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Giochi in Uso: laboratorio di gioco-sport che inizia dal saper fare

a cura di Paola Solfitti, responsabile Progetto Sport per la cooperativa Zanzebia

Da un lungo corso di formazione tenuto dalla Cooperativa Accaparlante di Bologna, finanziato dall’Ambito distrettuale n. 9 Bassa Bresciana Centrale, nasce a Ghedi un gruppo di educatori del progetto Calamaio, che nel 2006 forma l’associazione di promozione sociale Zanzebia.
Nel 2010 l’associazione si trasforma in Cooperativa Zanzebia, che continua a operare nel campo della cultura della disabilità in tutta la provincia di Brescia con il Progetto Calamaio e dal 2011 gestisce un asilo nido con una capacità recettiva di 30 bimbi.
Un altro progetto importante della cooperativa, partito nel 2010, è “Utile e dilettevole – Quando lo sport aiuta la buona vita”.
Anch’esso parte da una necessità manifestata dal nostro territorio, quella di rendere più accessibile la
pratica sportiva, e viene strutturato sulla base della collaudata esperienza della Cooperativa Accaparlante nel campo sport-disabilità. L’intero progetto ha perseguito il fine di stimolare l’offerta di attività sportive indirizzate alle persone con disabilità attraverso azioni di sensibilizzazione, formative e informative per arrivare a costruire nuove e reali occasioni di integrazione sociale di ogni cittadino.
Dal lavoro di mappatura del nostro ambito territoriale e di ricognizione dell’offerta di attività sportive dedicate ai cittadini con disabilità, infatti, è emerso che nessuna associazione sportiva offre opportunità sportive specifiche per le persone disabili, che si trovano costrette a praticare attività motoria solo attraverso i centri diurni specializzati o come fisioterapia, oppure si rivolgono alla città, dove trovano proposte rivolte prevalentemente a soggetti con disabilità fisiche.
Questo percorso ha portato all’individuazione di una realtà sportiva disponibile a sperimentare un progetto pilota. Nasce così “Giochi in Uso: laboratorio di gioco-sport che inizia dal saper fare”, un’attività sportiva sperimentale strutturata in 6 incontri per un gruppo di ragazzi disabili di età compresa fra gli 8 e i 14 anni.
A settembre 2011, l’attività sperimentale si trasforma in un’attività strutturata sull’intero anno seguente. Un educatore (Tristano) della Cooperativa Accaparlante, attraverso un corso di formazione e un lungo percorso di affiancamento, ha condotto due educatori della Cooperativa Zanzebia (Linda e Vanessa) e un allenatore della società sportiva Uso Ghedi (prima Paolo e poi Matteo) ad acquisire autonomia nella gestione dell’attività motoria con i ragazzi disabili. Questo ha consentito al progetto pilota di divenire una prassi consolidata e di diventare potenzialmente reiterabile anche in altre società del
nostro territorio.
Il gruppo di ragazzi di Ghedi e Leno, con disabilità prevalentemente psichiche (ad esempio disturbi dello spettro autistico), che è aumentato fino a 13 ragazzi, si allena tutte le settimane per un’ora e mezza ed è stato inserito progressivamente in questa società sportiva già consolidata, l’Uso Ghedi, che offre l’opportunità di giocare a calcio a bambini e ragazzi di tutti gli ordini scolastici.
Questo laboratorio sportivo settimanale parte dal “saper fare” di ogni bambino per fargli sperimentare il
superamento del limite, attraverso l’acquisizione di competenze sia corporee che relazionali. I risultati sono molto soddisfacenti e hanno permesso a ogni partecipante, in base alle proprie possibilità, di sviluppare capacità a livello sia motorio (coordinamento, concentrazione, resistenza) che relazionale (condivisione delle consegne, lavoro in gruppo, autostima).
Per la quinta annualità, che è partita a ottobre 2014, infatti, il gruppo dei ragazzi dei “Giochi in Uso” parteciperà ad alcune gare provinciali del SOI (Special OlimpicS Italia) nella disciplina dell’atletica leggera. Riteniamo che l’esperienza della “gara” rappresenti un ottimo stimolo per i ragazzi che potranno vivere un’esperienza di gruppo nuova, mostrando le competenze acquisite in questi anni di attività sportiva.
A causa della mancanza di fondi e, in primis, dell’essere venuto meno dal 2013 del finanziamento del- l’Ambito zonale n. 9, molte azioni preventivate dal progetto iniziale, soprattutto un corso di formazione per gli operatori e tecnici delle altre società sportive del territorio, rimangono ancora inagite e sarebbero invece fondamentali per creare un terreno fertile affinché alcuni ragazzi del laboratorio possano cominciare a praticare sport nelle società sportive dei rispettivi paesi.
Un ringraziamento per la salvaguardia del laboratorio sportivo “Giochi in Uso” va alle Amministrazioni comunali di Ghedi e di Leno, che si sono fatte carico del costo di parte dell’attività (una parte è coperta dalle rette dei ragazzi), dopo il venire meno dell’Ambito zonale.
Un altro contributo importante alla buona riuscita del progetto è stata la costante partecipazione volontaria di educatori che hanno coadiuvato nel lavoro (Beppe, Devis e Luca) e di un gruppo di studentesse dell’Istituto di istruzione superiore “Blaise Pascal” di Ghedi (Paola V., Elisa, Paola Z. e Chiara); la loro presenza ha reso possibile un lavoro personalizzato sul singolo bambino, che ha risposto in modo più adeguato alle reali necessità del gruppo.
Un altro punto di forza dei “Giochi in Uso” sono stati i genitori, che hanno creduto nel progetto fin dall’inizio, motivando i loro bambini, ma anche i loro amministratori, ad acquisire consapevolezza dell’importanza del laboratorio.

