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Metodologie e tecniche musicali per le disabilità: un indirizzo di studi per “educatori musicali”

Il Conservatorio “Cesare Pollini” ha raccolto in questi anni un’importante eredità che deriva dalla tradizione iniziata da storiche istituzioni cittadine rivolte all’educazione e formazione di coloro che presentano bisogni speciali con un particolare riguardo verso la formazione musicale.
Tale cultura e sensibilità ha permesso non solo di mantenere viva l’attenzione verso le disabilità nel contatto con il mondo della musica ma anche di cercare di fornire e sviluppare programmi educativi e formativi che possano offrire ulteriori soluzioni e prospettive di relazione e inclusione.
Tra le fondazioni cittadine più importanti in questa direzione è fondamentale la presenza a Padova dell’Istituto per ciechi “Luigi Configliachi” la cui fondazione risale al 1838 a opera del Sacerdote Professore Cavaliere Luigi Configliachi (1787-1864) e oggi a lui intitolato. Primo istituto in Italia organizzato per accogliere esclusivamente persone cieche, istruirle, educarle, indirizzarle a un lavoro personale redditizio, finanziariamente valido e con lo scopo di restituirle alla vita sociale attiva, prevedeva tra gli indirizzi educativi la musica teorico pratica ossia lo studio del pianoforte e dell’organo. Tra le scuole attivate al suo interno, oltre a una scuola di musica creativa, erano presenti tre corsi musicali, di strumento e composizione, pareggiati al Conservatorio di Stato dal 1953. Nel 1960 la scuola a indirizzo musicale divenne sezione staccata del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia e, in seguito, con la statizzazione del locale Istituto Musicale Pareggiato “Cesare Pollini”, fu assegnata al Conservatorio padovano. Ancora negli anni ’80 vi si insegnavano pianoforte (3 cattedre), organo e composizione, con le relative materie complementari.
Ancora negli anni ’70, mentre le varie Sezioni staccate di Conservatorio presso i più grossi istituti per i ciechi d’Italia avevano cominciato a chiudere a una a una per effetto della nuova politica di integrazione, la sezione di Padova sopravvisse ancora grazie all’idea di praticare l’integrazione “alla rovescia”: ammettere cioè i vedenti alla scuola dei ciechi. Ciò nonostante, agli inizi degli anni ’90 una circolare ministeriale dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione impose la chiusura anche di questa sezione poiché non aveva più le dimensioni minime per diventare autonoma; fu quindi accorpata alla sede centrale.
La sensibilità del M.tro Claudio Scimone, allora Direttore del Conservatorio permise non andassero perdute la ricchezza di competenze che si erano formate; si attivò con decisione affinché il patrimonio costituito dalla cospicua Biblioteca Braille e dall’esperienza e competenza degli insegnanti fosse valorizzato e potesse svilupparsi ancora. Ottenne dalla Fondazione Cassa di Risparmio più di un finanziamento per l’acquisto di dispositivi tecnologici e per l’avvio di attività a favore della didattica della musica ai non-vedenti.
L’emanazione nel 1999 della legge 509 di riforma dei Conservatori e delle Accademie – anche se a tutt’oggi non ancora pienamente applicata – permise l’istituzione del primo Triennio sperimentale di “Scrittura Musicale Braille e metodologie didattiche per portatori di handicap”. Lo scopo di tale triennio era quello di formare operatori musicali che fossero in grado non solo di insegnare la musica a giovani non vedenti ma che, conoscendo il Braille musicale, fossero di trascrivere le musiche in tale protocollo avvalendosi anche dei programmi informatizzati che si stavano allora diffondendo. Fu in questi anni che ci si aprì ulteriormente alla ricerca sia sull’utilizzo dello scanner per la musica e la sua traslitterazione in codice Braille in collaborazione con alcuni ricercatori del locale dipartimento del Centro Nazionale delle Ricerche, sia a nuove modalità di insegnamento assistito. In questa prospettiva di ricerca alcuni dei docenti impegnati in quest’area parteciparono a importanti gruppi di lavoro internazionali.
