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Un fantasma in pizzeria: è la sindrome di Down

Il lavoro nobilita l’uomo e la donna, lavorare con lentezza, l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, il posto di lavoro è aggregazione, lavorare meno lavorare tutti, ma lavorare stanca e stancarsi è un diritto.

Da alcuni anni in rete gira una e-mail che racconta di una pizzeria di Roma che usa un ingrediente in più: una prospettiva lavorativa per persone con la sindrome di Down.
Incuriositi e attratti da un’esperienza di questo genere, alla prima occasione siamo approdati alla Locanda dei Girasoli.
È un Ristorante-Pizzeria nascosto tra le stradine del Quadraro a Roma, situato tra la Tuscolana e gli importanti e meravigliosi resti degli acquedotti romani, dove abbiamo incontrato Antonio Anzidei, nuovo responsabile della Locanda, socio e membro del CDA della Cooperativa Sociale I Girasoli che gestisce il locale.
La storia del locale è strettamente legata all’iniziativa di un gruppo di persone che all’interno del proprio nucleo familiare ha dei figli con la sindrome di Down.

Una possibile risposta alla struggente riflessione dei genitori, di tutti i genitori, “Cosa faranno i nostri figli dopo di noi?” viene dall’incontro con il mondo del lavoro, che diventa “integrazione lavorativa” per le persone che hanno anche dei deficit, una risorsa che significa comunque aggregazione ma anche autonomia, economica e manuale.
Avere un lavoro non è mai solo svolgere determinate mansioni o rivestire un ruolo; per le persone che hanno anche un deficit vivere un’esperienza professionale significa ricevere un’apertura di credito e fiducia, riavere indietro un’idea di sé adulta e capace di “reggere” e andare oltre l’immagine sociale più accreditata di persona da accudire o sistemare.

Cinque anni fa, sulla forte spinta della mamma di una persona con la sindrome di Down, nasce La Locanda dei Girasoli e un’idea di investire nel futuro, in tutti i sensi; viene costituita una cooperativa sociale che acquista un Ristorante chiuso da un paio di anni, per farne una Pizzeria con personale costituito anche da soci con la sindrome di Down.
Ovviamente non è una cosa facile.

Impresa sociale, integrazione lavorativa, lucro e non profit, rapporti umani ed efficienza, momenti di crisi economica e periodi di stabilità, insomma felicità e preoccupazioni sono i difficili equilibri tra diverse contraddizioni che si sono alternati sino alla primavera di quest’anno quando il rischio di chiusura per debito è stato molto forte.
Fortunatamente le istituzioni cittadine in questo caso non sono state a guardare e con l’impegno del sindaco Walter Veltroni, del presidente del X° municipio Sandro Medici, dell’Assessore ai Servizi Sociali Fabio Galati e della solidarietà di un quartiere con un forte tessuto sociale si è scongiurato il rischio di chiusura e di perdita di una forte esperienza anche di integrazione lavorativa.
Sono stati anche ristrutturati i locali: l’entrata principale è accessibile anche a chi si sposta in carrozzina e la prima sala, molto accogliente, è totalmente accessibile; da qui si raggiunge facilmente il bagno a norma.
Mangiare non è più un bisogno, andare a mangiare fuori poi significa stare con le persone con cui esci ma anche incontrare dei luoghi, dei cibi e anche le persone che ti servono quello che mangi: alla Locanda si trova la pizza sia romana che napoletana e quella speciale Girasole, una pizza bianca con intorno i fiori di zucca e al centro funghi porcini per riprodurre il girasole; primi piatti e zuppe; verdure tutte certificate di provenienza biologica e pane cotto al forno a legna. Una particolare attenzione è dedicata anche alla preparazione delle portate che tiene conto delle segnalazioni (telefonare prima) su possibili intolleranze alimentari o di ordine etico, religioso e sanitario.
Ad esempio ci si può anche portare da casa la pizza senza glutine che verrà cotta nel forno a legna al momento, in teglie in cui non è stata usata farina in precedenza.

La Locanda dei Girasoli è un’attività commerciale che ha un valore aggiunto, un’integrazione lavorativa particolare. “Si tratta di cogliere una realtà che c’è e che provoca, che smonta, per il fatto stesso di esistere, tutti i modelli individuali e sociali basati sull’apparire, sull’efficienza, sul successo e sul potere. Una realtà che per questo diventa risorsa per tutti, perché è oggi forse l’unica in grado di mettere in crisi questo sistema e di aprire la strada a una alternativa: è proprio attorno alle persone diversamente abili che si sono sviluppate le più significative esperienze di vita comunitaria basate su principi di solidarietà e di giustizia.” (dall’introduzione al Convegno F.A.I.P. Bellaria 18/20 settembre 2003)

Insomma, una pizzeria, come tutte le altre, ma con dietro/dentro un’occasione diversa dai luoghi riservati alla crescita per le persone con una disabilità, per provare a costruirsi un pezzo del proprio destino. Per questo fortemente sconsigliata a chi pensa ai freak come fenomeni da baraccone: “Ahò annamo a véde i Down che fanno la pizza”.

La Locanda dei Girasoli
via dei Sulpici 117H – Roma
Telefono 06/76.10.194 (chiuso il lunedì)

La sindrome di Down non è una malattia ma una condizione genetica. È inesatto parlare dunque di malattia, che è un concetto completamente diverso, che implica in sé, tra l’altro, una possibile evoluzione verso la guarigione. La SD è una condizione genetica che caratterizza la persona per tutta la sua vita. (www.aipd.it)




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