Più Accessibilità Sensibilità Semplicità per l’inclusione di tutti
- Autore: Martina Gerosa
- Anno e numero: 2017/9 (monografia sul teatro)
di Martina Gerosa
Con l’aumento del tempo libero nella società contemporanea – chiamata anche “civiltà del tempo libero” (Joffre Dumazedier) – e con l’incremento della consapevolezza di aver diritto di partecipazione alla vita sociale e culturale da parte delle persone in condizione di disabilità, si apre decisamente la sfida di rendere accessibili e fruibili Conoscenza, Cultura, Arte… da parte di tutti, eliminando non solo le barriere fisiche, ma anche quelle sensoriali.
Quando tra la gente comune si pensa alle barriere, è più facile focalizzare l’attenzione su gradini, pavimentazioni irregolari e su tutto ciò che può costituire un ostacolo a chi si muove sulle ruote. Più raramente si presta attenzione alle barriere invisibili contro cui va a sbattere chi non vede e/o non sente bene oppure chi vede e/o sente per nulla. O agli ostacoli che si possono incontrare nella comprensione di testi espressi con parole difficili e con uno stile complesso per chi ha delle limitazioni di linguaggio o di tipo cognitivo.
Nella platea di potenziali spettatori, fruitori, visitatori rientrano non solo le persone con disabilità e in modo particolare sensoriali, ma anche stranieri, anziani… L’accessibilità alla cultura e all’informazione, non solo la mobilità accessibile, è un diritto basilare sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; è divenuta norma in oltre 150 Paesi del mondo, l’80% di quelli che fanno parte dell’ONU, in Italia è la legge numero 18 del 2009. Ci viene detto chiaramente negli articoli 9 e 30 che l’accessibilità è un principio ineludibile e che bisogna trasformare la realtà così che diventi inclusiva, accessibile a tutti, in ogni ambito del vivere collettivo: nella vita culturale e ricreativa, negli svaghi e nello sport. Che significa concretamente? Banalmente poter vedere un film o un video, andare a teatro, prendere parte a un convegno, accedere a un servizio pubblico, visitare un museo, usufruire delle informazioni da internet, partecipare alla vita sociale e anche politica…
Per eliminare le barriere sensoriali possono essere necessari interventi aggiuntivi come l’inserimento di strumenti e tecnologie o di particolari sistemi e applicazioni o, in altri casi, quando le tecnologie sono già previste nella dotazione di un determinato spazio (ad esempio una sala per spettacoli), basterebbe prestare cura e attenzione fin dalla fase di progetto e far supervisionare l’allestimento degli impianti tecnici da parte di esperti di accessibilità culturale, per far sì che siano adeguati allo scopo di rendere fruibile quello che vi accadrà.
In altri casi l’abbattimento delle barriere sensoriali richiede semplicemente un cambio di mentalità e di atteggiamento, come quando si comprende che non è sufficiente predisporre – in un qualsiasi URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico – un tradizionale numero telefonico, ma che sia bene predisporre un sistema multimodale affinché il servizio sia accessibile attraverso canali comunicativi diversi. Già anni fa, un Comune alle porte di Milano introdusse la possibilità per ogni cittadino di scegliere la modalità che gli era più congeniale per rapportarsi alla Pubblica Amministrazione: fax, telefono, e-mail, sms, chat, video chat…
Un elemento che rende difficoltoso definire le soluzioni che consentano di rendere accessibili servizi, eventi e iniziative a tutte le persone e in particolare a quelle con disabilità sensoriali è legato al fatto che chi ha un deficit visivo e/o uditivo funziona in modo sempre particolare (a ben pensarci le differenze sono anche tra chi si muove sulle ruote: può essere o no autonomo nel dirigere la propria carrozzina). Così non è automaticamente garantita l’accessibilità di un convegno a tutte le persone con disabilità uditive se s’introduce un servizio di interpretariato di lingua dei segni piuttosto che un sistema di sottotitolazione in diretta: sarebbe bene garantire entrambi i sistemi di accessibilità. Ma di volta in volta, in presenza di risorse limitate, è da verificare cosa sia preferibile, rispondendo oltre che ai criteri dell’accessibilità universale, inclusiva diremmo, anche al principio, enunciato nella convenzione ONU, dell’accomodamento ragionevole, definito come l’“insieme delle modifiche e degli adattamenti necessari e appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, adottati ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Rendere accessibile uno spettacolo teatrale così come un percorso museale non è cosa banale. Perché tanti sono gli aspetti da tenere in considerazione, l’ottimale in questi casi è lavorare in team multidisciplinari, affinché sia garantita “una pluralità di modalità comunicative e un uso appropriato delle tecnologie, facendo ricorso alla multisensorialità, all’interattività degli strumenti” come recita il “Manifesto della cultura accessibile a tutti” formalizzato nel 2012 a Torino. Occorre raggiungere un equilibrio tra ridondanza e semplicità: entrambe necessarie se si punta a un’“accessibilità inclusiva” che consideri ogni forma di disabilità, in particolare quelle legate ai sensi ma anche altre come ad esempio quelle collegate alle sindromi autistiche e cognitive.
