune.torino.it
Web www.to2000.it/provvto/files/cidiss.htm
Silvana Mosca
Integrazione scolastica, intercultura

Centro interculturale
LVIA (Associazione Internazionale Volontari Laici)
Via IV Novembre 28 – 12100 Cuneo
Tel. 0171-696975 / Fax 0171-602558
E-mail lvia@multiwire.net
Web www.lvia.it
Danilo Picco
Apertura: lun-ven 8.30-12.30 / 14.30-18.30
Sviluppo, interdipendenza e rapporti Nord-Sud, economia, multicultura, antirazzismo, educazione alla mondialità, immigrazione, pace

Centro Studi e Documentazione Fondazione Maderna
Via Vittorio Veneto 8 – 28922 Verbania Pallanza
Tel. 0323-503353 / Fax 0323-503953
E-mail centro.maderna@libero.it
Web www.newmedia.it/centromaderna
Annamaria Melloni
Anziani, salute

Centro documentazione Fondazione Robert Hollman sull’handicap visivo infantile
Via Clerici 6 – 28821 Cannero Riviera (VB)
Tel 0323-788485 / Fax 0323-788198
E-mail hollman@verbania.alpcom.it / t.antoniotti@fondazionehollman.it
Web www.ntfy7.artecnica.it/hollman.nsf
Handicap

Centro Associazionismo Sociale
Ass. servizi sociali Comune di Casale Monferrato
Via Mellana 17 – 15033 Casale Monferrato (AL)
Tel. 0142-444334
E-mail casale@univol-csv.org
Associazionismo sociale, emarginazione

Centro Documentazione GVA (Gruppo Volontariato Assistenza Handicappati)
Piazza S. Francesco 1 (Casella Postale 98) – 15011 Acqui Terme (AL)
Tel. 0144-356346 / Fax 0144-356346
Email gva_acqui@hotmail.com
Web www.geocities.com/gva_acqui/
Beppe Pavoletti
Apertura: su prenotazione

Handicap

LIGURIA

Centro documentazione e informazione
Comune di Genova
Salita San Francesco 4 – 16124 Genova
Handicap

Centro informazione e documentazione handicap
Coop. CILS – Comune di La Spezia
Viale San Bartolomeo 759 – 19126 La Spezia
Tel. 0187-500341
Renzo Cozzani
Handicap

LOMBARDIA

Centro studi e documentazione Associazione A77
Via Tortona 31 – 20144 Milano
Tel. 02-48954111 / Fax 02-48954119
E-mail coop.a77@flashnet.it
Anna Mazzola
Emarginazione

Centro documentazione servizi sociali “G. M. Cornaggia Medici”
Fondazione A. Moneta – Università Cattolica
Largo Gemelli 1 – 20123 Milano
Tel. 02-72342387 / Fax 02-72342552
E-mail cedoc@mi.unicatt.it
A. Bramanti
Politiche sociali

ISMU – Fondazione per lo studio e le iniziative sulla multietnicità
Foro Bonaparte 22 – 20121 Milano
Tel. 02-72023375 / Fax 02-876042
E-mail ismu@ismu.org
Web www.ismu.org
Migrazioni, multicultura

Solidea Centro Documentazione
COSV – ICEI – INTERSOS
Viale Monza 40 – 20127 Milano
Tel. 02-26820053 / Fax 02-2822853
E-mail cosv@enter.it
Web www.solidea.org
Alessandro Boscaro
Pace, intercultura, cooperazione allo sviluppo

CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia)
Via Duccio di Boninsegna 10 – 20145 Milano
Tel. 02-48012040 / Fax 02-48009938
E-mail cisfdoc@stpauls.it
Web www.sanpaolo.org/cisf
Tematiche familiari

Centro Documentazione Caritas Ambrosiana
Via S. Bernardino, 4 – 20122 Milano
Tel. 02-76037283 / Fax 02-76021676
E-mail: documentazione.ambrosiana@caritas.it
Web: www.caritas.it
Meri Salati
Apertura: lun-ven 9-13, 14-17.30
Grandi opere, leggi, pace, mondialità, tematiche sociali

IRS Istituto Ricerca Sociale
Via XX Settembre 24 – 20123 Milano
Tel. 02-46764310 / Fax 02-46764312
E-mail aghidoli@irs-online.it
Web www.irs-online.it
A. Ghidoli
Apertura: su prenotazione
Politiche sociali, ricerca, psichiatria, salute, formazione, Pubblica Amministrazione, legislazione, non-profit

Centro Documentazione Naga
Viale Bligny 22 – 20136 Milano
Tel. 02-58301420
E-mail naga@naga.it
Web www.naga.it
Gianni e Laura
Apertura: gio 19-20.30
Migrazioni, nomadi, salute

Centro Documentazione Peter Pan
Lissone (MI)
Tel. 039-7397344 / Fax 039-2450063
E-mail peterpanlissone@galactica.it
Apertura: mar 14.30-18.30, gio 9-13
Minori

CESPI (Centro studi problemi internazionali)
Via Dante 6 – 20099 Sesto San Giovanni (MI)
Tel. 02-2403877 / Fax 02-2403877
E-mail cespi@una.org
Web www.una.org/cespi
Valeria Allione
Apertura: lun-ven 9.30-14.30
Educazione allo sviluppo, immigrazione, intercultura

Centro studi
Ass. Servizi sociali Provincia di Bergamo
Via Tasso 8 – 24121 Bergamo
Tel. 035-387657 / Fax 035-387682
E-mail ass.servizi.sociali@provincia.bergamo.it
Web www.provincia.bergamo.it/3notizie.asp?IDCategoria=15
Michela Persico, Miriam Panza
Apertura: lun e mer 14.30-17, mar e gio 9-13, ven 9-12
Handicap, terzo settore, dipendenze, disagio giovanile, politiche sociali, integrazione, anziani

Centro Eirene
Via Scuri 1/C – 24128 Bergamo
Tel. 035-403220 / Fax 035-403220
E-mail eirene@infinito.it
Annalisa Marini
Apertura: su prenotazione
Pace, obiezione di coscienza

Biblioteca del volontario
CSV Bergamo – Fondazione Serughetti La Porta
Viale Giovanni XXIII 30 – 24121 Bergamo
Tel. 035-219230 / Fax 035-249880
E-mail bibliodelvolontario@infinito.it
Web www.csvbg.org
Apertura: lun-ven 15-19, sab 9-12.30
Terzo settore, obiezione di coscienza, economia e sviluppo, finanza etica, educazione alla cittadinanza

Centro Orientamento Educativo
Via Milano 4 – 23816 Barzio (LC)
Tel. 0341-996453 / Fax 0341-910311
E-mail coebarzio@tin.it
Antonietta Costadoni
Apertura: su appuntamento
Multicultura, immigrazione, antirazzismo

Centro Documentazione
Associazione Centro studi e ricerca sulla condizione giovanile e il disagio sociale
Via Aselli 15 – 26100 Cremona
Tel. 0372-37598 / Fax 0372-463034
E-mail centro.studi@rccr.cremona.it
Web www.rccr.cremona.it/doc.como/cstudi
Luca Ferrari
Politiche sociali, tossicodipendenza, AIDS, handicap, obiezione di coscienza, immigrazione

