Nei sogni non tutti devono essere normali
- Autore: Luca Errani
- Anno e numero: 2016/7 (monografia sui 30 anni del progetto Calamaio)
A cura di Luca Errani, educatore
Fra i 1200 musicisti del Rockin’1000, nella seconda impresa musicale del “That’s live” allo Stadio di Cesena c’erano anche due rocker davvero speciali, Samuele e Moreno assieme a Silvia della Comunità L’Arca Arcobaleno di Bologna. Sono le voci principali della band dei Fuoritempo.
Da 15 anni la Comunità L’Arca Arcobaleno, che si trova a Granarolo dell’Emilia, si impegna nel coltivare importanti relazioni con amici e vicini e nell’accoglienza di persone diverse per capacità, età, cultura e formazione, che scoprono un nuovo senso della propria vita condividendo doni e fragilità.
Tra le tante iniziative e i numerosi progetti volti a favorire l’inclusione sociale e a valorizzare i talenti di ogni individuo, nasce in Comunità il gruppo dei Fuori-tempo, un gruppo di una decina di amici (con e senza disabilità apparente) che condivide la passione e l’entusiasmo per la musica.
Presto decidono di creare una vera e propria band. Si trovano settimanalmente per provare e così iniziano anche i primi concerti non solo all’interno della Comunità ma anche sul territorio.
Potevano farsi scappare un’occasione come quella del Rockin’1000?
Rockin’1000 nasce nel 2015 da un’idea di Fabio Zaffagnini: poter suonare un brano musicale dei Foo Fighters con 1000 musicisti. L’esperimento riuscirà talmente bene da convincere con la cover Learn to fly i Foo Fighters a suonare a Cesena ed è così che il team di Rockin’1000 deciderà di fare un intero concerto rock con mille musicisti, davanti a un pubblico pagante di oltre 14mila persone con una gestione tecnica e del suono che ha richiesto la preziosa collaborazione di alcuni membri dello staff dei Muse e degli ACDC.
I Millini – questo è il nome che è stato dato alla rockband più grande al mondo – erano guidati dal maestro Marco Sabiu, ma erano presenti anche altri grandi del mondo della musica e dello spettacolo co- me Cesareo, il chitarrista di Elio e le Storie Tese, Saturnino, bassista di Jovanotti, Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo, Federico Poggipollini chitarrista dei Litfiba e di Ligabue, Ballo, bassista di Cesare Cremonini, Nevruz e i giovani Alteria, Cesare “Mac” Petricich chitarrista dei Negrita, Nikki, conduttore di Radio Deejay e Raoul e Mirko Casadei a fare gli onori di casa.
Con tale e ghiotta occasione i Fuoritempo decidono di inviare il proprio video di candidatura… e vengono accettati.
Ma l’entusiasmo iniziale deve ben presto fare i conti con la realtà e con i suoi limiti. Chi far partecipare? Come poter fare se la regola alla quale bisogna attenersi è quella di stare sul palco dall’inizio alla fine del concerto? Sembrano piccoli ostacoli ma quando un’organizzazione deve gestire 250 batterie, 250 chitarre elettriche, 250 bassi, 250 cantanti e più di una ventina di tastiere, violini e cornamuse, ogni variabile diventa una montagna insormontabile.
A metà giugno è ufficiale: i Fuoritempo entreranno in scena nel pezzo finale, quello storico del Rockin’1000, Learn to fly dei Foo Fighters e i rappresentanti dei Fuoritempo saranno i loro cantanti, Samuele, Silvia e Moreno.
Alle prove in preparazione del grande evento parteciperà l’intera band, perché vuole accompagnare i propri cantanti in questa esperienza e perché ognuno di loro sente che quella sera sarà almeno col cuore nel campo dello stadio. In realtà quasi tutti i rappresentanti dei Fuoritempo saranno proprio tra il pubblico la sera del 24 luglio a sostenere i propri amici e a condividere da vicino l’entusiasmo di questa esperienza magica. La sera del concerto l’immenso pubblico, le luci, gli applausi fanno da cornice a un quadro altrettanto bello: “l’emozione di cantare e ballare insieme a tanti altri musicisti è inspiegabile – dicono i cantanti dei Fuoritempo – sembra di essere davvero famosi… quelle 14mila persone allo stadio Manuzzi sono lì anche per noi! Fare musica, fare rock insieme… non ha prezzo”. Fabio Zaffagnini, l’ideatore del Rockin’1000, durante il concerto ci dice proprio questo: “Stay together and play rock and roll”, perché la musica ha il grande potere di unire le persone, al di là di ogni conflitto e diversità. Ma la festa per i Fuoritempo non si esaurisce la sera del 24 luglio…
Il giorno successivo si festeggia tutti in- sieme al ristorante con un bel brindisi in riva al mare, sulle spiagge romagnole e i Fuoritempo ripercorrono insieme le tappe che li hanno portati fin qui, con tanta emozione. Mesi – quelli che anticipano l’evento – di sacrifici e di prove, dove gli elementi di difficoltà non sono pochi ma quando si hanno passione e voglia di mettersi in gioco anche le sfide più grandi diventano possibili da superare.
Prima di Rockin’1000, per poter partecipare all’evento, tutti insieme si lavora per far sì che la candidatura possa essere accettata: Chiara e Tiziana preparano il video da inviare per la selezione, ed è così che i Fuoritempo nei mesi che precedono l’evento fanno tantissime prove, per imparare bene la canzone da cantare allo stadio Manuzzi di Cesena. E la selezione verrà passata!
Il 23 luglio il gruppo dei cantanti parte per le prove e il giorno seguente tutti insieme si parte dalla Comunità per il grande concerto.
Silvia, Samuele e Moreno vanno subito allo stadio per le ultime prove e per i preparativi mentre il resto del gruppo si riposa in albergo e aspetta con ansia il concerto.
“Rockin’1000 è uno stadio pieno di gente, il palcoscenico è grande come il campo di calcio e il direttore arriva con una grossa moto: i Fuoritempo cantano al concerto! Ognuno è immerso nella musica, ballare tutti assieme è bellissimo e vedere tutti che cantano è fantastico.
Siamo felici! Questa mattina raccontiamo alla signora che ci ha preparato la colazione che ieri sera cantavamo al microfono e la felicità della musica non finisce…”: questo è quello che i Fuoritempo vivono sulla loro pelle e raccontano con le loro parole!
In un bar di Cesena, il mattino successivo, un amico della band che si trovava lì per lavoro non ha potuto fare a meno di ascoltare il racconto di una donna che parlava con il barista del grande evento del Rockin’1000. Diceva di quanto l’aveva emozionata vedere sul maxi schermo un ragazzo che cantava con una grinta e un forte impatto emotivo che mai aveva percepito in nessun altro concerto. Non conosciamo questa signora che però ha aggiunto: “Sulla maglietta del ragazzo c’era scritto ‘Dentro questa maglia c’è un fenomeno’”. Da lì abbiamo scoperto che il ragazzo di cui stava parlando era proprio Samuele.
Su Facebook una mamma di una bambina di 4 anni con disabilità ha scritto questo: “Avete realizzato un sogno anche per noi da casa, che così possiamo sperare che i nostri figli disabili possano realizzarsi davvero appieno come persone!”.
Rockin’1000 è stata un’esperienza entusiasmante ma non solo… È stato un modo per dire che insieme si possono fare tante cose, è stato dare la possibilità a persone con disabilità cognitiva di poter sognare, è stato testimoniare che nei sogni non tutti devono essere persone normali, è stata un’ulteriore conferma che la musica ci permette di fare aggregazione, senza confini né barriere.
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