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Il Sitting Volley: uno sport inclusivo e socializzante

di Morgan e Maria

Fernando Morganelli (Morgan) è allenatore di Sitting Volley. Maria De Rosa è atleta del Sitting. Per seguire le loro avventure su Facebook: “Villanova SL Volley Consorzio Vip” e “Sitting Volleyball Bologna”. Per contatti: www.villanovavolley.com.

Il Sitting Volley è uno sport nato in Olanda nel 1956/57. Consiste in una speciale versione della pallavolo, giocata stando seduti a terra e con la rete più bassa. La regola principale prevede che il giocatore che tocca il pallone debba avere i glutei a contatto con il pavimento. Il Sitting Volley è uno sportparalimpico dal 1980, ma in Italia è stato scoperto solamente nel 2012, in occasione delle Paralimpiadi di Londra.

Cos’è il Sitting Volley visto da fuori? (Prospettiva di chi lo sta scoprendo)
Per la sua particolarità, il Sitting Volley ha la caratteristica di favorire l’integrazione delle persone con disabilità. Può infatti essere praticato, senza distinzioni, da diverse “categorie” di atleti con disabilità (amputati, paraplegici, cerebrolesi, poliomelitici, ecc.), nonché da soggetti normodotati. Inoltre, la pratica di tale disciplina non richiede l’utilizzo di strumenti specifici, a volte notevolmente costosi e non sempre acquisibili dall’aspirante giocatore. Occorrono soltanto una palla, una rete e un’azione fi-
sica svolta mantenendo i glutei a terra. La pratica di tale disciplina consente di cogliere il significato
dei termini “socializzazione” e “integrazione”, oltre che di recepire gli aspetti sportivi della disciplina, dando a tutti pari opportunità all’interno dello svolgimento del gioco. Consente di sostenere il superamento della diversità, l’accettazione dei propri e altrui limiti riconoscendo capacità e potenzialità di compagni e avversari, incoraggiando il rispetto per se stessi e per gli altri. Essendo ancora in una fase
iniziale, le principali difficoltà si incontrano per quando riguarda il coinvolgimento degli atleti, siano essi normodotati o con disabilità. L’atleta normodotato fa tendenzialmente fatica a cimentarsi in una disciplina innovativa, mentre il potenziale atleta con disabilità spesso non trova la forza per mettersi in gioco. Il numero esiguo degli atleti, nonché il fatto che nella maggior parte dei casi trattasi di persone adulte che lavorano, influiscono negativamente sulla continuità e sulla possibilità di strutturare sedute di allenamento specifiche. Il metodo principalmente utilizzato per cercare di superare queste difficoltà consiste soprattutto nel proporre dimostrazioni di Sitting Volley in giro per il Paese, a volte con l’aiuto di personaggi famosi come ex campioni di pallavolo, particolarmente attenti e sensibili verso le potenzialità sociali di questo sport. Venendo agli aspetti più tecnici, occorre anzitutto dire che il campo di Sitting Volley è di metri 10×6, divisi da una rete; la rete è alta 1,15 metri per squadre maschili, 1,05 metri per squadre femminili e 1,10 metri per squadre miste. Il giocatore che tocca la palla deve avere una parte del corpo, che va dai glutei alle spalle, a contatto con la superficie di gioco. Il giocatore in battuta può avere le gambe dentro il campo, a condizione che i glutei siano oltre la linea di battuta nel momento in cui tocca la palla. L’attacco dei giocatori di seconda linea è regolare se, al momento del contatto con la palla, il giocatore si trova con i glutei dietro la linea di attacco. A differenza della pallavolo tradizionale, si può murare la battuta avversaria.

