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IN macchina… si vive e si viaggia meglio

Prossima l’uscita di “GuidAbile” quarta pubblicazione della collana “Incontri Coloplast”, di cui la Cooperativa Accaparlante è autrice, preceduta da due guide turistiche che scoprono percorsi accessibili nelle città di Verona e Napoli e da “AbitAbile” una pubblicazione che riguarda l’accessibilità degli spazi domestici.
Una guida dedicata al mezzo di trasporto privato per eccellenza: l’automobile. Molti sostengono come l’auto sia uno dei grandi amori degli italiani. In tutte le nostre case ne è presente almeno una; ormai le famiglie hanno a disposizione un mezzo per ogni componente che spesso evolve nel tempo con la crescita dei figli, per passare dal motorino dei 14 anni alla macchina con lo scoccare della maggiore età. Questo rende come nel nostro paese si affidi all’auto la responsabilità maggiore dei nostri spostamenti. La nostra libertà di movimento sembra essere garantita da un’auto di nostra proprietà o comunque da un’auto con cui potersi liberamente muovere. L’automobile ci permette di non essere vincolati a orari per i nostri spostamenti, come invece i trasporti pubblici ci impongono; sembra essere la possibilità di muoversi senza limiti, se non quelli imposti dalle norme di circolazione vigenti. Se questo è vero per chiunque, lo è a maggior ragione per persone che abbiano problemi di mobilità o di deambulazione, magari a causa di un deficit fisico.
GuidAbile” si propone di essere uno strumento soprattutto utile per chi lo prenda tra le mani, al cui interno trovare tutte le informazioni necessarie a intraprendere il percorso per mettersi alla guida. Una prima parte è dedicata all’iter per prendere la patente o per riclassificare una patente già in possesso (si pensi al caso di una disabilità acquisita o progressiva): a partire dalla visita presso la Commissione Medica Locale, fino ad arrivare all’esame di guida conclusivo. Un secondo capitolo, la sezione più corposa della pubblicazione, è dedicato agli adattamenti dei veicoli e alla presentazione di tutte le soluzioni tecniche approvate dal Ministero dei Trasporti per la guida delle persone disabili: dalla guida in carrozzina ai singoli dispositivi (affiancati dai codici comunitari stabiliti dalla Comunità Europea), quali freno, frizione, centraline per l’azionamento dei comandi elettrici, acceleratore, dispositivi per l’ingresso in auto, ecc. Un terzo capitolo viene riservato alle questioni di natura puramente fiscale e tributaria legate all’acquisto e all’adattamento dell’auto. A chiusura, una panoramica sulle norme di circolazione e sosta quali richiesta del contrassegno, posteggi riservati e circolazione nelle zone a traffico limitato. La pubblicazione è corredata di informazioni utili nelle quali sono riportati i riferimenti dei centri che si occupano di accompagnare la persona in tutto questo iter della “messa alla guida” dislocati su tutto il territorio nazionale.
Una ricca panoramica che rende la natura di “GuidAbile”: uno strumento pensato per persone alla ricerca di risposte pratiche e di soluzioni concrete. Si tratta cioè di un prezioso vademecum ricco di informazioni pratiche per orientarsi nella moltitudine di norme, regolamenti e consuetudini, spesso poco comprensibili ai più, che a volte rendono davvero difficile capire cosa vada fatto e come. Coerentemente con quanto realizzato con la precedente pubblicazione, “AbitAbile”, anche questo lavoro punta molto sul significato fortemente evocativo che l’automobile, così come la casa, ha in sé.

