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Lettere al direttore

Buongiorno Claudio!
Sono Brunella e ti ho conosciuto a Belluno. Sono la preside di K. e voglio inviarti un soffio di gratitudine e un abbraccio.
Credo che anche grazie a te riusciremo a mettere in piedi una cordata per la piccola; il tuo esserci ha evidenziato a tutti che è possibile. Non so se ti hanno parlato di K.: è una ragazzina di origine marocchina, sveglia, tosta e molto dolorante. Porta con sé la disperazione di non poter camminare e l’anno scorso qualcuno ha dovuto toglierle ogni speranza, mentre a casa le dicono che ciò avverrà, se Allah lo vorrà…
Pensa che quando l’ho conosciuta faceva la quarta elementare e le era toccata in sorte un’insegnante di sostegno terrificante , impreparata e priva di qualunque voglia di mettersi in moto. Alle medie invece è stata molto fortunata perché siamo riusciti, tutti insieme e sfidando le logiche sindacali, a garantirle persone di cuore, disponibili oltre i commi contrattuali, docenti che non hanno remore a essere anche severi con lei e a chiederle prestazioni all’altezza delle sue potenzialità. Avrai già capito: K. è la mia alunna speciale ma sono molto preoccupata per lei e per il suo futuro.
Da una Belluno gelida e vagamente innevata ti giunga, come dicevo, un abbraccio tenero.
Brunella

Cara Brunella,
tanto per cominciare grazie per le tue belle parole. Non appena ho visto le splendide montagne di Belluno mi sono chiesto che fine avessero fatto le caprette di Heidi… e soprattutto chissà come la piccola protagonista della ben nota fiaba se la stesse passando con la pesante pedagogia della signora Rottermeier… Soprattutto ho pensato a Klara, la sua amica in carrozzina e alla loro relazione. Bella e profonda, ma forse, mi sono detto non un po’ troppo unilaterale? Heidi aiutava davvero la sua amica? E Klara in che modo aiutava lei? Con queste domande sono salito sul palco, aiutando i ragazzi dei licei di scienze sociali della città a comprendere come buonismo e filantropia non siano sufficienti per fare relazione e integrazione.
Per questo l’assistenzialismo non serve, serve reale voglia di confronto, guardarsi negli occhi e mettersi in gioco. Cose che spiego spesso, magari con altri esempi meno efficaci…
Tra i ragazzi, ad ascoltarci, c’era proprio lei, K., la ragazzina tosta e vivacissima di cui tu, Brunella, parli con tanta cura. Un’altra “Klara”, in fondo, anche se poco mitteleuropea e molto mediterranea. K. infatti è una ragazzina marocchina con disabilità che comunica con una tavoletta trasparente molto simile alla mia.
Osservandola e ascoltandola ho pensato al mondo. Ho pensato alle altre culture. E ho iniziato a immaginare l’handicap fuori dal contesto occidentale che viviamo e di cui parliamo sempre noi. K. non deve essere la tua alunna speciale, ma avere la possibilità e gli strumenti per poter esprimere il suo reale potenziale.
In bocca al lupo e buona vita.
Claudio Imprudente

Caro Claudio,
mi chiamo Maria Grazia e sono una fisioterapista. La mia storia con la tua famosa tavoletta è stata una vera e propria avventura. Ti ringrazio moltissimo del tuo aiuto perché quella che era solo un’intuizione da parte mia, si è dimostrata nel mio lavoro una grandissima opportunità per aiutare una mia giovane paziente. Con lei usiamo “la tavoletta magica” per la comunicazione in modo ottimale, in palestra durante la riabilitazione, per fare le parole crociate e per parlare con me attraverso la denominazione. Ora la mia paziente verrà trasferita in una struttura protetta ma se la porterà sempre dietro per la comunicazione. Una vera vittoria!
Grazie davvero, moltissimo.
Buona vita e buon lavoro
Maria Grazia

Cara Maria Grazia,
grazie a te! La tavoletta a volte ritorna… Non so se hai letto la notizia, uscita qualche tempo fa su Superabile… C’è stato un ragazzo, in Sardegna, terra a me molto cara, che ha seguito le mie orme, o meglio, quelle della mia tavoletta! Sto parlando di Paolo Poddu, ragazzo con tetraparesi spastica di 27 anni, socio dell’Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna, che comunica con gli occhi proprio attraverso una tavoletta nella quale sono indicate le lettere, che si è laureato con successo in Lettere con una tesi dal titolo “Trasporti aerei e disabilità”, divenendo così un operatore culturale per il turismo e realizzando il suo sogno.
Che soddisfazione! Ho conosciuto Paolo più di dieci anni fa e io già allora utilizzavo la “tavoletta magica”. Prendo atto con orgoglio che quel rendez-vous può avere cambiato il suo percorso accademico e professionale. Capitano momenti/passaggi, casuali o meno, che influiscono sulla qualità della vita, ma sta alla nostra abilità sfruttare queste occasioni, come faceva il mio amato Pippo Inzaghi sul filo del fuorigioco…
Questo riconoscimento accademico, oltre a dimostrare il coraggio, la qualità e la dedizione di Paolo, ci rivela come ancora nel 2012 gli ausili poveri (di cui la tavoletta è un esempio illustre) possano migliorare il nostro quotidiano, le nostre relazioni e le nostre attività professionali.
Ho scritto un messaggio a Paolo su Facebook. Oltre ai complimenti di rito, ho parlato del mio amore per le nuove tecnologie, tablet incluso… Ma ho promesso che non abbandonerò mai l’amata tavoletta!
Se non sbaglio, in fondo, tablet significa proprio tavoletta!
Che ne dici Maria Grazia?
Tanti auguri e continua così!
Claudio Imprudente



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