CDF Centro Documentazione Formazione
Coop. Cascina Bosco
Via Cavour 68 – 46100 Mantova
Tel. 0376-322300 / Fax 0376-322300
E-mail cntdoc@libero.it / asm@comune.mantova.it
Mario Afretti, Sabrina Magnani
Apertura: mar-sab 8.30-12.30, 15-19
Emarginazione, pace

TRENTINO-ALTO ADIGE

Bantamaré – Centro di documentazione
Centro Missionario Diocesano – Trento
Via San Giovanni Bosco 7 – 38100 Trento
Tel. 0461-983817 / Fax 0461-983529
E-mail centro.missionario@tn.nettuno.it
Web www.arcidiocesi.trento.it/missioni
Laura Edine
Apertura: lun-mer, ven 9-11.30, gio 15-18
Sud del mondo, missione

Centro Documentazione dell’Istituto Regionale Studi e ricerca Sociale
Piazza Santa Maria Maggiore 7 – 38100 Trento
Tel. 0461-273618 / Fax 0461-233821
E-mail biblioteca@irsrs.tn.it
Web www.irsrs.tn.it
Rolando Liriti
Politiche sociali, handicap, psicologia

Centro di Documentazione “Mauro Rostagno” sui movimenti sociali degli anni ’60-‘70
Biblioteca del Museo Storico di Trento
Via Clesio 3 – 38100 Trento
Tel. 0461-230482 / 264660 / Fax 0461-237418
E-mail museostorico@museostorico.tn.it
Web http://www.museostorico.tn.it/cdr/default.htm
Giuseppe Ferrandi
Apertura: lun-ven 9-16
Pace, obiezione di coscienza, politiche sociali, sindacati

Biblioteca AIAS – Associazione Italiana Assistenza Spastici
Via Fago 14 – 39100 Bolzano
Tel. 0471-284125 / Fax 0471-284125
E-mail aias@dnet.it
Web www.handynet.bz.it
Marlene Meisinger
Apertura: lun-gio 9-18, ven 9-13
Handicap

VENETO

Informahandicap
AIAS – Assessorato Politiche Sociali Comune di Venezia
Viale Garibaldi 155 – 30174 Mestre (VE)
Tel. 041-5341700 / Fax 041-5342257
E-mail informahandicap@comune.venezia.it
Web www.comune.venezia.it/handicap
Apertura: mar-ven 15.30-18.30, mer 9-13
Handicap

Informahandicap
AUSL 13 – URP Ospedale di Mirano
Via Mariutto – 30035 Mirano (VE)
Tel. 041-5795406
E-mail 13mirano.urp@tin.it
Handicap

CEDOR – Centro documentazione Oscar Romero
Centro Unitario Missionario
Via Bacilieri 1/A – 37139 Verona
Tel. 045-8900329 / Fax 045-8903199
E-mail enrico.filippi@tin.it
Web www.fondazionecum.it
Enrico Filippi
Apertura: su appuntamento, mar-gio 9-17
America Latina, missioni, diritti umani, ambiente

Centro di studi e formazione sui diritti dell’uomo e dei popoli
Università di Padova
Via Anghinoni 10 – 35121 Padova
Tel. 049-8274431 / Fax 049-8273684
E-mail cesdup@cdu.cepadu.unipd.it
Web www.cepadu.unipd.it
Enrico Vendrame. Paolo De Stefani
Apertura: lun-mer 9-13, 14-17, gio-ven 9-13
Diritti umani, pace, sviluppo

Centro DARI – Documentazione Aggiornamento Ricerca pedagogica per l’Integrazione c/o Scuola Media “Pacinotti”
Provveditorato agli Studi di Padova
Via De Cristoforis 2 – 35129 Padova
Tel. 049-8073100 / Fax 049-8073100
E-mail dari@provincia.padova.it
Web www.provincia.padova.it/provveditorato/centrodari/dari.htm
Apertura: lun e mer 16-18, mar e gio 9-12 / 16-18, ven 9-12
Integrazione scolastica, educazione interculturale

AGPU – Associazione Gruppo Progetti Uomo
Via Leopardi 6 – 35126 Padova
Tel. 049-613982 / Fax 049-613982
E-mail agpu@libero.it
Pierangelo Della Giustina
Ambiente, handicap, minori, nomadi, pace, carcere, tossicodipendenza, alcolismo

Centro analisi e documentazione sulle politiche sociali per la tutela dei soggetti deboli
Fondazione Emanuela Zancan – Caritas Italiana
Via Vescovado 66 – 35141 Padova
Tel. 049-663800 / Fax 049-663013
E-mail zancan@tin.it
Web www.fondazionezancan.it
Tiziano Vecchiato
Politiche sociali, volontariato e terzo settore

Centro Studi Sestante
Via Vigonovese 29 – 35127 Padova
Tel. 049-8701833 / Fax 049-8701300
E-mail sestante@cscpa.it
Cristina Battola, Chiara Galtarossa
Politiche sociali, lavoro, disagio giovanile, tossicodipendenza

Centro Studi e Documentazione BASIS
Dip. Politiche giovanili Ass. Servizi Sociali Regione Veneto
Via Valmarana 10 – 35027 Noventa Padovana (PD)
Tel. 049-8931855
E-mail isfos@iol.it
Dr. Nason
Tossicodipendenza

Centro di servizio per il volontariato
Via del Piave 5 – 32100 Belluno
Tel. 0437-950374 / Fax 0437-958273
E-mail csv@bl.nettuno.it
Web www.csv.bl.it
Angelo Paganin, Michelangelo De Donà
Apertura: lun-ven 8.30-13.30, 14.30-18
Volontariato

Centro Studi Prisma
Via del Piave 5 – 32100 Belluno
Tel. 0437-941312 / Fax 0437-941312
E-mail prisma@dolomites.it
Handicap

Centro Documentazione Handicap
Coordinamento Provinciale Associazioni Handicappati
Via Montello 4/b – 31100 Treviso
Tel. 0422-421643 / Fax 0422-421643
E-mail cpahtv@tin.it
Web www.cpah.org
Francesca Baldasso
Apertura: lun-ven 8.30-11.30, 14.30-17.30
Handicap, integrazione scolastica, volontariato

Centro Documentazione Informazione sulle tematiche sociali
ANFFAS, ACAT, ARAP, GCV
Via Carducci 39 – 31029 Vittorio Veneto (TV)
Tel. 0438-941212 / Fax 0438-941212
E-mail inf.handicap.vv@libero.it
A. Terrassan
Handicap, tossicodipendenza, psichiatria

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Centro studi Paolo Fonda
Via Gregorutti 2 – 34100 Trieste
Tel. 040-774186 / Fax 040-774186
Stefano Bianchi
Psichiatria, tossicodipendenza

Biblioteca Centro Itard
ASL – Università di Udine
Via Piemonte 84 – 33100 Udine
Tel. 0432-42836 / 481103 / Fax 0432-481103
Ivano Pacco
Handicap

CPAS
Servizio inserimento lavorativo
Villa Carinzia – Viale Martelli – 33170 Pordenone
Tel. 0434-21502
Handicap

