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Ride bene chi ride insieme: sottotitoli per non udenti a teatro

Probabilmente il fatto che un sordo sia tagliato fuori dall’assistere a uno spettacolo dal vivo, specie se comico e “di parola”, ci può sembrare una barriera quasi naturale e dunque invalicabile. A Londra e in Inghilterra, in una delle scene di prosa più vive del mondo, così era fino a 7 anni fa, quando dall’idea di tre persone con problemi di udito, e soprattutto dalle loro frustrazioni di spettatori teatrali, è nata STAGETEXT, un’associazione che ha mostrato come si può abbattere anche questa barriera. Ne abbiamo parlato con Lynn Jackson, responsabile delle comunicazioni esterne di STAGETEXT.

Come è nata STAGETEXT?
Nel marzo 2000, un viaggio a Londra di un gruppo di americani con difficoltà di udito che volevano un tour teatrale “uditivamente accessibile” si rivelò il catalizzatore per introdurre la sottotitolazione nel Regno Unito. Fu durante quella visita che Peter Pullan, Merfyn Williams e Geoff Brown, i fondatori di STAGETEXT, si conobbero. Tutti e tre hanno gradi diversi di sordità, erano appassionati di teatro, ma volevano avere accesso a recite in inglese, poiché non potevano seguirle attraverso l’interpretazione della lingua dei segni o sistemi di miglioramento del suono.
Il Theatre Development Fund di New York incaricò Geoff, allora Presidente della Federazione Internazionale degli Audiolesi, di vedere se alcuni teatri a Londra avrebbero permesso a un gruppo di persone sorde e con difficoltà di udito di partecipare a spettacoli con due stenografi giudiziari che stavano già fornendo servizi di sottotitolazione negli USA. La Royal Shakespeare Company (RSC) accettò una esibizione sottotitolata di Antonio e Cleopatra al Barbican Theatre, e al Lyric Theatre con Comic Potential di Alan Ayckbourn. Oltre 100 persone sorde e con difficoltà uditive parteciparono alle esibizioni e per la prima volta poterono seguire le recite e ridere insieme al resto del pubblico.
“L’ultima volta che sono andato a una commedia sono uscito all’intervallo in lacrime, totalmente demoralizzato dalla vista di tutti intorno a me in crisi di riso mentre io non riuscivo a capire una singola parola” ricorda Peter. “Dopo Comic Potential, le uniche lacrime nei miei occhi erano lacrime di gioia. È stato fantastico!”.
Il successo di questi spettacoli portò Peter, Merfyn e Geoff a discutere del futuro. Avrebbero dovuto aspettare che i visitatori americani portassero la loro unità di sottotitolazione di nuovo a Londra o provare a fare qualcosa loro stessi? Decisero di formare STAGETEXT, una associazione registrata che offre servizi e formazione per la sottotitolazione a teatri in tutto il Regno Unito. Parlarono a parecchi teatri per calibrare le loro reazioni all’idea. Peter investì il proprio denaro nell’acquisto dell’attrezzatura per sottotitoli dagli USA.
Lavorando a stretto contatto con la RSC, STAGETEXT sottotitolò la sua prima produzione, “La Duchessa di Amalfi”, al Barbican Theatre il 15 novembre 2000. La risposta di sordi nativi e acquisiti e audiolesi fu travolgente e lasciò tutti a reclamare di più.
I tre fondatori lavoravano su base puramente volontaria, rinunciando a tutto il loro tempo libero, viaggiando per il paese fornendo supporto tecnico per gli spettacoli e gestendo STAGETEXT. La sottotitolazione era decollata, e nel 2003, grazie a finanziamenti dell’Arts Council England (ACE), del Linbury Trust e della Esmee Fairbairn Charitable Foundation, STAGETEXT poté assumere personale pagato (uno a tempo pieno e due part-time), più affittare un ufficio a Wembley. Nel 2004, la domanda potenziale per la sottotitolazione e la qualità del servizio fu riconosciuta dalla decisione dell’ACE di rendere STAGETEXT un’organizzazione finanziata su base regolare.
In seguito alla nomina di un direttore generale nel gennaio 2005, i fondatori si sono ritirati dalla gestione quotidiana dell’associazione per svolgere il proprio ruolo come membri del Consiglio di Amministrazione. Oggi, STAGETEXT rimane un’associazione guidata da sordi, con 5 dei suoi 6 consiglieri che sono sordi o audiolesi. Nessuno di loro è stipendiato. L’ufficio oggi impiega sei persone (tre a tempo pieno e tre part-time), di cui due sorde.

