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C’era una volta un pezzo di legno. Gli Amici di Luca incontrano Babilonia Teatri

di Lucia Cominoli

Dopo il debutto nel dicembre 2012 al Teatro Storchi di Modena, la tournée di Pinocchio, lo spettacolo realizzato dalla compagnia veronese Babilonia Teatri con gli attori usciti dal coma dell’Associazione Gli Amici di Luca e della Casa dei Risvegli di Bologna, non si è più fermata. Sarà per il riconoscimento ricevuto nel 2013 con il Premio ANCT, rilasciato dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, o forse perché, attingendo con immediatezza ai riferimenti più comuni della favola di Collodi, il gruppo ha saputo così sondare tra le pieghe e le contraddizioni tutte umane del burattino di legno, insieme alla voce di ben tre “pinocchi” (Paolo Facchini, Luigi Ferrarini e Riccardo Sielli) che, reduci da quel lungo risveglio che segue la stasi, desiderano ora vivere, essere e amare al centro di un mondo che sembra non riconoscerli più ma che al contempo ancora li scruta, desidera e insegue. Ne abbiamo discusso con Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma e fondatore de Gli Amici di Luca e il regista di Babilonia Teatri Enrico Castellari.

“Babilonia Teatri incontra Gli Amici di Luca. Gli Amici di Luca incontrano Babilonia Teatri. Un incontro. Uno scontro. Un crocevia. Un matrimonio di necessità”. Così avete definito l’inizio del vostro percorso… Cosa c’era prima?
Fulvio De Nigris: Un laboratorio teatrale, attivo alla Casa dei Risvegli dal 2003, che nel corso di questi
anni ha dato vita a sei spettacoli, coinvolgendo come attori gli ospiti dell’unità ospedaliera, con la partecipazione di volontari e professionisti che avevano già prodotto delle innovazioni nell’ambito del teatro legato alla disabilità, come Vincenzo Toma e Antonio Viganò, e che oggi è affidato agli operatori teatrali Stefano Masotti e Alessandra Cortesi con il coordinamento pedagogico di Laura Trevisani. Inoltre, fin dalle origini, è sempre stata stretta la collaborazione con il Dams di Bologna in particolare con Cristina Valenti, docente di Storia del Nuovo Teatro, che ci ha messo in contatto con i Babilonia Teatri, una compagnia oggi molto nota nel circuito teatrale che ha permesso alla nostra di raggiungere un’ulteriore crescita, una risonanza e un’eco mai raggiunte prima, importantissime per noi in un’ottica di contatto con l’esterno, come portare fuori lo spettacolo dalla struttura in tournée, un’occasione sempre straordinaria per gli attori dal punto di vista sia relazionale che professionale.
Enrico Castellani: Noi non avevamo mai lavorato con la disabilità in senso proprio; quando Cristina Valenti ci ha contattato non conoscevamo Gli amici di Luca, sono stati completamente una novità, così come non sapevamo nulla di coma. Allo stesso tempo ci siamo presentati loro senza alcuna perplessità, semplicemente con la volontà di andare incontro a delle persone che eravamo curiosi di conoscere, persone la cui vita si è trasformata a causa di quest’esperienza, un’esperienza, quella del coma, che ha portato loro dei danni a livello fisico, psicologico o comportamentale, a un handicap acquisito, una mentalità diversa rispetto alle persone che ho conosciuto con handicap dalla nascita. Noi ci siamo presentati provando a chiedere loro perché facevano teatro e ci hanno risposto che, a causa dell’handicap, la società li aveva messi da una parte, il teatro era il solo modo per rientrarci. La loro onestà e il valore assolutamente primario che attribuivano al teatro è stata per noi un’illuminazione e una folgorazione insieme, da lì è partita la riflessione per poter costruire uno spettscolo che potesse circuitare nei teatri, ossia nei luoghi che abitualmente frequentiamo, senza porla nell’ambito del cosiddetto “teatro sociale”, proprio perché tutto questo aveva un valore per loro assolutamente vitale.

Pinocchio è una delle figure per tradizione più associate alla disabilità… Perché riproporla ancora?
Fulvio De Nigris: È stata una scelta di Enrico e Valeria Raimondi, i registi, che noi abbiamo subito condiviso nei modi e negli intenti…
Enrico Castellani: In realtà Pinocchio doveva essere una dedica all’infanzia, il primo di una serie di spettacoli sulle età della vita. Quando abbiamo incontrato Gli Amici di Luca però quello che era ancora un contenitore vuoto si è improvvisamente riempito di senso. Pinocchio è infatti un corpo che come il loro da burattino si trasforma in corpo in carne e ossa. C’è poi un’altra ragione: Pinocchio è un romanzo di formazione e una fiaba che appartiene all’immaginario collettivo di noi tutti, tutti cioè capiamo subito di cosa sta parlando Pinocchio, a quali personaggi, luoghi e fatti si riferisce. Qui abbiamo innestato i loro vissuti spostandoli su un terreno di metafora, e così la Fata Turchina è diventata il desiderio di una fidanzata (l’affettività e la sessualità è infatti assolutamente centrale nelle loro vite) e il bisogno di evasione, che da una parte ricercano e da una parte li riporta ai bisogni della vita precedente, ci ha condotti nel Paese dei Balocchi. Pinocchio diventa una spalla che può permettere loro di procedere, di raccontarsi.