EMILIA-ROMAGNA

Centro Documentazione Handicap
Associazione CDH
Via Legnano 2 – 40132 Bologna
Tel. 051-6415005 / Fax 051-6415055
E-mail cdh@accaparlante.it
Web www.accaparlante.it
Andrea Pancaldi
Apertura: mar 10-18, mer 10-14, gio 14-18, ven 10-13
Handicap, volontariato e terzo settore, minori, politiche e servizi sociali, informazione e documentazione sociale

Centro documentazione Mediateca La Meridiana
Coop La luna nel pozzo
Via Gandusio 10 – 40128 Bologna
Tel. 051-250013 / Fax 051-250013
E-mail coopllnp@iperbole.bologna.it
Web http://www3.iperbole.bologna.it/coopllnp
Elisa Del Vecchio, Stefania Marzocchi
Apertura: mar e gio 15-19
Economia, finanza, rapporto nord-sud, diritti

Centro documentazione mondialità CDM
Caritas e Centro Poggeschi
Via Guerrazzi 14 – 40125 Bologna
Tel. 051-220435 / Fax 051-220435
E-mail poggeschi.cdm@iperbole.bologna.it
Web www.comune.bologna.it/iperbole/poggeschi
Apertura: lun-sab 9-13, 15-19
Cooperazione internazionale, rapporto nord-sud, immigrazione, intercultura

Centro documentazione Amilcar Cabral
Comune di Bologna
Via San Mamolo 24 – 40136 Bologna
Tel. 051-581464 / Fax 051-6448034
E-mail amicabr@comune.bologna.it
Web http://www2.comune.bologna.it/bologna/amicabr
Elena Tripodi
Apertura: lun-gio 8,30-19, ven-sab 8,30-13,30
Storia politica ed economia dei paesi africani asiatici e latinoamericani, sviluppo, immigrazione, diritti umani

Centro documentazione e promozione Familiare
Associazione G.P.Dore
Via del Monte – 40126 Bologna
Tel. 051-239702 / Fax 051-239702
E-mail cgpdore@libero.it
PierPaolo Ridolfi
Apertura: lun-ven 9,30-12,30
Famiglia, educazione, adozione, minori

Centro documentazione CDR
Antoniano dei Frati Minori
Via Guinizelli 3 – 40125 Bologna
Tel. 051-308851 / Fax 051-300769
E-mail cdr@antoniano.it
Web www.antoniano.it/cdr
Infanzia, adolescenza, dipendenze

Centro documentazione Laboratorio di Educazione
Interculturale – CD/LEI
Comune di Bologna
Via Libia 53 – 40127 Bologna
Tel. 051-300812 / Fax 051-397306
E-mail miriam.traversi@comune.bologna.it
Web www.media.comune.bologna.it
Miriam Traversi
Apertura: lun e ven 8-14, mar e gio 8-17,30
Sviluppo e cooperazione, immigrazione,
intercultura

Centro documentazione CEDAIFO
Associazione Amici di Raoul Follereau
Via Borselli 4 – 40135 Bologna
Tel. 051-433402 / Fax 051-434046
E-mail aifo@iperbole.bologna.it
Antonio Landolfi
Apertura: lun-ven 8,30-13, 14-17
Sviluppo, cooperazione, intercultura, razzismo

Biblioteca nazionale delle Donne
Associazione Orlando – Comune di Bologna
Via Galliera 8 – 40126 Bologna
Tel. 051-239788 / Fax 051-263460
E-mail atagliav@woman.it
Web www.orlando.woman.it
Apertura: lun-ven 8,30-14, lun e gio 15-18
Emarginazione e condizione femminile

Centro documentazione Il Cassero
Associazioni Arci Gay e Arci Lesbica
Piazza di Porta Saragozza 2 – 40134 Bologna
Tel. 051-6446824 / Fax 051-6446252
E-mail dor5142@iperbole.bologna.it
Daniela Del Pozzo
Apertura: lun-gio 15-19, lun e mer 21-24
Omosessualità, psicologia

Biblioteca Istituzione G.F.Minguzzi
Provincia di Bologna
Via S.Isaia 90 – 40123 Bologna
Tel. 051-524117 / Fax 051-521268
E-mail minguzzi@provincia.bologna.it
Web www.provincia.bologna.it/minguzzi/index.html
Luisa Savino
Apertura: lun, mer e ven 8,30-14; mar e gio 8.30-15
Psichiatria, minori, tossicodipendenza

Spazio Documentazione Handicap
Comune di Bologna
Via Libia 53 – 40138 Bologna
Tel. 051-300812 / Fax 051-397306
E-mail piero.sacchetto@comune.bologna.it
Web www.media.comune.bologna.it
Carmen Balsamo
Apertura mar e gio 15-17, mer 9-12
Handicap

Centro documentazione e produzione AIDS
Associazione Lila
Via Agucchi 190/a – 40131 Bologna
Tel. 051-6347644 – Fax 051-6347640
E-mail asslila@iperbole.bologna.it
Web http://www2.comune.bologna.it/asslila
Miguel Malafronte
Apertura: lun 15-18; mar e gio 11-17,30
AIDS, omosessualità, tossicodipendenza

Centro di documentazione sulla cooperazione
e l’economia sociale
Via Mentana 2 – 40126 Bologna
Tel. 051-231313 / Fax 051-6561934
E-mail coopdocu@iperbole.bologna.it
Elena Romagnoli
Apertura: lun-ven 9,30-12,30, 14,30-17,30
Cooperazione, economia sociale, terzo settore

Biblioteca sui diritti umani
Amnesty International
Via Irma Bandiera 1/a – 40100 Bologna
Tel. 051-434384
E-mail amnesty@iperbole.bologna.it
Nicola Cocchi
Apertura: mar e sab 9,30-13,30, gio 16,30-18,30
Diritti umani, pena di morte, rifugiati,
razzismo, industria bellica

Centro Documentazione Integrazione
Comuni di Bazzano, Crespellano, Monteveglio
Piazza della Pace 6 – 40056 Crespellano (BO)
Tel. 051-964054 / Fax 051-960756
E-mail cdila@libero.it
Luisa Zaghi
Apertura: mar 13,30-17,30
Handicap, politiche sociali

Centro Documentazione Diritti Umani Pace e Solidarietà Internazionale
Amnesty International, Pecora Nera, Banca Etica, Emergency
Via XXI Aprile 19 – 29100 Piacenza
Tel. 0348-3233739
E-mail gr006@amnesty.it
Web http://amnestypiacenza.homepage.com
Luigi Ferrari
Apertura: su prenotazione
Diritti umani, pace

Centro studi e documentazione di storia della Psichiatria
USL
Via Amendola 2 – 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522-335280 / Fax 0522-295205
Maria Grazia Pini
Psichiatria

Centro documentazione Finestre sul Mondo
Centro Missionario Diocesano Reggio Emilia
Via Ferrari Bonini 3 – 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522-436840 / Fax 0522-438657
E-mail cmdre@tin.it
Fulvio Bucci
Apertura: lun, mar, ven 15-18
Immigrazione, intercultura, pace