Di strada in questi anni se ne sta facendo, ma molta è ancora da fare.
Nel nostro Paese iniziative e percorsi culturali accessibili stanno sviluppandosi, ma si tratta di iniziative di cui chi potrebbe esserne interessato spesso e volentieri non ne viene a conoscenza… Così è stato creato PASSin (www.passin.it) uno spazio web dove si raccolgono informazioni su iniziative culturali accessibili alle persone con disabilità sensoriali, con difficoltà di vista e/o di udito, ma non solo. Si tratta di uno strumento per l’inclusione e la partecipazione di tutti in cui l’attenzione è focalizzata sui canali di accesso e non sulle tipologie di disabilità, con la consapevolezza che uno strumento o un approccio possa agevolare diverse categorie di persone, anche tra i cosiddetti “normodotati”.
L’idea di PASSin è nata dall’incontro di alcuni amici che nel 2014 si sono trovati, un giorno di novembre, in un teatro, per partecipare insieme a un bellissimo spettacolo accessibile alle persone con disabilità uditive grazie alla sottotitolazione e alla lingua dei segni.
PASSin ha visto la luce nell’anno di Expo 2015, grazie al Comune di Milano – Settore Politiche sociali che ha dato, tramite un bando finalizzato all’abbattimento delle barriere sensoriali, un finanziamento alla cooperativa Accaparlante per l’avvio del progetto sviluppato fin dal principio con il supporto dell’azienda BitCafè. Tale progetto è stato realizzato grazie a persone con competenze professionali diverse: un ingegnere, un informatico, una disability manager, un giornalista e un’artista. Attualmente il progetto PASSin è in via di sviluppo grazie al sostegno della fondazione Pio Istituto dei Sordi e si stanno ricercando nuovi fondi per implementarlo ulteriormente e renderlo interattivo.
Manifesto PASSin
PASSin si rivolge a chi è interessato alla Cultura e all’Arte senza barriere, per cercare di rispondere a un bisogno informativo di una parte sempre più ampia della popolazione.
PASSin è uno spazio del web dove si raccolgono informazioni su iniziative accessibili alle persone con disabilità sensoriali, con difficoltà di vista e/o di udito, ma non solo, per l’inclusione e la partecipazione di tutti.
PASSin nasce dalla conoscenza degli ostacoli invisibili come quelli che s’incontrano quando si va a vedere un film senza udire e capire le parole o a visitare un museo senza vedere quadri e sculture con gli occhi.
PASSin raccoglie le notizie relative agli eventi che accadono in area milanese, e non soltanto lì perché c’è da imparare dall’esperienza di chiunque lavora per rendere il mondo più accessibile e migliore per tutti.
PASSin scopre e valorizza i luoghi dove si sperimentano tecnologie straordinarie o a volte semplicemente sensibilità e atteggiamenti diversi, attenti a chi fa fatica a discriminare con le orecchie o a comprendere con la vista.
PASSin si realizza grazie a un laboratorio in cui si sono messe in gioco persone con competenze professionali diverse, in rete con esperti dedicati ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione nella vita culturale e sociale, in ogni parte d’Italia.
PASSin è un cantiere aperto alla partecipazione di tutti coloro che sono interessati a sviluppare conoscenza e informazione su tutto quello che aiuta a supera- re le barriere della comunicazione attraverso la multisensorialità.
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Associazione “Centro Documentazione Handicap” – Cooperativa “Accaparlante” – via Pirandello 24, 40127 Bologna. Tel: 051-641.50.05 Cell: 349-248.10.02