Lo spettacolo è stato preceduto da una lunga fase laboratoriale. Come siete arrivati a scegliere Paolo, Luigi e Riccardo e a sviluppare con loro la drammaturgia e la regia?
Fulvio De Nigris: Inizialmente hanno seguito il percorso tutti gli attori e i volontari del gruppo, io compreso
Enrico Castellani: Sì, la prima fase si è sviluppato nell’arco di sei-otto mesi con l’intera compagnia. Abbiamo poi chiesto loro, al di là delle personalità, chi fosse disponibile ad affrontare un periodo di prove costante per cinque residenze di sette giorni e un’intera tournée. Ovviamente tutto questo è stato dettato anche dal proprio tipo di vita, dal lavoro e dalle famiglie, di certo non abbiamo fatto provini, come del resto non facciamo mai, è stata una scelta, insomma, legata a fattori contingenti. Sicuramente non abbiamo fatto provini, cosa che per altro non facciamo mai. Per quanto riguarda la drammaturgia direi che un testo vero e proprio non esiste, esistono degli appuntamenti fissi ma è un testo a braccio in cui ci sono dei temi che vengono svolti direttamente sulla scena, la maggior parte dello spettacolo è infatti un’improvvisazione vera e propria. Ogni sera la mia voce fuori campo guida gli attori, gli argomenti trattati cambiano ogni volta e io continuo a spostare le domande, cerchiamo di essere spontanei sul palco, perché è questa la loro ricchezza, non avrebbe avuto senso costringerli o ingabbiarli in qualcosa di precostituito. Tutti gli argomenti che portiamo sono nati comunque dal lavoro di improvvisazione che abbiamo sviluppato nelle prove noi e loro assieme. Come regista ho cercato di mettermi in ascolto per metterli a loro volta a proprio agio.

Pensate di aver dato vita a un lavoro molto diverso dai precedenti?
Il tentativo è stato quello di mantenere cifre nostre come un particolare uso della musica e un procedimento a quadri che alla fine una storia vera e propria non la racconta… Cerchiamo di volta in volta di trovare la formula che più riesce a veicolare i contenuti che desideriamo condividere e questa che ho descritto ci sembrava la più consona.

Cosa hanno provato Gli Amici di Luca alla prima dello spettacolo?
Fulvio De Nigris: Al di là della prima a Modena è stato emozionante vedere entrare il pubblico dall’esterno per assistere allo spettacolo dentro la struttura. È la prova di come un luogo di cura può sviluppare percorsi artistici, così come è accaduto con l’incontro con il nostro testimonial Bergonzoni. Teatro e musica sono per noi strumenti di sensibilizzazione. Tutto ciò ha certo a che fare con il teatro impropriamente definito “sociale”, solo che ci sono attori che nel loro complesso non hanno nulla da invidiare agli altri.

Quanto peso sta avendo il supporto di un pubblico così esteso nella crescita personale e riabilitativa dei protagonisti?
Enrico Castellari: Questa è una domanda che continuiamo a porci anche noi. Di sicuro emerge da parte del pubblico una grande necessità di confrontarsi con questi temi e queste persone. Noi per primi non le frequentiamo generalmente nella nostra vita; quasi sempre sono persone che hanno una vita a parte rispetto alla società, nel momento in cui il pubblico le incontra è come se anche lui soddisfasse un bisogno. Per questo il nostro tentativo è stato volto a permettere agli attori che sono sul palco di raccontarsi e di essere se stessi, di poter dire in qualche modo che “ci sono” e di farlo a tutto tondo. Al di là delle implicazioni delle loro esperienze di coma, sono persone che normalmente non avrei mai incontrato da nessuna parte, la loro condizione e il teatro ci hanno permesso di farlo su un terreno sospeso dove è possibile incontrarsi prima di tutto come esseri umani.
Per quanto riguarda gli attori, invece, direi che l’esperienza di tournée li sta rendendo entusiasti. Un giorno a una replica dello spettacolo ci hanno chiesto se sarebbe stato possibile fare una doppia, date le moltissime richieste, e loro hanno risposto che erano pronti a farne dieci! L’incontro con il pubblico li carica di un’energia enorme che vorrebbero non finisse mai. Quando poi hanno ricevuto il Premio ANCT, volavano letteralmente tra le nuvole…
Fulvio De Nigris: Insieme a loro c’è sempre anche Stefano Masotti, teatrante e psicologo che fa un po’
da paracadute all’esperienza.
Enrico Castellani: Sì, Stefano è una persona di grandissima sensibilità con cui anche noi abbiamo instaurato una forte complicità.

Ora che Pinocchio è diventato grande, che intenzioni ha?
Fulvio De Nigris: Ci interessa proseguire nella direzione di una crescita teatrale di apertura all’esterno; lo abbiamo fatto anche con l’ITC Teatro di San Lazzaro, con “Il Paese delle Meraviglie e altre storie” in scena lo scorso 7 ottobre 2013 all’Arena del Sole di Bologna per la giornata nazionale dei risvegli.
Enrico Castellani: Sicuramente siamo felici di proseguire quest’esperienza…
Fulvio De Nigris: Il coma, dice sempre uno dei nostri attori, è come la macchina dei Flintstones, un veicolo senza motore, devi mettere fuori gambe e piedi per farla camminare…

Per saperne di più:
www.babiloniateatri.it
www.amicidiluca.it
www.casadeirisvegli.it



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