La presenza poi nei laboratori di didattica di bambini con difficoltà e la costante frequenza nelle giornate aperte del Conservatorio e nelle visite richieste dalle diverse scuole di studenti con disabilità portò l’attenzione verso una visione più ampia del problema. Non di meno fu la consapevolezza che in Italia, all’interno delle varie Istituzioni formative, non esistevano curricula didattici che potevano riferirsi all’uso di pratiche musicali e tecniche ritmico-corporee orientate a favore dei diversamente abili e in attività di integrazione-inclusione e recupero sociale a fronte di una richiesta purtroppo in costante crescita.
Il corso di Scrittura Musicale Braille nel 2006 si trasformò così nell’ancora sperimentale Triennio in “Metodologie e tecniche musicali per le disabilità” che divenne finalmente corso ordinario nel nuovo ordinamento degli studi dei Conservatori e delle Accademie varato recentemente nel 2010.
Fin dall’inizio il corso dedicato alle disabilità si prefiggeva di dare adeguati strumenti musicali e psico-pedagogici in grado di orientare l’attività musicale agli obiettivi previsti dalle diverse situazioni occupazionali di rilievo pedagogico speciale con attività musicali, nelle aree del sostegno, dell’integrazione e del recupero. La figura professionale che si intendeva formare era di “Educatore musicale professionale” la cui formazione permettesse il suo inserimento come operatore-educatore competente nell’ambito delle didattiche musicali sia nel contesto della scuola dell’obbligo, sia in strutture di formazione extra scolastiche socio-pedagogiche e socio-sanitarie del recupero sociale, del disagio, dell’integrazione in una équipe, affiancando gli altri operatori. Lo scopo era, e rimane, quello di facilitare la comunicazione e l’apprendimento del soggetto disabile attraverso la promozione e la crescita del proprio “vissuto corporeo”, strutturando situazioni favorevoli a un percorso propedeutico o di sostegno nell’insegnamento e uso della musica. Nel caso di persone non vedenti insegnare i primi rudimenti della notazione musicale Braille, assistendoli anche con attività di trascrizione.
La recente riforma degli studi ha favorito l’ulteriore sviluppo del percorso di studi, l’ha trasformato in uno degli indirizzi nel quale si articola oggi il corso di studi per il Diploma accademico di primo livello in “Didattica della Musica e dello strumento” nel Conservatorio di Padova; l’altro indirizzo è “Metodologie della didattica e della comunicazione musicale”. Per tale motivo sono stati in parte rimodulati obiettivi e programmi in conformità con quanto previsto dalle declaratorie nazionali.
Oggi il corso per il diploma accademico di primo livello in “Didattica della musica e dello strumento – Metodologie e tecniche musicali per le disabilità” intende fornire competenze e tecniche artistiche specifiche tali da consentire la realizzazione concreta della propria idea didattico/artistica a favore di soggetti con diversa abilità. A tal fine è dato particolare rilievo all’acquisizione degli strumenti pedagogici e psicologici fondamentali e specificamente orientati, oltre allo studio delle principali tecniche strumentali e vocali e dei linguaggi compositivi relativi all’ambito della didattica della musica. Il fine è di porre il diplomato in grado di orientare e adeguare la propria attività musicale agli obiettivi previsti dalle diverse situazioni occupazionali di rilievo nell’ambito della didattica speciale (o specializzata) con attività musicali, nelle aree del sostegno, dell’integrazione-inclusione e del recupero.
Il curriculum di studi del corso si presenta articolato e complesso tra discipline dell’area musicale (strumentale, pedagogico e didattica, storico musicale e antropologica) e socio-sanitaria (psicologica, medica). Esse provvedono nel fornire agli studenti gli strumenti idonei per affrontare un’utenza che presenta bisogni speciali in situazioni diversificate e complesse e per avere la possibilità di approfondire sempre più quest’area di interesse nelle diverse aree nelle quali la ricerca è oggi attiva. Per tale motivo ampio spazio è dato non solo alle discipline formative e teoriche ma anche alle attività di tirocinio attivo nelle diverse situazioni di bisogno e in differenti fasce d’età attraverso convenzioni con le istituzioni formative non solo del territorio. Per il raggiungimento degli obiettivi importante è la collaborazione dell’Università attraverso una convenzione e fattivo il sostegno dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Il piano del corso di studi è consultabile nel sito web del Conservatorio dove sono presenti le indicazioni per ogni ulteriore chiarimento: www.conservatoriopollini.it.



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