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SUL GRANDE SCHERMO/Una costante “novità”

Una cosa è certa, il Festival del Cinema Nuovo non è un nuovo festival di cinema. Giunto all’ottava edizione in sedici anni di vita (la manifestazione è a carattere biennale), il concorso lombardo risulta uno dei rarissimi, in Italia, in grado di garantire un elemento spesso sottovalutato, ovvero quello della continuità nel tempo, fondamentale non solo per chi dedica le sue energie per l’organizzazione e lo svolgimento del festival stesso, ma anche, e soprattutto, per chi decida di realizzare i film e per favorire la costruzione di un seguito di spettatori forte, fedeli o meno. E per chi, come chi scrive, ha l’opportunità di osservare l’evoluzione dell’evento e la crescita costante della qualità dei film selezionati (con l’accortezza di riportare nell’opuscolo i titoli di tutti i lavori iscritti), molti dei quali, peraltro, a opera di cooperative sociali ed enti che al festival partecipano da anni e che si confrontano con la produzione di un’opera filmica (cortometraggi in questo caso) con consapevolezza sempre maggiore in ogni momento della realizzazione di un film (scrittura, regia, montaggio, recitazione, ecc).
Questa consapevolezza “in divenire”, per molte di queste realtà, è possibile proprio perché esiste un luogo che quei lavori potrà ospitarli e mostrarli. La realizzazione di un’opera, l’esigenza di un’opera, certo, prescindono da uno scopo ben individuato, tanto più se, oltre al risultato finale, pesa in maniera così rilevante il processo della realizzazione (il coinvolgimento delle persone disabili in primo luogo), ma la certezza di un’occasione in cui rendere pubblico il frutto di un lavoro funziona da potente motore “motivazionale”, per non dire del piacere di rivedersi su un grande schermo condividendo il momento con altri, tanti, spettatori (circa 3.000 le presenze dall’Italia e dall’estero, un decimo circa quelle di persone disabili, un dato da ritenersi positivo).
Il Festival del Cinema Nuovo è un concorso internazionale di cortometraggi interpretati da persone con disabilità, questa la condizione minima per partecipare, ma sarebbe di sicuro interesse indagare, per ogni singolo lavoro, in quali e quante fasi della produzione dei corti le persone disabili abbiano avuto un ruolo attivo, con quali margini propositivi. Che ruolo giochi, per le varie cooperative, questa attività all’interno del lavoro che quotidianamente portano avanti. Nell’impossibilità di svolgere un lavoro analitico di questo tipo, riportiamo dall’opuscolo, molto curato, che accompagna i tre dvd dell’ottava edizione, il senso e le caratteristiche della proposta, così come pensata dagli organizzatori del festival, diretto, sin dagli esordi, dallo psicologo Romeo Della Bella.
“Si ritiene utile ribadire la peculiarità della nostra proposta. Altri (anche registi illustri) hanno proposto film sulla disabilità, con molta profondità e suggestione, svolgendo un’opera altamente meritevole di sensibilizzazione e di approfondimento. Altri hanno presentato portatori di handicap protagonisti nel rappresentare se stessi, evidenziando le loro capacità e prospettando anche possibilità progettuali per alcuni di loro. Altri ci hanno presentato magnifici documentari su varie attività espressive. Noi non vogliamo percorrere queste strade, anche se le apprezziamo e le condividiamo. Noi vogliamo valorizzare esperienze cinematografiche che i nostri giovani attuano nelle loro piccole Comunità. E nei ruoli più vari: in storie comiche, romantiche, poliziesche, avventurose…: vere fiction!”. Logicamente appropriate le finalità: “Anche l’attività cinematografica, se ben gestita, può produrre quei processi benefici di autostima e gratificazione che si possono innescare attraverso ogni attività creativa. Basta riuscire a canalizzare le loro molte positività che spesso non vengono valorizzate. Anche loro (le persone disabili) hanno capacità di rischio, vitalità, voglia di immedesimarsi in ruoli diversi, gusto di sognare. Anche voglia di fare cinema. Vogliamo, insomma, offrire un’altra possibilità di esprimersi. […]  Non vogliamo cadere nella trappola di far diventare terapia ogni esperienza. Però quando il piacere della espansione creativa-emotiva dell’operatore si allinea e integra con il piacere dell’espansione creativa-emotiva del giovane disabile, ne scaturisce un contatto “incandescente”, che fa scoccare la scintilla della vera terapia. Naturalmente c’è vero effetto terapeutico e la positività si generalizza in ambienti e situazioni diverse e si prolunga nel tempo. Ma se far cinema aiutasse anche solo a far star meglio e ad avere gioia di vivere nel qui e ora, non sarebbe poi cosa da poco”.

Il Festival del Cinema Nuovo può contare su una fitta rete di soggetti e istituzioni che ne garantiscono la realizzabilità: oltre al Comitato Organizzatore composto dal Comune di Gorgonzola (MI), sede del concorso, ci sono Pubblicità Progresso, ANFFAS, Coop. Soc. “Il Sorriso”, riceve il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano e di Mediafriends Onlus. Tra gli sponsor ufficiali, lo stesso Comune, la Banca di Credito Cooperativo, la Cooperativa di Consumo Nobile e Brambilla, ANFFAS Martesana, ACLI Gorgonzola e Trebosi.
Varia, come sempre, in maggioranza tendente a una sorta di “variegato” comico che invita alla riflessione, la proposta filmica del 2012. Si distinguono, a nostro avviso, per una pluralità di elementi intrinseci all’opera, Anche se piove non mi bagno (C.D.I. Dip. Sal. Mentale Az. Sanit. Provinc. – Catania); Francesco e Bjorn (Centro Studi sulla Comunicazione W.O.C.E. – Zoagli – GE); Nonsocheditte (Centro Riab. “Vaclav Vojta” Coop. Soc. – Roma); Sulla punta dei piedi (CSE Coop. Soc. “Il Sorriso” – Pessano c/Bornago – MI); Awakening (Coop. Soc. “Il Ponte” – Villa Carcina – BS); La Panchina (Assoc. Volontariato “Quelli del Sabato” – Bellinzago Nov. – NO).

Referente: dott. Romeo Della Bella
E-mail: tonodb@libero.it
Tel. e Fax: 02/951.44.67
Segreteria: 331/991.19.93
www.festivaldelcinemanuovo.eu 



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