1. Il necessario e il necessario
Il diritto di leggere: biblioteche come avamposto d’inclusione
a cura di Annalisa Brunelli, pedagogista e Roberto Parmeggiani, educatore e scrittore
“Ciò che la donna che lavora vuole è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, al sole e alla musica e all’arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose”.
Il titolo della monografia che vi apprestate a leggere prende spunto proprio da questa frase pronunciata dall’attivista Rose Schneiderman durante un discorso nel quale rivendicava il diritto di voto femminile di fronte a una platea di suffragette benestanti negli Stati Uniti.
Un diritto che, come dice lei, non è solo quello di esistere ma anche quello di vivere. Di poter godere, cioè, sia di ciò che consideriamo necessario e sia di ciò che, secondo una visione classista, consideriamo superfluo e quindi meno importante.
Anche i libri, e le altre forme della cultura in generale, sono da molti considerati superflui, un orpello, una bella esperienza ma non di certo fondamentali per la vita delle persone.
Ecco, l’idea che sta alla base della riflessione che vi proponiamo è quella di tentare di superare questa contrapposizione. Non più una visione, quindi, che separa il necessario dal superfluo, ma la possibilità di considerare tutto necessario, ogni esperienza secondo il proprio valore.
Attraverso la presentazione di esperienze, luoghi, idee, progetti abbiamo cercato di delineare una mappa immaginaria che ci indichi un orizzonte possibile verso cui muoverci per raggiungere insieme un luogo in cui la relazione con l’alterità sia la norma; che ci aiuti a riscoprire che alimentare con la bellezza e la conoscenza il nostro spirito non è meno utile di alimentare con il cibo il nostro corpo; che ci permetta di ritrovare una visione profetica quando dimentichiamo (più o meno deliberatamente) che, come diceva Marguerite Yourcenar “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spiri- to che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.
Noi che con e per i libri lavoriamo è per il pane che lottiamo, ma anche per le rose!
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