La testimonianza degli educatori
Sono Linda, educatrice e psicomotricista, e mi occupo da quattro anni del progetto “Sportivamente Giocando”. Lo sport con la disabilità viene qui inteso come una forma di gioco regolamentato. Nella relazione con i ragazzi speciali è necessaria l’empatia, soprattutto nei primi incontri dove non si conoscono le personalità dei bambini, che dal momento che vengono inseriti in un nuovo contesto hanno bisogno di un riferimento che riesca ad accogliere e capire le loro esigenze ed emozioni.
L’attività prevede un momento iniziale di accoglienze che dà la possibilità ai ragazzi di sentirsi “protagonisti”, poiché trovano uno spazio in cui condividere le loro emozioni e proporre loro stessi attività di gioco.
I materiali che utilizziamo per l’attività non sempre sono disponibili nella struttura che ci accoglie. Per questo portiamo materiale in nostro possesso, materiali di riciclo che ci permettono di costruire i nostri percorsi di gioco. A ogni incontro i ragazzi manifestano la voglia di partecipare in modo propositivo alle attività, regalandoci grandi soddisfazioni attraverso l’affetto e il sorriso. Durante l’attività i ragazzi comunicano a livello corporeo sia l’entusiasmo, la voglia di cimentarsi in nuove esperienze, sia i momenti di frustrazione. È proprio in questa circostanza che il ragazzo ha bisogno di ricevere il mio sostegno per superare gli ostacoli del gioco attraverso alcune varianti. Tutto ciò permette un miglioramento dell’autostima e delle proprie potenzialità anche al di fuori di questa attività.
(Linda Fezzardi, educatrice Progetto Sport della cooperativa Zanzebia)

