Alessandro Lana, vice presidente e amministratore della piscina di Cattolica, lo abbiamo conosciuto qualche mese fa, a un corso di formazione – organizzato con HSA (Handicapped Scuba Association) Italia – per istruttori subacquei, Dive Master e Dive Buddy, per poter brevettare, accompagnare e assistere in acqua persone con disabilità sia motorie che sensoriali, e naturalmente normodotati. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia.
Racconto un po’ di me… Innanzitutto mi presento, sono Alessandro Lana un ragazzo (così ancora mi sento e definisco) di quarantacinque anni, vivo con mia moglie Deborah a San Giovanni in Marignano, un paese nella provincia di Rimini al confine con le Marche. Sono ormai ventisei anni che vivo su una sedia a rotelle, a seguito di un grave incidente stradale, avvenuto il 19 febbraio del 1989 a Marina di San Nicola, una località di mare alle porte di Roma, mia città natale. Grande amante dello sport, già alla tenera età di sei anni inizio a praticare calcio fino al giorno prima dell’incidente, che per virtù di forza maggiore cambiò il mio modo di vivere. Dopo un lungo tempo di riabilitazione presso il centro residenziale Santa Lucia di Roma, raggiunta la totale autonomia, iniziai a guardarmi intorno per capire e analizzare cosa potessi fare. Ripresi da subito, durante la degenza, a fare attività sportiva praticando scherma in carrozzina, disciplina sportiva che non mi aveva mai dato particolare interesse. Mi accorsi che sbagliavo… In poco tempo vinsi più di un campionato italiano, partecipai a molti tornei internazionali arrivando a essere il numero 7 nel mondo e a far parte della nazionale italiana di scherma. Mi affermai anche in campo lavorativo, occupando il ruolo di responsabile amministrativo in un’azienda leader a livello europeo per la creazione e gestione software. In quel periodo, eravamo nel 1996, conobbi Deborah, e decidemmo di trasferirci in Romagna. Decisione molto combattuta, perché a Roma avevo praticamente riorganizzato la mia vita, avevo i miei genitori, parenti, amici, tutto, però – come si dice – al cuor non si comanda, e per amore feci questo grande cambiamento, che mi costrinse ad abbandonare la scherma e a rivedere la mia posizione lavorativa.
Fu proprio dopo il trasferimento che iniziai a pensare al mondo della subacquea, una passione che tenevo comunque dentro sin da bambino. Sono stato da sempre un grande amante dell’acqua, quella salata però, tanto che imparai a nuotare da solo al mare con la passione di vedere e scoprire cosa ci fosse là sotto. Il mio tempo in acqua durante i bagni al mare era sempre in compagnia di pinne e maschera prima, poi solo di maschera, perché nuotare normalmente non mi dava nessuna sensazione… anzi mi annoiava.
Questo accadeva anche quando in estate andavamo in piscina con gli amici, io non mi divertivo nuotando, ma solo facendo tuffi dai trampolini e stando in immersione il più tempo possibile. Spesso capitava di gettare in acqua delle monete e poi facevamo a gara a chi ne recuperava di più e in minor tempo… vincevo sempre.