Centro Provinciale per l’Integrazione Scolastica
Provincia – Provveditorato agli Studi
Via Fratelli Bandiera (c/o Scuola Corazza) – 43100 Parma
Tel. 0521-989092 / Fax 0521-985160
E-mail cepis@provincia.parma.it
Web http://ulisse.provincia.parma.it/cepis
Teodolinda Mazza
Handicap, integrazione scolastica, politiche sociali

CDH Centro Documentazione Handicap
Comune, Provincia, Provveditorato, AUSL Modena
Via Saragozza 100 – 41100 Modena
Tel. 059-219559 / Fax 059-4392866
E-mail cddh001@comune.modena.it
Web www.comune.modena.it/cdh
Mauro Serra
Handicap

Centro Documentazione S. Francesca Romana
Associazione CE.DOC
Via XX Settembre 47 – 44100 Ferrara
Tel. 0532-760147
E-mail sfr@fe.nettuno.it / csvdoc@libero.it
Pace, intercultura, diritti umani, volontariato

Centro Documentazione Marianela Garcia
Ass. Gruppo Ferrara – Terzo mondo
Via Santo Stefano 24 – 44100 Ferrara
Tel. 0532-205472 / Fax 0532-763354
E-mail assstm@4net.it
Cinzia Rossi
Pace, cooperazione allo sviluppo, immigrazione

Centro di Documentazione Internazionale AICCON
c/o Biblioteca Centralizzata R. Ruffilli
Via San Pellegrino Laziosi 13 – 47100 Forlì
Tel. 0543-450371 / 450374 / Fax 0543-450372
E-mail: dscarazz@sun1.spfo.unibo.it
Web: http://www.spfo.unibo.it/biblio/default.html
Daniele Scarazzati

Centro documentazione educativa – sezione handicap
Comune di Cesena
Via Anna Frank 185 – 47023 Cesena
Alide Tassinari
Handicap

Informahandicap – ASL Cesena
Ospedale Bufalini / Servizio Recupero Rieducazione Funzionale
Via Ghirotti 286 – 47023 Cesena
Tel. 0547-352111 / Fax 0547-352111
Alessandro Capasso
Autonomia e ausili nell’handicap

Centro risorse per l’handicap
Comune di Savignano sul Rubicone
Piazza Borghesi 9 – 47039 Savignano sul Rubicone (FC)
Tel. 0541-809667 / 809672 / Fax 0541-943595
E-mail servizi.sociali@comune.savignano-sul-rubicone.fo.it
Handicap

Centro Documentazione “Don Tonino Bello”
Consulta del Volontariato (Manitese, Pax Christi, ACLI Faenza…)
Via Laderchi 3 – 48018 Faenza (RA)
Tel. 0546-27206 / Fax 0546-27206
Apertura: lun-ven 9-13, 15-18, sab 9-12
Pace, volontariato, emarginazione, ecologia, mondialità

Centro Documentazione Comunità Giovanni XXIII
Via della Grotta Rossa 6 – 47037 Rimini
Tel. 0541-753000 / Fax 0541-751624
E-mail cedoc.apg23@libero.it
Emarginazione

CIDEF
Via Vezia 2 – 47900 Rimini
Tel. 0541-23901 / 51591 / 56980 / Fax 0541-56934
E-mail direzione@ceis.rn.it
Web www.ceis.rn.it
Rita Gatti
Handicap

TOSCANA

GUSIAS (Gruppo Universitario Studenti Insegnanti Aggiornamento)
Via della Loggetta 125 – 50135 Firenze
Tel. 055-672149 / Fax 055-6241618
E-mail gusias@comune.firenze.it
Web http://soalinux.comune.firenze.it/gusias
Idana Pescioli
Apertura: su prenotazione
Multicultura, diritti umani, formazione

Centro Documentazione Fondazione Istituto Andrea Devoto
Viale Mazzini 40 – 50132 Firenze
Tel. 055-2469055 / Fax 055 2469167
E-mail me3699@mclink.it
Web: www.alcolonline.org
Silvia Bruni
Apertura: su prenotazione
Alcolismo, autoaiuto

Centro documentazione handicap e ausilioteca
Comune di Firenze
Via Nicolodi 2 – 50137 Firenze
Tel. 055-2625614 / Fax 055-2625687
E-mail int.disab@comune.firenze.it
Handicap

Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza
Istituto degli Innocenti
Piazza SS. Annunziata 12 – 50122 Firenze
Tel. 055-2037343 / Fax 055-2037344
E-mail cndm@minori.it
Web www.minori.it
Minori

BDP – Biblioteca di Documentazione Pedagogica
Via Buonarroti 10 – 50122 Firenze
Tel. 055-2380301 / Fax 055-2380330
Web www.bdp.it
Maria Luisa Trigari
Handicap, integrazione scolastica

Centro Documentazione Manitese Firenze
Via Aretina 230/B – 50133 Firenze
Tel. 055-6504262 / Fax 055-6504262
E-mail manitesefirenze@dada.it
Web www.manitese.it/firenze/cedoc.htm
Francesca, Matilde, Tommaso
Apertura: mar-ven 15.30-19
Ambiente, rapporti Nord-Sud, cooperazione allo sviluppo, volontariato

CESI – Centro per l’Educazione allo Sviluppo e all’Integrazione
Biblioteca Comunale “Fucini”
Via Cavour 36 – 50053 Empoli (FI)
Tel. 0571-757840 / Fax 0571-757832
E-mail biblioteca@comune.empoli.fi.it
Web www.comune.empoli.fi.it/biblioteca/cesi.htm
Apertura: lun-ven 9-19
Emarginazione, immigrazione, intercultura

Centro risorse sulle tematiche educative e dell’handicap
Assess. Pubblica Istruzione Comune di Pontassieve
Piazza Mosca 7 – 50065 Pontassieve (FI)
Apertura: mar 9-13, 14-18
Handicap

Centro Documentazione “Bambini-sud”
Associazione Il Colibrì
Via delle Fonti 185 – 50047 Prato
Tel. 0574-581411
Daniele Petrachi
Infanzia

Centro Documentazione di Pistoia
Via degli Orafi 29 – 51100 Pistoia
Tematiche sociali e culturali

Centro documentazione e studi sociali “Padre Arrupe”
Via Dante Alighieri 43 – 51016 Montecatini Terme (PT)
Tel. 0572-911430
E-mail iowmg@tin.it
Mondialità, ambiente

Centro documentazione
CNV – Centro Nazionale per il Volontariato
Via Catalani 158 – 55100 Lucca
Tel. 0583-419500 / Fax 0583-419501
E-mail cnv@cnv.cpr.it
Web http://cnv.cpr.it
Elena Ghilardi
Volontariato

CESERS – Centro Studi e Ricerche Sociali
Ce.I.S. – Enaip
Via per Arliano – 55050 Arliano (LU)
Tel. 0583-464189 / Fax 0583-409405
E-mail: cscuola@tin.it
Grazia Dell’Orfanello
Emarginazione, tossicodipendenze, AIDS, pace, diritti

Biblioteca Nord-Sud della Associazione Arturo
Corso Mazzini 113 – 56029 S. Croce sull’Arno (PI)
Immigrazione

Centro documentazione handicap
Progetto Donna Comune di Carrara
Via Roma 36 – 54033 Carrara
Handicap

