Benessere in classe e al parco con il Progetto Calamaio e Associazione d’Idee!
Che cosa c'entra la disabilità con la parola benessere? E soprattutto che cosa ha a che fare con il parco di Villa Spada di Bologna?
I bambini e ragazzi delle scuole Avogli, XXI Aprile, Guinizzelli e Bombicci lo hanno scoperto insieme ad Associazione d'Idee e agli educatori e animatori con disabilità del Progetto Calamaio attraverso “Corpo, movimento e relazioni”, un percorso realizzato all'interno del progetto "Le città sane dei bambini e delle bambine" patrocinato dal Comune di Bologna, Dipartimento Benessere di Comunità – Settore Salute, Sport e Città Sana. Il percorso in due tappe ha condotto le classi a esplorare i concetti di corpo e movimento in relazione alla percezione e allo spazio, alla conoscenza dell'altro da sé e al riconoscimento dei propri limiti e risorse.
Ad aiutarli ci hanno pensato Tatiana, Francesca e Andrea, che, affiancati da Tristano, Roberto e Luca, hanno portato l'esperienza di chi con il corpo e il movimento si confronta ogni giorno su quattro ruote, ma anche a cavallo, in piscina e giocando a tennis, dando così spazio a domande, scoperte e curiosità. Ad arricchire la profondità degli incontri gli interventi dell'educatore Giacomo Busi e della psicologa Rosanna De Sanctis di Associazione d'Idee, che con la proposta di un interessante questionario ci hanno fatto riflettere sul tempo che nella vita di tutti i giorni riserviamo al camminare e allo sport, alla natura e agli animali e soprattutto alla condivisione di queste attività.
E così, dopo esserci conosciuti e guardati per bene allo specchio, eccoci pronti a indossare insieme giacche e scarponi per una bella camminata all'aria aperta, immersi nella natura!
Ascoltare odori e rumori, toccare piante, alberi e perché no il terriccio sotto i piedi, verificare insieme se con la carrozzina è possibile sfidare fango, sassi e salite, che cosa implica la fatica per chi sulla carrozzina viene sballottato e per chi la spinge, fino ad arrivare al Museo della Tapezzeria dove Rosanna e Giacomo ci hanno raccontato qualcosa della storia di questo bellissimo parco, che vorremmo fosse davvero più accessibile a tutti.
Che dire, insieme a voi ci siamo proprio divertiti! Ma per noi c'è ancora di più.
Come le parole di Andrea Mezzetti e Francesca Aggio, alla loro prima esperienza di animatori con disabilità in classe, che così hanno partecipato a questa grande prova, tra paure e imbarazzi e la sorpresa di quanto è bello potersi confrontare e giocare con chi di peli sulla lingua ancora non ne ha! Ecco che cosa ci hanno raccontato:
I bambini si sono relazionati subito bene sia con me che con la carrozzina e non ho percepito momenti di freddezza fra di noi, cosa che all'inizio temevo un po'.
Uno di loro a un certo punto mi ha chiesto: “ma tu hai la colonna vertebrale?” e poi ancora “mangi?”. Lì mi è venuto da ridere e ho capito che le persone a volte pensano che i disabili facciano delle cose diverse dagli altri, che abbiano cioè bisogni diversi. Ho spiegato loro che non è così, che le difficoltà che alcuni di noi hanno non sono per forza tutte, e nel farlo mi sono divertita. Mi ascoltavano attenti. Abbiamo fatto alcuni giochi…Mi ha fatto molto piacere che mi abbiano chiesto se faccio sport e quale, così ho potuto parlare del tennis, che pratico da qualche tempo. Come loro ho avuto modo di esporre qualche mia paura…Per esempio il parco, per loro l'idea della camminata che ci hanno proposto era un grande gioco, per me no, il parco non mi fa sentire indipendente, devo essere sempre guidata da qualcuno, quell'ampiezza di spazio, se sono da sola, mi disorienta e mi spaventa perché non so dove andare. Nonostante ciò ho capito che nel parco mi posso comunque muovere. Mi ha fatto piacere avere la libertà di esporre questa mia paura. Ho imparato che quando fai l'educatore si possono raccontare ai bambini delle cose vere.
Francesca
Prima di entrare in classe mi tremava la gamba, mi succede sempre quando sono agitato. Che c…ci sto a fare qui, mi chiedevo. Sapevo però che non ero da solo e che sarei entrato in classe con Luca per fare lo stesso lavoro insieme. I bambini mi hanno subito chiesto come ero finito sulla carrozzina, una domanda per me molto dolorosa, a cui in genere rispondo male, alzando il medio, dato che non sono nato con una disabilità ma ho avuto un incidente. Non mi sento disabile, non vorrei esserlo, non amo apparire. Ho capito però che le loro domande erano molto sincere, i bambini non volevano offendermi, volevano solo conoscermi e sapere qualcosa in più su di me. E' chiaro che fare delle domande è il primo modo. Ho risposto, “a tono”, mi ha detto Luca, scherzando, spiegando loro con chiarezza quello che mi andava di raccontare. Mi sono trovato bene nel farlo e credo di aver lasciato loro qualcosa, spero. Mi sono anche divertito.
Sul movimento non ho grossi problemi, giro bene con la mia carrozzina elettrica e vado a cavallo. Uscito dalla classe mi sono fumato una sigaretta, in quel momento per me era benessere. All'aria aperta eh!
Andrea
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