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La storia del Cavazza (parte seconda)

Pubblichiamo ora una replica a quell’intervento [parte I] a cura del consiglio di amministrazione dell’istituto

la produzione di libri in Braille

L’anno scolastico 1975/76 iniziò per l’istituto Cavazza con la presenza di quattro convittori, studenti delle Scuole Medie Superiori.
L’attività convittuale, da sempre riservata agli studenti ciechi delle scuole medie inferiori e superiori, dell’Università e del Conservatorio di Musica, era ormai al tramonto definitivo, per via del mutato atteggiamento politico e sociale riguardante l’integrazione scolastica.
Non più ghetti nei quali ricoverare i diversi, ma processi di integrazione che vedessero le persone con handicap sedute fianco a fianco degli altri ragazzi, nella scuola di tutti; che vedessero quelle stesse persone permanere nelle proprie famiglie di origine per trascorrervi la vita di tutti.
La Regione Emilia Romagna e gli Enti Locali del suo territorio, in prima fila nel sostenere questo nuovo credo pedagogico, che segnava un vero e proprio scatto di civiltà, aprì un rapporto di collaborazione con l’istituto Cavazza tendente a creare strumenti di sostegno da offrire alla scuola, alle famiglie, agli operatori, per favorire la politica di integrazione.
Da tale collaborazione nacque nel gennaio 1977 una importante convenzione che vedeva coinvolte oltre all’istituto e alla Regione, tutte le Province dell’ Emilia Romagna, il comune di Bologna, l’università degli Studi e l’Unione Italiana Ciechi.
Sorse una vera e propria attività di produzione di libri Braille per la scuola di libri parlati per gli studenti e per una vasta fascia di utenti ciechi.
Fu resa stabile una iniziativa avviata sperimentalmente da un gruppo di studenti ciechi bolognesi, provvedendo sistematicamente alla registrazione su cassette di due periodi settimanali tra i più diffusi sul territorio nazionale, attraverso il contatto diretto o il circuito delle biblioteche di pubblica lettura.
In questi anni, sono stati stampati e distribuiti oltre trecento libri Braille e circa seicento libri parlati che hanno raggiunto migliaia di utenti ciechi nella regione Emilia Romagna e su tutto il territorio nazionale.

la formazione dei ciechi e degli operatori

Nel 1979, con un’iniziativa coraggiosa e pionieristica, nasce la formazione professionale per ciechi, con l’avvio del primo corso per Programmatori Elettronici, svolto grazie alla feconda collaborazione con l’I.B.M. A tale corso, ne seguono negli anni altri 17, ai quali si affiancano 15 corsi annuali e due corsi biennali per centralinisti, tutti finanziati dalla Regione Emilia Romagna, tramite il Fondo Sociale Europeo.
L’insieme dei corsi ha consentito ad oltre quattrocento giovani ciechi di conseguire un titolo professionale e di ottenere un decoroso e produttivo inserimento nel lavoro, sia come centralinisti (il 100% dei diplomati), sia come programmatori (1’80% dei diplomati).
Parallelamente sono stati organizzati e svolti nove corsi annuali e biennali di Specializzazione tiflopedagogica per insegnanti e operatori della scuola, che hanno permesso di diplomare circa 700 persone, alcune delle quali sono state direttamente impegnate in attività di sostegno scolastico gestite dall’istituto.

Prodotti e tecnologie per ciechi

Dal 1982 ha preso il via l’attività di distribuzione di prodotti e ausili speciali ad uso dei ciechi che ha permesso a molti non vedenti di entrare in possesso di oggetti e prodotti spesso introvabili, prevalentemente importati dall’estero (registratori 4 tracce, dattilobraille, carte geografiche, strumenti per la casa, per la scuola, per il tempo libero ecc.).
Tale attività si è progressivamente specializzata e indirizzata verso dispositivi ad elevato contenuto tecnologico, legati prevalentemente alle apparecchiature informatiche. Così nel 1987 è stato realizzato il primo terminale Braille italiano per Personal Computer, MB 20, distribuito in un centinaio di esemplari, al di sotto del prezzo di costo, per promuovere la diffusione delle apparecchiature informatiche tra i ciechi. MB 20 ha avuto molte successive versioni, l’ultima delle quali, MB 408s consente agli utenti ciechi l’uso del personal computer in ambiente MS DOS ed MS WINDOWS.
L’attività tiflotecnica, coordinata con l’Unione Italiana Ciechi Nazionale, ha prodotto oggi show rooms permanenti, oltre che a Bologna, nelle città di Roma, Milano e Bari, mentre sono state organizzate numerose mostre itineranti in ogni regione d’Italia che hanno avvicinato le nuove tecnologie ad un gran numero di utenti.