Centro Documentazione Città di Arezzo
Via Masaccio 6 – 52100 Arezzo
Tel. 0575-902488 / Fax 0575-909477
E-mail: cdd@nots.it
Web www.provincia.arezzo.it/Biblioteche/centrodoc/index.html
Paola Vaccari
Apertura: mar e gio 9,30-13 / 15-18, mer e ven 9,30-13
Diritti umani, rapporti Nord-Sud, cooperazione allo sviluppo, pace, intercultura

Karibu
Centro Mondialità Sviluppo Reciproco
Via della Madonna 32 – 57123 Livorno
Tel. 0586-211388 / 887350 / Fax 0586-882132
E-mail cmsr-it@cmsr.org
Web www.cmsr.org
Elisabetta Bini
Apertura: lun-sab 15-19
Educazione allo sviluppo, intercultura

UMBRIA

Circolo Amerindiano
Via Fratti 18 – 06123 Perugia
Tel. 075-5720716 / Fax 075-5720716
E-mail info@amerindiano.cjb.net
Web www.amerindiano.cjb.net
Biagio Schettino
Apertura: mar e ven 10-13, 16-19
Americanistica, antropologia, archeologia

Agenzia SEDES – Servizio Documentazione Educazione Sanitaria
Ministero Sanità / Regione Umbria
Via Marzia 8 – 06100 Perugia
Tel. 075-5733564 – Fax 075-5763764
E-mail sedes@sedes.it
Web www.sedes.it
Prevenzione, salute

Sportello informazione carcere
Associazione Ora D’Aria
Via della Viola 1 – 06122 Perugia
Tel. 075-5731074 / Fax 075-5730616
E-mail acpg@krenet.it
Patrizia Costantini
Carcere

MARCHE

Centro H
Via Mamiani 70 – 60125 Ancona
Tel. 071-54206 / Fax 071-54206
Web www.anconaline.com/centroacca
Handicap

Centro studi e documentazione Gruppo Solidarietà
Via Salvo d’Acquisto 7 – 60030 Moie di Maiolati (AN)
Tel 0731-703327 / Fax 0731-703327
E-mail grusol@tin.it
Web www.comune.iesi.ancona.it/grusol
Fabio Ragaini
Emarginazione

Centro Studi sulle tossicodipendenze
AUSL 7 – Ser.T.
Via M. Ricci 11/C – 60020 Palombina (AN)
Tel. 071-5961
AIDS, alcolismo, tossicodipendenze

Centro provinciale di documentazione delle risorse per l’handicap
Coop. Labirinto
Via Ponchielli 85 – 61100 Pesaro
Tel. 0721-412878 / Fax 0721-415359
E-mail www.cdhlabirinto@fuorimargine.com
Gianni Michele
Apertura: lun-ven 9-12, mar e gio 15-17
Handicap

Centro Documentazione donna disabile
ANMIC
Via Silone 14 – 62100 Macerata
Tel. 0733-35366 / Fax 0733-35366
E-mail anmicmacerata@libero.it
Handicap

Centro di documentazione handicap
Provincia e Provveditorato MC
Via Capuzzi 40 – 62100 Macerata
Tel. 0733-237058 / Fax 0733-237158
Handicap

Centro Documentazione S.O.S. Missionario
Via Giovanni XXIII 23 – 63039 San Benedetto del Tronto (AP)
Tel. 0735-585037 / Fax 0735-585037
E-mail sosmissionario@jth.it
Web www.jth.it/sosmissionario
Pace, cooperazione allo sviluppo

Centro documentazione RES Risposte Esperienze Servizi
Cooperativa RES – Comunità di Capodarco
Via Vallescura 47 – 63010 Capodarco di Fermo (AP)
Mario Toppi
Apertura: lun-sab 9-13
Emarginazione

LAZIO

Centro Studi Emigrazione
Via Dandolo 58 – 00153 Roma
Tel. 06-5897664 / 5809764 / Fax 06-5814651
E-mail cser@pcn.net
Web www.cser.it
Antonietta Tosoni
Apertura: lun-ven 9-12.45, gio 13.30-16.45 (su prenotazione)
Immigrazione, intercultura
(Al CSE fa capo anche un “Centro Documentazione Immigrazione e Intercultura”, con stesso indirizzo, e-mail servizio@roma-intercultura.it e Web www.roma-intercultura.it, curato da Sabina Eleonori e Cristiane Lubos in collaborazione con il Comune di Roma, che offre accesso alla documentazione della biblioteca e in più ad una videoteca)

Centro Documentazione Caritas nazionale
Viale Baldelli 41 – 00146 Roma
Laura Torricelli
Tel. 06-54192216
Emarginazione, pace, mondialità

Mediateca per lo sviluppo
Centro Internazionale Crocevia
Via Ferraironi 88/G – 00177 Roma
Tel. 06-2413976 / Fax 06-2424177
E-mail crocevia@cambio.it
Web www.crocevia.org
Charito Basa
Apertura: lun, gio, ven 9-13, mar 14.30-17
Cooperazione internazionale, agricoltura, comunicazione sociale, diritti umani

Il Ponte – Centro di Documentazione
UCSEI (Ufficio Centrale Studenti Esteri in Italia)
Via del Conservatorio 1 – 00186 Roma
Tel. 06-6872532 / Fax 06-68804063
E-mail il.ponte@flashnet.it
Mons. Remigio Musaragno
Apertura: su prenotazione
PVS, cooperazione internazionale

Centro Studi e Ricerche sulla Psichiatria e Scienze Umane
USL Roma E
Piazza Santa Maria della Pietà 5 – 00135 Roma
Pompeo Martelli
Psichiatria

Centro Documentazione ALDEA diritti umani / DOSVI donne e sviluppo
PRODOCS (Progetto Domani Cultura e Solidarietà)
Via Etruria 14 – 00183 Roma
Tel. 06-77072773 / Fax 06-7003710
E-mail prodocs@tin.it
Web www.ines.org
Viviana Ventura
Apertura: su prenotazione
Cooperazione internazionale, intercultura, diritti umani

Centro Documentazione Osservatorio della Gioventù
Università Salesiana
Piazza Ateneo Salesiano 1 – 00139 Roma
Politiche e condizione giovanile

Centro Documentazione CEIS – Centro Italiano di Solidarietà
Via Ambrosiani 129 – 00147 Roma
Tel. 06-541951 / Fax 06-5407304
E-mail ceis@ceis.it
Web www.ceis.it
Tossicodipendenza

Centro Documentazione FIVOL (Fondazione Nazionale per il Volontariato)
Via Nazionale 39 – 00184 Roma
Tel. 06-474811 / Fax 06-4814617
E-mail docum.biblio@fivol.it
Web www.fivol.it
Gian Paolo Manganozzi, Mariella Errigo
Volontariato

Fondazione Internazionale Lelio Basso
Via della Dogana Vecchia 5 – 00186 Roma
Tel. 06-68801468 / Fax 06-6877774
E-mail biblio.filb@libero.it
Web www.grisnet.it/filb
Marina Scionti
Apertura: lun-ven 10-17.30
Diritto internazionale, diritti umani, politica, solidarietà

Centro Studi Zingari
Via dei Barbieri 22 – 00186 Roma
Web www.geocities.com/Athens/Bridge/5847/csz.htm
Zingari