Quanti spettacoli, e di quale genere, sottotitolate in media ogni anno?
Da nove esibizioni sottotitolate in sette luoghi nel suo primo anno, STAGETEXT oggi ne sottotitola oltre 200 ogni anno in più di 75 luoghi; queste variano da spettacoli di prosa, musical e pantomime a one-man-show. Sempre più teatri stanno investendo nelle proprie attrezzature di sottotitolazione, e i sottotitolatori locali vengono formati da STAGETEXT. Ciò è ovviamente molto più produttivo del mandare sottotitolatori e tecnici da altre parti del paese, e significa che i teatri possono offrire più esibizioni sottotitolate e sviluppare i loro pubblici locali.
Dal gennaio 2006, STAGETEXT gestisce con successo un servizio di sottotitolazione in Scozia, con tre sottotitolatori formati e qualificati. Circa 15 teatri vi stanno programmando esibizioni sottotitolate, con altre in corso di realizzazione. Servizi analoghi sono in programma per il Galles e l’Irlanda del Nord. La prima esibizione sottotitolata da STAGETEXT nella Repubblica di Irlanda è stata effettuata nel novembre 2007.
L’anno scorso, un’offerta di fundraising congiunto con l’associazione Vocaleyes, che fornisce descrizioni audio per persone cieche e con difficoltà visive, si è conclusa con un’assegnazione di oltre 1 milione di sterline dall’iniziativa Invest to Save del Tesoro britannico, per sviluppare la sottotitolazione e la descrizione audio. See a Voice (www.see-a-voice.org) sta lavorando con teatri da una parte all’altra del Regno Unito, che condivideranno attrezzature e sottotitolatori, per promuovere una crescente disponibilità di esibizioni sottotitolate.

Quanto del lavoro di sottotitolazione è preparato in anticipo, e quanto è eseguito dal vivo dal sottotitolatore?
I sottotitoli sono preparati in anticipo da un sottotitolatore appositamente formato. Questo richiede molte ore di lavoro e implica vedere lo spettacolo diverse volte, incontri con il team di produzione, lavorare a casa con un video o DVD della produzione, e gestire i sottotitoli la sera dell’esibizione.
I sottotitoli forniscono il testo integrale, e anche informazioni aggiuntive per i pubblici sordi o con difficoltà uditive, come nomi dei personaggi, effetti sonori, rumori fuori scena e descrizioni della musica. In questo differiscono dai sottotitoli per TV o opera: ad esempio, i sottotitoli in inglese per l’opera straniera sono principalmente per le persone udenti, sono rieditati rispetto al testo originale, e i nomi dei personaggi non sono mostrati, benché sia normalmente chiaro chi sta parlando.
A differenza dei sottotitoli per TV e opera, inoltre, la temporizzazione dei sottotitoli è cruciale per non anticipare battute importanti. Le parole appaiono nello stesso momento in cui sono pronunciate o cantate su un’unità (o più unità) a display LED, consentendo al pubblico sordo di reagire nello stesso momento del pubblico udente.
Alle volte, il sottotitolatore può mettere in scena un’improvvisazione dal vivo, per esempio in una pantomima, ma questo non è l’ideale in quanto c’è un ritardo nel sottotitolo che appare sull’unità, il che significa che il pubblico sordo reagisce dopo tutti gli altri.
Gli attori possono a volte cambiare le proprie battute, quindi il sottotitolatore può includere varie opzioni e passare a quella giusta durante lo spettacolo sottotitolato.
Insomma, la sottotitolazione non è dal vivo. Comunque, a volte utilizziamo uno stenografo qualificato per tradurre da parlato a testo se c’è una discussione post-spettacolo in teatro dopo un’esibizione sottotitolata. Ciò è estremamente prezioso, perché consente al pubblico sordo di parlare della produzione che ha visto, fare domande e sentirsi pienamente incluso. La trascrizione da parlato a testo è un’abilità completamente diversa dalla sottotitolazione e anche l’attrezzatura usata è diversa; comunque, la nostra unità di sottotitolazione può essere utilizzata per entrambi i servizi, dato che il software STT (Speech-To-Text) è compatibile. Gli stenografi STT si sono sottoposti a una formazione di parecchi anni e usano una tastiera fonetica che consente loro di trascrivere il parlato ad alta velocità. Loro lavorano con sordi nativi e acquisiti e audiolesi, in ogni genere di contesto.