Il Cavazza in Europa

L’attività dell’istituto Cavazza non si è fermata ai confini nazionali ma ha trovato validi sbocchi anche all’estero, tramite un’attiva presenza nell’ambito del progetto europeo Helios e l’organizzazione di azioni formative e di trasferimento tecnologico con l’associazione Panrussa dei ciechi e con l’associazione Panellenica dei ciechi.
A Mosca e ad Atene sono stati allestiti laboratori informatici a cura dell’istituto Cavazza ed è stata realizzata la formazione di insegnanti per la preparazione di programmatori non vedenti, grazie anche al supporto scientifico dell’A.S.P.H.I.

Risorse e patrimonio

Il patrimonio immobiliare dell’istituto è stato in questi anni parzialmente rinnovato e ristrutturato, assicurando oggi un livello di redditività molto soddisfacente, sebbene una quota rilevante degli alloggi venga riservata a non vedenti ex allievi dell’istituto, con una riduzione di canone del 25% rispetto ai fitti correnti.
Su 81 appartamenti di proprietà, 26 sono occupati da non vedenti, con un impegno finanziario per l’istituto stimabile in circa novanta milioni annui. Il bilancio generale dell’Ente risulta sostanzialmente in equilibrio, la situazione finanziaria e patrimoniale si presenta stabile e positiva, pur in presenza della contrazione dei pubblici finanziamenti e dei ritardi nella erogazione delle somme previste. Crediamo si possa affermare che l’istituto Cavazza è uno dei pochi enti da molto tempo disabituati ad accedere alle anticipazioni bancarie e a dover sopportare di conseguenza il pagamento di forti interessi passivi.

Progetti per il futuro

Molti avvenimenti si sono susseguiti negli ultimi venti anni; molte attività e iniziative dell’istituto sono nate, sono fiorite e si sono consumate, secondo quella dinamica di evoluzione della società che tutto brucia così rapidamente. Nel pensare al futuro, il Consiglio di Amministrazione dell’istituto ha ben presente tale dinamica ed è sorretto dalla convinzione che le attività da sviluppare debbano risultare organizzativamente flessibili e qualitativamente di contenuto elevato.
Il panorama nazionale della sicurezza sociale e delle politiche per la disabilita va mutando molto celermente: nuovi soggetti sociali e istituzionali si affacciano alla ribalta, nuove filosofie e nuovi modelli organizzativi vengono proposti per il dispiegamento delle attività che riguardano il settore. In questo quadro movimentato e fluido appare a noi presuntuoso e sterile enumerare le lunga elencazione dei bisogni, delle aspettative, delle iniziative che dovranno adottarsi.
La politica consiliare dei prossimi anni sarà uniformata ad alcuni principi basilari già concordati e adottati come criteri discriminanti dell’opera del consiglio:

1. Economicità delle iniziative, che dovranno svolgersi entro compatibilità finanziarie chiare e secondo progetti ben strutturati;

2. Razionalità dell’apparato organizzativo, che dovrà corrispondere alle esigenze di funzionalità delle iniziative svolte, senza dispersione di risorse e senza inutili sprechi;

3. Flessibilità nelle attività da svolgere, pronti ad adeguare strutture e professionalità alle richieste che provengono dall’utenza;

4. Qualità nelle prestazione erogate, che dovranno risultare di prim’ordine e soddisfare l’aspettativa dell’utenza;

5. Coordinamento della politica istituzionale con i principali obiettivi espressi in ambito locale e nazionale, in conformità con gli orientamenti politici e sociali più avanzati.

Gli interventi da attuare dovranno coprire, nella misura più ampia possibile, le esigenze degli utenti ciechi bolognesi e italiani: sostegno all’integrazione scolastica, formazione professionale e inserimento al lavoro, promozione culturale e aggiornamento professionale, riabilitazione dei ciechi adulti, attenzione per i pluriminorati e per le persone anziane.

(vai al primo intervento)




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