Centro Documentazione Fondazione LABOS – Laboratorio Politiche Sociali
Viale Liegi 14 – 00196 Roma
Tel. 06-8543568 / Fax 06-85302812
E-mail labos@katamail.com
Roberta Cianfarani
Politiche sociali

CEDIP – Centro Documentazione Interculturale Polivalente
Ufficio Speciale Immigrazione – Comune di Roma
Via Palermo 36 – 00184 Roma
Tel. 06-48880322 / Fax 06-48880328
Web www.comune.roma.it/usi/cedip/home.htm
Apertura: lun-ven 10-17
Immigrazione, intercultura

Handy File – Rete di informazione e documentazione sull’handicap tra Associazioni ed Enti della città di Roma, c/o AIAS
Via Cipro 4/H – 00136 Roma
Tel. 06-39731704 / Fax 06-39731749
Gianfranco Cherubini
Handicap

Centro Documentazione sul carcere
Ora D’Aria / ARCI
Via dei Mille 23 – 00185 Roma
Laura Brachetti
Carcere

CIDHa – Centro Informazione Documentazione Handicap
Data Coop
Via delle Avocette 15 – 00169 Roma
Tel. 06-2382210
E-mail cidha.datacoop@flashnet.it
Web www.datacoop.org/cidha
Patrizia Ciccani
Handicap

Fondazione Adriano Olivetti
Via Zanardelli 34 – 00186 Roma
Tel. 06-6877054 / Fax 06-6896193
E-mail fond.adrianolivetti@iol.it
Web www.fondazioneadrianolivetti.it
Terzo settore

EISS – Ente Italiano di Servizio Sociale
Viale Balzelli 41 – 00146 Roma
Tel. 06-5410603 / Fax 06-5402762
E-mail eiss@pronet.it
Web www.eiss.it
Politica e organizzazione dei servizi sociali

Banca dati bibliografica sull’Assistenza Psichiatrica
Istituto Italiano di Medicina Sociale
Via P. S. Mancini 28 – 00100 Roma
Tel. 06-3200642
Web www.iims.it
Maria Flaminia Calabresi
Psichiatria

CEDE – Centro Documentazione Educativa
Via Borromini 5 (Villa Falconieri) – 00044 Frascati (RM)
Tel. 06-94185268 / Fax 06-94185285 / 94185215
E-mail biblioteca@cede.it
Web www.cede.it
Anna Baldazzi
Formazione

ABRUZZO

Centro Documentazione Handicap
Centro servizi culturali c/o Liceo Scientifico
Viale Europa – 64015 Nereto (TE)
Tel. 0861-856185 / Fax 0861-856185
Apertura: lun-ven 9-13, mar e gio 14-17
Handicap, emarginazione

CE.RI.S.HA
Direzione didattica di Atri
Viale Umberto I 3 – 64032 Atri (TE)
Tel. 085-87265 / Fax 085-8797043
E-mail teee012007@istruzione.it
Handicap

MOLISE

Centro Documentazione Handicap
CNIS (Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati)
Via Garibaldi 25 – 86100 Campobasso
Tel. 0874-497553 / Fax 0874-61069
E-mail info@cdhcb.org
Web www.cdhcb.org
Handicap, minori

CAMPANIA

Centro Informazione e Documentazione VOLINFORMA
Comune di Napoli / MOVI – Movimento di Volontariato Italiano
Via Amato di Montecassino 4 – 80100 Napoli
Tel. 081-5491161

Centro Studi Caritas Diocesana di Napoli
Largo Donnaregina 23 – 80138 Napoli
Tel. 081-5574264 / 5574265 / Fax 081-5574269
Apertura: lun-ven 9.30-12.30

CIDHa – Centro Informazione Documentazione Handicap
Lega Nazionale Diritto al lavoro handicappati
Via Santagata 32 – 81100 Caserta
Tel. 0823-467329 / Fax 0823-467329
E-mail dbdte@tin.it
Handicap

BIONG – Biblioteca delle ONG
Viale A. Lincoln 2° tratto – Parco Amenoi 114 – 81100 Caserta
Tel. 0823-472605
Cooperazione allo sviluppo

Centro Servizi per le Politiche Sociali
MOVI – Movimento di Volontariato Italiano di Salerno
Via Pellegrino 19 – 84019 Vietri sul Mare (SA)
Tel. 089-761111 / Fax 089-761628
E-mail info@solidata.it
Elena Silvestri, Peppe Sottile
Terzo settore, volontariato, politiche sociali, diritti

PUGLIA

Centro Documentazione CAMA-LILA Bari
Via Sparano 141 – 70121 Bari
Tel. 080-5227716 / Fax 080-5309847
E-mail redrib@libero.it
Web www.camalila.aiutiamo.org
Nicola Catucci
Apertura: lun-ven 10-12.30, 17-20
AIDS, tossicodipendenze, prostituzione, diritti, salute

Centro di Ricerca, Formazione e Documentazione sull’Europa sociale Erasmo
Piazza Pinto 17 – 70023 Gioia del Colle (BA)
Tel. 080-3431411 / Fax 080-3431411
E-mail erasmo@mailbox.media.it / erasmo_anp@libero.it
Franco Ferrara
Politiche sociali, terzo settore

SILOE – Scuola di Formazione e Centro Studi
Coop. La Strada promossa dalla Comunità Emmanuel
Viale O. Quarta 2 – 73100 Lecce
Tel. 0832-241074 / Fax 0832-243005
Minori, emarginazione

InformaHandicap
Comune di Taviano – Ass. Idea Caritas
Via S. Martino 22 – 73057 Taviano (LE)
Tel. 0833-914646 / Fax 0833-914646
E-mail ass.idea@libero.it
Elisa Fraraccio
Handicap

CALABRIA

Centro Documentazione Lilliput
Osservatorio Meridionale Centro Studi
Via Cattolica dei Greci 26 – 89125 Reggio Calabria
Tel. 0965-899512 / Fax 0965-312348
E-mail ossmer@diel.it / osservatorio.meridionale@tiscalinet.it
Marisa Meduri
Emarginazione, politiche sociali, legalità

Centro Studi Comunità Progetto Sud
Via Reillo 5 – 88046 Lamezia Terme (CZ)
Tel. 0968-462419 / Fax 0968-462520
E-mail nunziac@c-progettosud.it
Web www.c-progettosud.it
Nunzia Coppedè
Apertura: lun-ven 9-13
Handicap, AIDS, tossicodipendenze

SICILIA

Centro di Documentazione “Giuseppe Impastato”
Via Villa Sperlinga 15 – 90144 Palermo
Tel. 091-6259789 / Fax 091-348997
E-mail csdgi@tin.it
Web: www.centroimpastato.it;
Umberto Santino, Anna Puglisi
Apertura: su prenotazione
Lotta alla mafia, pace

Centro Documentazione Verius
Parrocchia del Bambin Gesù – Palermo
Via Parlatore 67 – 90145 Palermo
Tel. 091-6811268 / Fax 091-6810467
Emarginazione
(al momento inattivo)

Centro di formazione politica “Padre Arrupe”
Via F. Lehar 6 – 90100 Palermo
Tel. 091-347232
E-mail gdigennaro@skyol.it
Web www.wgt.it
P. Gianni di Gennaro
Politiche sociali, politica