Sono Matteo, un giovane laureato in scienze motorie. Rappresento la figura che cura l’aspetto motorio dei ragazzi. Cerco di trasmettere loro informazioni, schemi ed esperienze motorie attraverso esercizi, giochi e sport per arricchire il loro bagaglio motorio e acquisire una maggiore autonomia nei diversi momenti della giornata. L’attività con i ragazzi è molto stimolante perché, nonostante questa venga programmata, tutto viene messo in discussione dalle infinite variabili di risposta che scaturiscono dai ragazzi. Uscire dagli schemi è all’ordine del giorno e questo fa emergere ogni volta la necessità da parte mia di ricercare continuamente informazioni, modalità e mezzi alternativi, a volte fantasiosi, per creare un ambiente ottimale ai ragazzi. Perché, come ho imparato, è l’ambiente circostante che crea e amplifica le disabilità.
(Matteo Zacco, educatore-allenatore del Progetto Sport per la società sportiva Uso Ghedi)

La testimonianza dei genitori
Siamo i genitori di alcuni bambini che frequentano ormai da quattro anni il laboratorio di gioco-sport “Giochi in Uso”. Siamo stati testimoni della sua nascita, co-promotori della sua continuazione e ormai ci sentiamo veramente parte di una grande “famiglia”.
I nostri figli hanno delle disabilità, che rendono per loro difficile affrontare uno sport di squadra: accettare le regole, coordinare i movimenti, capire gli obiettivi, essere competitivi “né troppo né troppo poco”, riuscire a sentirsi protagonisti attivi del gioco, quando questo gioco non è stato pensato per le loro particolarità. Ciò li rende frustrati e rinunciatari. Abbiamo fatto dei tentativi per trovare degli sport “su misura”, ma la proposta che ci viene offerta di solito è quella di un preparatore personale, molto costoso, e non riguarda mail un’attività in squadra con altri bambini. Al di là della competizione, lo sport di squadra ha un forte valore formativo e aggregativo per tutti i bambini, dove si afferma la personalità e il carattere, dove si mette alla prova la propria capacità di interagire con gli altri… Si vede quindi come questa attività ci stia molto a cuore, perché non ne troviamo altre che ci diano la stessa possibilità di rapportarsi gli uni con gli altri “alla pari”, e dove ciascuno può, e deve, dare il massimo con quello che ha.
Abbiamo visto crescere i nostri bambini, fare passi avanti che non ci saremmo mai immaginati, li abbiamo visti riconoscersi come parte di un gruppo di amici che si cercano, che si sostengono, che si divertono. Si divertono! Trovano gratificazione e realizzazione di sé nello svolgimento dell’attività. Eppure, come in tutte le squadre, si litiga, ci si spintona, ci si arrabbia… Ma ogni settimana noi assistiamo quasi increduli al loro entusiasmo alla prospettiva dell’appuntamento della palestra. Hanno già dimenticato le offese, gli spintoni, i torti dati e subìti e non vedono l’ora di ricominciare a gareggiare, segnare punti, colpire quella palla o quel palloncino, farsi una risata, stendersi a terra quei dieci minuti finali per il rilassamento, dove tutti hanno imparato la regola del rispettare il momento di relax degli altri.
Noi genitori continuiamo a non trovare alternative valide a questa attività e pertanto speriamo che si vada avanti, che si riesca a proseguire, a continuare a proporre l’attività di gioco-sport per bambini e ragazzi con disabilità. Speriamo di vedere nuove iscrizioni, e magari la formazione di più squadre; sarebbe bello che realtà simili si diffondessero nel territorio, ci sarebbero diverse squadre che potrebbero affrontarsi in tornei, e magari si potrebbero organizzare squadre differenziate per livello e per età. Crediamo che per favorire questa diffusione debbano attivarsi enti quali la neuropsichiatria, le ASL, i Comuni, per far arrivare alle famiglie l’informazione che questa realtà esiste e funziona. Una mamma che si è aggiunta di recente ha affermato che da almeno 13 anni aspettava un’attività del genere, e solo l’anno scorso ha saputo del progetto.
(Cristina, Pietro, Raffaela, Antonella, Stella)

Per informazioni:
Zanzebia Cooperativa Sociale Onlus
Via G. Falcone 12 – 25016 Ghedi (BS)
tel./fax 030/9031979
cell. 331/30.99.261



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