Viaggiare, spostarsi e superare gli ostacoli del movimento
Quando abbiamo cominciato a pensare come doveva essere questa guida, ci siamo posti alcune domande. La macchina pensata solo come un mezzo di trasporto o come uno strumento per l’autonomia? Probabilmente i due pensieri non discostano molto o, comunque, uno non esclude l’altro. L’auto evidentemente è un mezzo di trasporto che ci serve per essere autonomi o, comunque, per migliorare la nostra autonomia. Non solo ci permette di non essere vincolati ai trasporti pubblici ma è un qualcosa che è nostro e che, come tale, può essere personalizzato. Viaggiare su un mezzo che sentiamo essere “nostro” fa spesso la differenza. Così come la casa, anche l’auto non è solo un contenitore cui noi ci adeguiamo: dovrebbe essere più vero il contrario. La macchina, un mezzo per spostarci, che sia invece costruito attorno a noi, secondo una prospettiva completamente ribaltata: anche l’auto può essere a nostra misura. Questo è vero soprattutto quando la persona che si mette alla guida ha difficoltà di movimento e necessità di adeguamenti per poterlo fare. Si tratta a questo punto di apportare delle modifiche al mezzo capaci di integrare le capacità della persona: i dispositivi non sono altro che accorgimenti, talvolta anche molto semplici, che si sostituiscono a movimenti impossibili per la persona al volante. Quando non arriva la mano dell’uomo, arriva la tecnologia.
Chi ha già percorso questo iter sa bene come tutte queste modifiche all’auto in realtà vengano imposte da una Commissione Medica in sede di visita per l’ottenimento dell’idoneità e potrebbe dunque obiettare quanta poca sia la libertà dell’individuo nell’adattarsi il mezzo, per costruirselo a propria misura. In parte è vero. In parte no. Ciascun dispositivo esiste in diversi modelli proprio per andare incontro alle possibilità e alle esigenze della persona che dovrà farne uso. Ed è assolutamente vero come si tratti di dispositivi molto più personalizzabili di quanto non si pensi, nei quali è importante che si ascolti anche la voce della persona per la quale sono pensati. Il ruolo dei Centri di Mobilità spesso va in questa direzione: rendere il più personalizzato possibile tutto il percorso di adattamento dell’auto, a partire dalle prescrizioni delle Commissioni Mediche.
La persona dunque ha sempre un ruolo. Un ruolo fondamentale e mai passivo.

Un’auto a misura
Un’auto costruita attorno alle esigenze, ma anche ai gusti, della persona. Uno strumento per muoversi e per migliorare la propria autonomia. Tutti ricordiamo, credo con piacere, l’arrivo dei 18 anni, per tutta una serie di motivi, non ultimo proprio l’atteso traguardo della patente. E non certo per avere quel pezzo di carta rosa in tasca. La patente è per tutti una meta ambita proprio perché rende la libertà degli spostamenti. Sembra quasi sancire il “non dipendere più da nessuno”. Restringendo il campo e limitandolo più semplicemente a quello degli spostamenti non si va a toccare comunque l’enorme valore che la libertà di spostarsi in autonomia porta con sé. Questo probabilmente è più vero quando si tratta di persone che già nella vita quotidiana godono di autonomie ridotte a causa di un deficit. La persona disabile che arriva a rendersi autonoma nella gestione degli spostamenti aggiunge un pezzo importante a quel puzzle che è la costruzione della propria vita. Allora suonerà diversamente anche solo la scelta di un lavoro che presupponga uno spostamento dalla propria abitazione, si apriranno tutte quelle possibilità legate ai mille movimenti che ormai riempiono la vita di chiunque. Non avere sempre bisogno di qualcuno per viaggiare significa anche acquisire sempre maggior libertà in tutti quei processi decisionali che riguardano la propria vita.
Questo è vero anche per tutti coloro che magari non riescono a guidare ma possono comunque prevedere la messa in uso di un’auto di proprietà che, magari, venga adattata per il trasporto. Adattare un’auto propria e viaggiare con quella è sostanzialmente differenze rispetto al dover dipendere costantemente da taxi o da mezzi adattati di una qualche associazione o ente che si occupa di trasporto per persone disabili. Questi servizi sono assolutamente fondamentali. Ma laddove vi sia la possibilità, la voglia e le risorse per adeguare un mezzo e lasciarlo poi alla guida di qualcuno che si presta a farlo, si tratta comunque di operare nella direzione di un’acquisizione di maggior autonomia. Anche solo per la banalità di poter scegliere quale macchina, di che colore, con quale rampa per salire e con quale tappezzeria per i sedili. E rimane comunque qualcosa di costruito ad hoc. Forse in questo caso non ci sarà la libertà di partire all’orario preferito se non previo un accordo con qualcuno che guida al nostro posto ma… le chiavi saranno sempre nelle nostre tasche. E… anche questa è una bella autonomia e un bel pezzettino di quel puzzle.

 




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