Centro Documentazione “Davide contro Golia” – Biblioteca dell’EISS
MOVI Movimento di Volontariato Italiano – EISS
Via G. Turrisi Colonna 47 – 90141 Palermo
Tel. 091-300114 / Fax 091-300114
E-mail eisspa@tin.it
Valeria Perticone, Benedetta Valenti
Volontariato, terzo settore, comunicazione sociale, politiche sociali

Centro socioculturale e ricerca
Via Taormina – 90018 Termini Imerese (PA)
Emarginazione

Centro Informazione Documentazione Associazione diritti civili handicappati
Via Carlo Forlanini 3/A – 96100 Siracusa
Tel. 0931-35160 / Fax 0931-415477
E-mail progettovita@tin.it
Web www.progettovita.it
Handicap

Agenzia Regionale Osservatorio Mediterraneo
Via Penninello 6 – 95124 Catania
Tel. 095-322890 / Fax 095-322890
E-mail osserv@tin.it
Cettina Pedilarco
Apertura: lun-ven 9-17
Politiche sociali, giovani, tossicodipendenza, terzo settore, pedagogia

SARDEGNA

Centro Documentazione Associazione La Strada
Via Pessagno 4 – Casella Postale 281 – 09126 Cagliari
Tel. 070-345070 / Fax 070-345070
E-mail sardegnasolidale@interbusiness.it
Web www.sardegnasolidale.it
Gian Piero Farru
Volontariato, emarginazione

Nuvole diverse

Per un vocabolario dell’ handicap e fumetto – indice

“Documentazione: la gestione dei linguaggi; il thesauro della Fivol sul volontariato”

1. Premessa a un manufatto autarchico

Pressato dalle esigenze del programma e quindi dal tempo che mi è stato assegnato, riduco a due battute una nota iniziale per collocare 1′ oggetto "thesaurus" all’interno del tema che ispira tutta la nostra giornata di lavoro, e dico che, mettendomi a riflettere, ho interpretato la gestione dei linguaggi documentali come modo mezzo tempo per raccontare gli effetti che possono prodursi quando la testimonianza dei fatti interagisce con un fenomeno il volontariato moderno inteso come azione volta ad incidere per il meglio sulla realtà sociale, per combatterne i fenomeni di emarginazione, di povertà, di intolleranza, di ingiustizia verso i più deboli.
In questa prospettiva, documentare è costringere le intuizioni creative e le tensioni solidaristiche a non perdere il contatto con la realtà degli eventi e delle situazioni che li determinano o ne scaturiscono: una sorta di "sperimentazione preventiva" capace di leggere in chiave dinamica la staticità dei dati o l’incasellamento in codici dei contenuti di un rapporto di ricerca, delle pagine di un giornale, delle immagini di un video.
Che poi il tema "documentazione" venga dimenticato nei commi delle norme (in proposito può risultare espressiva anche la direttiva dell’Osservatorio nazionale sul finanziamento dei progetti, firmata dal Ministro On. Turco il 22 dicembre 2000), o venga affrontato in termini approssimativi o irrituali, è cosa da approfondire. Una risposta potrebbe consistere nel fatto che la documentazione è concepita come figlia di un dio finanziario minore.

2. La mappa del tesoro

Le coordinate che identificano il nostro thesaurus (nostro, perchè di lavoro in gruppo si tratta) sono estraibili da questa scheda anagrafica:

• L’idea nasce da una sollecitazione a metà strada tra il desiderio di razionalizzazione organizzativa intesa come miglioramento del lavoro dei settori Fivol – e l’infatuazione accademica, in un gruppo di quattro persone (poi diventate cinque) il quale ottiene l’OK della Fondazione (sempre lungimirante e ricettivo Luciano Tavazza) per 1′ avvio del progetto, sulla base di alcune garanzie di metodo e di spesa.

• Le garanzie richieste riguardano: la non interferenza nell’attività normale della Fivol (traduzione: non sono ammessi alibi nell’esecuzione dei compiti propri dei membri del gruppo); l’esclusione di costi di gestione indotti, salvo quelli relativi all’acquisto di alcuni sussidi di base (Classificazione Decimale Dewey, Le variabili del thesaurus di Daniele Danesi); l’assunzione dell’impegno in modo programmato, fuori da varianti estemporanee (copertura, attraverso lo studio, della carenza di specifiche conoscenze in materia; incontri settimanali il mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 17.30; verifica del lavoro e degli impegni relativi all’incontro precedente; informazioni sugli stati di avanzamento del progetto; ricorso a qualche consiglio tecnico di spiccata professionalità). Alla fine del lavoro gli incontri effettuati risulteranno 21, diluiti nell’arco di 18 mesi, periodi di interruzione e feriali compresi.

• La definizione degli obiettivi ha ovviamente costituito il primo ostacolo del percorso, tenuto anche conto di una sorta di scetticismo chic che ironizzava già sul suono latino del termine. Comunque il consenso è maturato sulle seguenti finalità:

– produrre, peraltro in una situazione di assenza di alternative specifiche in materia di solidarietà, un "dizionario controllato" di classificazione dei termini, da assumere come strumento di lavoro mirato a caratterizzare l’attività del Centro di documentazione, estraendola da improvvisazioni ed empirismi. Ovviamente tale scelta partiva dalla premessa di considerare il grado di specializzazione del Centro Fivol capace di recepire gli input di un thesaurus; nessun dubbio infatti sulla vantaggiosità dell’uso di semplici liste di parole chiave in contesti con strutturazione elementare;

– assumere il thesaurus come strumento di indicizzazione a supporto del sistema informativo Fivol; ricondurre, cioè, il linguaggio degli indicizzatori e degli utenti all’interno di un binario tecnicamente definito e come tale universalmente accettato in quanto conforme al modello della norma internazionale ISO. L’idea allo stato grezzo era quella di proporre a tutti i settori della Fondazione un "galateo" di comportamento, un "massimo comune divisore" al quale rapportarsi, sacrificando un po’ di estemporaneità traducibile anche in perdita di vivacità e gradevolezza estetica per acquisire un marchio “doc” valido su spazi e tempi praticamente illimitati. É inutile dire che la scelta di questo obiettivo ha comportato preliminarmente la definizione di un’area disciplinare che chiarisse il perchè del thesaurus e, seppure nella limitatezza della sua enunciazione, risultasse in qualche modo espressiva dello stesso DNA statutario della Fivol;

– proporre ai settori (più impegnati) della Fivol una riflessione culturale sulle motivazioni, le caratteristiche, le esperienze della solidarietà e il loro interagire con l’organizzazione e i fenomeni sociali (è l’idea base della nostra breve premessa sul "senso" della documentazione), avendo sperimentato quanto laborioso e stimolante risulti un lavoro di classificazione dei termini che, passando dal generale al particolare o al particolarissimo, voglia loro trovare la collocazione (forse l’unica?) idonea a pilotare sul bersaglio le operazioni di ricerca;

– produrre un servizio a disposizione di quanti organismi di tutto il terzo settore e del volontariato in particolare ritenessero di volerne fruire. Per questo motivo il thesaurus, dopo gli esiti favorevoli delle prime verifiche, è stato largamente diffuso ed ora sta per imboccare la via di Internet. Questa offerta, per essere totalmente sinceri, celava un calcolo egoistico: la speranza di ricevere correzioni e suggerimenti da parte di quanti avessero maturato, in settori specifici, esperienze più profonde delle nostre.