Cos’è il Sitting Volley visto da dentro? (Prospettiva di chi lo ha già scoperto)
In qualità di società organizzatrice-capofila delle varie Feste dello Sport di Castenaso, ci è stata offerta la possibilità di inserirvi delle attività a maggiore ricaduta sociale; nello specifico, c’era stato proposto di inserire una partita di basket in carrozzina.
Pur essendo stata prevista per ben due volte, a causa di svariati motivi non si è mai avuta la possibilità di dare concretezza a tale proposta. Casualmente mi sono imbattuto nel Sitting Volley, sport ancora sconosciuto in Italia ma ben radicato all’estero. Fin da subito ho intuito la sua enorme potenzialità da un punto di vista sociale, in quanto fenomenale veicolo di inclusione sociale per gli atleti con disabilità. Conseguenza naturale è stata la decisione di avviare questa disciplina, presentando il relativo progetto prima al Consiglio Direttivo della mia società – ASD Villanova S. Lazzaro Pallavolo VIP – e poi al Consiglio Direttivo del Consorzio VIP. Il progetto ha ricevuto il benestare di entrambi i Consigli Direttivi; pur apprezzando il progetto, vi è stata qualche perplessità in merito alle concrete possibilità di attuazione e sviluppo. Ho iniziato coinvolgendo dirigenti, allenatori e atleti sia della ASD Villanova, sia delle altre società aderenti al Consorzio VIP; ad essi si sono affiancati dei ragazzi c.d. “certificati”, che hanno proseguito nell’avventura e sono tuttora in forza alla squadra. Il primo obiettivo è stato riuscire a organizzare una partita dimostrativa di Sitting Volley in occasione della Festa dello Sport di Castenaso del maggio 2010. Questa dimostrazione è stata il “la” che ha dato vita a tante attività di promozione del Sitting Volley, sia attraverso internet (Facebook, Youtube), sia attraverso manifestazioni e tornei in giro per l’Italia. Di conseguenza, è parallelamente cresciuto l’interesse e il relativo consenso da parte dei Dirigenti VIP, che non fanno mancare il loro supporto alle varie attività.

Cos’è il Sitting Volley visto da
dentro? (Prospettiva di chi lo pratica)
Il mio incontro con il Sitting Volley risale all’aprile 2011 ed è avvenuto in occasione di un mio ricovero presso il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (BO). Infatti, grazie a una convenzione con il CIP, gli ospiti del Centro venivano accompagnati, ogni giovedì sera, al Palazzetto dello Sport di Castenaso per partecipare agli allenamenti di Sitting Volley guidati da Morgan. Fino ad allora non ero stata una sportiva, avendo attuato solo la prima parte del motto latino mens sana in corpore sano. All’epoca abitavo in provincia di Padova; Morgan mi aveva dato i recapiti del referente padovano per il Sitting Volley, ma devo confessare che non avevo fatto ricerche degne di tale nome.
A marzo 2012, in seguito al cambio di lavoro, mi sono trasferita in provincia di Bologna e ho cominciato a seguire con assiduità gli allenamenti di Sitting Volley. L’interesse e la passione verso questa disciplina sono aumentati in maniera costante ed esponenziale e ora mi ritrovo a non poterne fare a meno.
Premetto che il rapporto con il mio handicap è molto naturale, per cui non ho cercato nel Sitting un’occasione di riscatto o di integrazione. Quello che mi ha affascinato e che mi fa amare questo sport è l’attività in se stessa, che reputo molto bella sia da praticare che da seguire. Fattore non meno importante è lo spirito di squadra che si crea, quella bella sensazione che ti dà lo stare tutti insieme, persone normodotate e persone con disabilità separate da un’unica barriera, ovvero dalla rete del campo. Grazie al Sitting Volley abbiamo girato in lungo e in largo, abbiamo conosciuto tanti ex atleti di enorme valore sportivo e umano, abbiamo in sostanza fatto il nostro ingresso nella grande famiglia della pallavolo senza mai sentirci “tollerati”, ma ovunque accolti a braccia aperte. Di tutto questo sono molto grata a Morgan, persona eccezionale sotto molti punti di vista; il suo modo di fare caloroso e accogliente ti fa sentire subito a casa, come se avessi praticato Sitting Volley da sempre.



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