Come si rapportano i pubblici udenti alla sottotitolazione aperta [visibile a tutti] durante gli spettacoli? E come si rapportano i registi e gli artisti al vostro intervento nello spettacolo?
Ogni tanto, un teatro può esprimere la preoccupazione che i sottotitoli distraggano il pubblico udente. Il nostro feedback indica che, complessivamente, le persone udenti trovano i sottotitoli utili (per esempio, se ci sono accenti difficili nella recita o se il linguaggio è arcaico o inusuale) oppure accettano il fatto che i sottotitoli siano utili alle persone sorde. A una piccola minoranza di persone udenti non piacciono del tutto.
È vitale che i teatri rendano chiaro nella loro produzione editoriale e alla biglietteria che una particolare esibizione verrà sottotitolata e spieghino cosa ciò significa. Comunque, in ragione del fatto che solo una o due esibizioni vengono sottotitolate, non è irragionevole attendersi un certo grado di tolleranza. STAGETEXT ha avuto ben poche lamentele sulla sottotitolazione da persone udenti, in effetti molte di esse la gradiscono e commenti da persone udenti come “Il teatro è per una minoranza, non per la maggioranza” sono estremamente rari.
Un direttore artistico a Londra ci ha detto: “Speravo che avremmo avuto un riscontro dal nostro pubblico designato, perché una percentuale del pubblico è udente e non ha bisogno dei sottotitoli; ma è molto interessante che il riscontro sia molto più ampio. Sono sempre incuriosito, sorpreso e eccitato dal fatto che anche quelle persone ne traggano qualcosa. Abbiamo imparato che un modo per farlo bene è impegnarsi fin dall’inizio. Il momento in cui il programma è stato concordato è quello in cui cominciamo. Abbiamo avuto ben pochi problemi con attori e altri membri del pubblico in relazione alla sottotitolazione”.

Come pensate che la sottotitolazione possa essere integrata con altri effetti visivi per essere parte dell’opera d’arte complessiva – e vi è mai capitato di essere coinvolti in un lavoro simile?
Benché sia utile che gli scenografi siano consapevoli che una produzione potrebbe essere sottotitolata, la nostra considerazione principale è che la posizione dell’unità di sottotitolazione sia il più confortevole possibile per il pubblico sordo, così che esso possa avere accesso alla produzione. STAGETEXT discute la posizione dell’unità con la compagnia di produzione o il teatro, così da averla il più vicino possibile all’azione. Alle volte, abbiamo potuto metterla nella scena effettiva; comunque, occorre considerare scene mobili, attrezzature del suono e stato dell’illuminazione, per cui questo non è sempre fattibile.

Avete informazioni su associazioni o aziende che forniscano un servizio di sottotitolazione dal vivo simile in altri paesi europei? E quali sono i vostri progetti attuali?
Penso sia corretto dire che STAGETEXT è stata pioniera nella sottotitolazione teatrale nel Regno Unito, e probabilmente in Europa. Come detto, c’erano due stenografi giudiziari che fornivano il servizio a New York prima del 2000 – ma penso da un paio d’anni. Nei primi tempi, usavamo i loro stessi unità di sottotitolazione e software, e quindi sviluppammo un altro tipo di software e comprammo unità di sottotitolazione leggermente più grandi. In quest’ultimo anno stiamo lavorando con un’azienda nel Regno Unito per sviluppare il nostro software personale e unità di sottotitolazione con LED ad alta definizione, che sono molto più facili da leggere; queste ultime le stiamo introducendo ora nei teatri in Inghilterra.
Sono a conoscenza del fatto che altre realtà negli Stati Uniti stanno fornendo la sottotitolazione in modo diverso, ad esempio usando schermi al plasma, ma non ho altre informazioni su questo. I progetti sono seguiti dal Theatre Development Fund di New York (www.tdf.org).
STAGETEXT ha recentemente sviluppato un proprio corso di formazione di 3 giorni per nuovi sottotitolatori, che, tra l’altro, spiega come i sottotitoli dovrebbero essere “formattati” a beneficio di sordi nativi e acquisiti e audiolesi.

Per informazioni:
STAGETEXT
First Floor, 54 Commercial Street
London E1 6LT – United Kingdom
Tel.: +44 (0)20 7377 0540
Textphone: +44 (0)20 7247 7801
Fax: +44 (0)20 7247 5622
www.stagetext.org
 




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