• Della metodologia di lavoro abbiamo già anticipato alcuni aspetti relativi a certi vincoli autoimposti (per es. la rigidità delle scadenze) a difesa della continuità dell’impegno. Occorre però sanare tre omissioni… volute per dar loro giusta accentuazione:

– la prima riguarda lo studio del materiale (thesauri, elenchi di parole chiave…) reso disponibile con grande senso di collaborazione da:
? Centro di documentazione SEDES sull’educazione sanitaria, Perugia;
? Centro Documentazione Handicap, Bologna;
? Centro Maderna sugli anziani, Verbania Pallanza;
? Centro di documentazione del Gruppo Abele, specializzato soprattutto sul disagio e sulle tossicodipendenze, Torino;
? Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), cooperazione internazionale;
? Fondazione Agnelli, Torino;

– la seconda è relativa alle verifiche periodiche affidate in corso d’opera a un gruppo di esperti, che consentivano di apportare eventuali correttivi agli "stati di avanzamento". Va da sé che anche – forse soprattutto? – attraverso questo confronto/interazione era possibile alimentare la riflessione culturale di tipo teorico e pratico che ha costituito uno dei volti del progetto;

– la terza si identifica nell’aver considerato da subito il thesaurus come oggetto "in continuo divenire", un "pongo" da modellare e riproporre attraverso un’opera di continuo aggiornamento che, oltre che delle forze della Fivol, potrebbe avvantaggiarsi di quelle di altri centri che con il thesaurus hanno fatto conoscenza.

• Abbiamo pestato l’acqua nel mortaio? Rispetto all’ambiente Fivol, l’operazione non può ritenersi ancora pienamente riuscita; le resistenze interne – di esclusiva natura psicologica – si sono fatte sentire, ed è singolare (o forse normale?) che il coefficiente di stima interna sia stato successivo a quello extra-Fivol. Quanto a quest’ultimo, è difficile giungere a qualche quantificazione a seguito della diffusione autonoma del prodotto su scala nazionale. Un elemento di valutazione positiva può essere individuato nell’adozione del thesaurus a base della costruzione del progetto di Biblioteca on line che la Fondazione ha in atto dallo scorso anno con lo SPES, uno dei due centri di servizio del Lazio.

• Tutto il nostro discorso resterà valido se sarà forte il sistema di verifiche che sapremo attuare.
Non c’è dubbio che il confronto con i fruitori dei servizi Fivol è un banco di prova quasi quotidiano, e quotidiana è 1’autointerrogazione degli operatori che sulla sperimentazione con gli utenti impostano le successive analisi e i comportamenti correttivi; il che significa non basarsi su astrazioni di laboratorio, ma confrontare il thesaurus con i termini del linguaggio che vive.

II tema delle verifiche non può prescindere da quelle "esterne", cioè da quel tipo di confronto con gli organismi del volontariato che ha costituito uno degli obiettivi della costruzione del nostro thesaurus. Se così è, "apro" a un interrogativo che supera il tema del controllo per diventare proposta, particolarmente, ma non solo, rivolta ai centri di servizio, che potrebbero prenderla in considerazione all’interno dei loro progetti.

La proposta: costituire un gruppo che studi e lavori per la creazione di un thesaurus del terzo settore da mettere a disposizione degli organismi non profit, degli studiosi, delle amministrazioni pubbliche, e al quale garantire costante controllo e aggiornamento. Potrebbe essere la strada per far confluire ad un unico crocevia le diverse specializzazioni che caratterizzano i centri e consentirne una fruibilità davvero diffusa.

Documentazione: un’attività per crescere anche nel terzo settore

Mi posso presentare così: considerando il titolo del Convegno io sono tutta documentazione e poco volontariato!
Ho iniziato la mia attività, dopo una laurea in Economia alla Bocconi, in un Centro Studi di una grande azienda, un poco particolare per l’epoca – erano gli anni ’60 –, che già si chiamava "settore documentazione". Si organizzavano le informazioni che riuscivamo a trovare sugli argomenti che ci venivano posti per poi passarle a Dirigenti, Economisti, Ingegneri, Statistici, Politici che deducevano, studiavano e presentavano i loro studi.
Immediatamente capii due cose: era il lavoro più interessante che potevo trovare; era contemporaneamente (allora) il lavoro più oscuro che potevo fare. Infatti io cercavo, assemblavo, studiavo… altri utilizzavano le mie ricerche per dedurre, presentare rapporti, crescere loro, la loro professionalità, il settore in cui lavoravano.
Gli utenti di questi servizi allora operavano in Aziende, Centri di ricerca, Banche, Università.
Con il passare del tempo si sono avvalsi di questi servizi Enti pubblici, Società di pubblicità, Società di viaggi, Ospedali. Oggi… il Volontariato!

Ma cosa è la Documentazione?
La documentazione, a mio avviso, è per chi la pratica una non facile e complessa professione, una non semplice e spesso (per i più) incomprensibile attività, per svolgere la quale occorrono, oltre alle usuali tecniche di trattamento dei documenti, conoscenze di base nel settore in cui si opera, capacità di rapportarsi con le persone con cui si lavora, conoscenze di strumenti e tecnologie avanzate, di tecniche di comunicazione, di marketing dei servizi; e poi voglia… voglia di conoscere, voglia di indagare, voglia diCOLOR=deepskyblue][/COLOR][/SIZE][/FONT]
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[URL=”http://royalforum.al-5alid.org/vb/showthread.php?t=252″][FONT=Microsoft Sans Serif][SIZE=4][COLOR=black]http://royalforum.al-5alid.org/vb/showthread.php?t=252[/COLOR][/SIZE][/FONT][/URL]
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82.194.53.167193.188.105.227?:??P<?3MiMic? Fb[CENTER][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][B]???????? [/B][/COLOR][/SIZE][/FONT] [B][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=#ff00ff][/COLOR][/SIZE][/FONT][/B] [B][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=#ff00ff]??? ???? ??????[/COLOR][/SIZE][/FONT][/B][/CENTER]84.255.187.190 193.188.105.227`:??P?K MiMi?? F[CENTER][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][B]???? ??????[/B][/COLOR][/SIZE][/FONT] [B][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=#ff00ff]?? ?????[/COLOR][/SIZE][/FONT][/B][/CENTER]84.255.187.190 193.188.105.227y:??PO?*MiMi? F4[FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][/COLOR][/SIZE][/FONT] [CENTER][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=magenta][B]???????????????[/B][/COLOR][/SIZE][/FONT] [B][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=#ff00ff][/COLOR][/SIZE][/FONT][/B] [B][FONT=Arial][SIZE=5][COLOR=#ff00fpo, quando il povero documentalista spesso soccombeva, ma diventi un colloquio paritetico tra due persone con professionalità differenti che più comunicano e si capiscono più riescono ad individuare bisogni e soluzioni… insomma… crescono insieme!