Arrivò il giorno che questo non mi bastava più. Volevo poter vedere e vivere più da vicino le bellezze che questo mondo immenso racchiude nelle sue profondità. Fu così che nel 2004 riuscii a coronare il sogno e a vincere tutte le battaglie già intraprese in precedenza, prendendo la patente nautica, in modo da poter vivere il mare come volevo. Non sono mai stato un grande amante della vita da spiaggia (lettino, ombrellone, sole), amavo uscire in gommone per poter apprezzare e vivere a pieno tutte le sensazioni che questo mare ha da offrirci, e soprattutto – considerando le difficoltà che spesso si incontrano in uno stabilimento – iniziavo a riassaporare quella sensazione di libertà e autonomia che altrimenti non potevo avere. Fu questa conquista che mi diede la spinta finale alla subacquea, perché stare ormeggiato in diverse calette mi faceva vedere che là sotto c’è qualcosa che aspetta di essere vissuto appieno e ammirato da vicino e non più dal pelo dell’acqua. Così nel 2007 io e mia moglie decidemmo di iscriverci a un corso per prendere il brevetto da sub. Iniziammo l’avventura in un diving center, il Padi di Rimini, dove prendemmo io il brevetto Open advanced e specialità utilizzo muta stagna, mentre mia moglie prese anche il Deep. Dopo tutte le prove previste dagli standard HSA per valutare il livello di capacità, riuscii con grande orgoglio a superare egregiamente tutte le prove ottenendo il brevetto Open water livello A (il più alto) che mi permetteva di immergermi con un solo compagno in perfetta autonomia e sicurezza. Non potete capire l’immensa gioia per il traguardo raggiunto… Prendere il brevetto per la subacquea HSA di livello A non era una cosa da molti, pensate che in Italia ce ne sono pochissimi, e poi il fatto di potersi immergere in coppia come viene raccomandato e sottolineato da tutte le didattiche mondiali, in modo normale come fanno tutti, non aveva prezzo. Vi domanderete il perché… Ciò voleva dire che io ero alla pari del mio compagno e nel caso in cui avesse avuto bisogno d’aiuto, io sarei stato pienamente in grado di poterlo aiutare. Questa è stata una sensazione bellissima. L’attività subacquea è stata il mezzo che mi ha finalmente fatto riprovare sensazioni che dopo l’incidente non riuscivo più a provare. Basta pensare che nella vita di tutti i giorni ci troviamo a dover affrontare e superare barriere che la società ci mette di fronte continuamente, mentre quando siamo in acqua tutto svanisce, perché le barriere non esistono e finalmente possiamo riuscire a provare quella sensazione di libertà che normalmente è difficile assaporare. In acqua siamo liberi di poter fare cose che la maggior parte della gente non immagina, solo chi vive direttamente con te questa passione può capire e apprezzare. Consiglio e invito vivamente le persone con disabilità come me, che avranno modo di leggere queste righe, di sapere che esiste la possibilità di praticare la subacquea anche in condizioni diverse, di provare ad avvicinarsi a questo mondo fantastico.
Voglio sottolineare che oggi ciò è possibile grazie al grande lavoro, alle battaglie intraprese e vinte dall’HSA Italia nella persona di Aldo Torti attuale presidente, che 34 anni fa iniziò questo difficile se non all’epoca quasi impossibile percorso. Ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere Aldo in un viaggio a Sharm El Sheik nel maggio del 2013 da loro organizzato. Qui ho capito veramente, e apprezzato ancora di più, il modo di fare subacquea. Puntualizzo ciò perché tutte le esperienze fatte con il diving dove mi sono brevettato sono state senza dubbio bellissime ma sempre molto stancanti, perché non tenevano conto delle tempistiche e dei movimenti di una persona disabile, e alla fine ne venivo fuori distrutto dalla stanchezza, perché pretendevano che si tenessero i loro ritmi. Sta di fatto che da Sharm a oggi, avendo istaurato un rapporto di stima reciproca e collaborazione con HSA, le esperienze vissute sono da definirsi indimenticabili, poiché tutto viene svolto rispettando quelle che sono le tempistiche, le necessità e le attenzioni che bisogna avere immergendosi con persone disabili. Sempre grazie ad Aldo, questa estate ho avuto il piacere di conoscere Alfredo Cremona, un istruttore HSA che ha il diving a Santa Teresa di Gallura, con il quale ho continuato il mio percorso prendendo il brevetto Deep, Nitrox e gettato le basi per finire il percorso con il brevetto Intructor staff che vorrei completare la prossima estate. Già da un anno prendo parte come staff HSA nella formazione di Istruttori Dive Master e Dive Buddy organizzati dall’HSA in Italia.
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