3. (Dis)Avventure in Mongolia
- Autore: a cura di Nicola Rabbi
- Anno e numero: 2014/4 (Monografia sulla disabilità in Mongolia)
Durante il viaggio, quando era possibile comunicare attraverso internet, c’è stato uno scambio di e-mail tra chi era partito e chi era “rimasto” al Centro Documentazione Handicap di Bologna. Ecco una lettura dietro le quinte di questa esperienza.
—–Original Message—–
From: Turtle <turtle@bandieragialla.it>
To:
Date: Thu, 4 Jul 2013
Subject: [compagni] mongolia
Sono arrivato sano e salvo dopo un viaggetto debilitante: ho respinto con successo il primo assalto mongolo!
Già realizzata la prima intervista a un disabile mongolo che abita nel gher district di Ulaan Baatar, la zona delle bidonville; un signore che lavora in casa e fa dei prodotti artigianali utilizzando il feltro; la prima esperienza non è stata facile perché mi sembra di capire meglio il mongolo dell’inglese, ma vado avanti.
Domani parto in jeep e tenda verso il nord per incontrare altri disabili e operatori di comunità.
Quando posso vi faccio un breve aggiornamento… Vi saluto tutti!!
Ciao Nick… ti invidiamo tanto!!!
Buona avventura
Baci
E.
—–Original Message—–
From: Turtle <turtle@bandieragialla.it>
To:
Date: Thu, 8 Jul 2013
Subject: [compagni] mongolia
Cari amici e colleghi non ho la connessione e adesso sono al freddo, sotto la luce di un lampione in strada dove c’è una connessione. Sono a Uliastaj.
Abbiamo rivolto altre 3 interviste a un responsabile sanitario, a un’infermiera disabile e a una coppia di coniugi disabili. Non potete nemmeno immaginare come vive la gente qui! Le esperienze che ho fatto sono molto toccanti e ve le racconterò, se volete, in un altro modo.
Se devo dirla tutta, se avessi saputo delle difficoltà e dei disagi che abbiamo avere nei tre giorni di viaggio per arrivare fino a qui, non sarei venuto; non lo dico per scherzo ma è stata dura: 1.200 chilometri di cui 700 fuori pista non sono una cosa romantica ma una grande fatica. Qui non ci sono strade ma piste e, se piove o c’è una frana, si cerca un’altra pista; poi per una giornata intera non ho
mangiato quasi nulla perché l’alimentazione per i mongoli di campagna consiste in tre pranzi come da noi, ma mangiano solo carne per di più di montone, un cibo pazzesco. E non vi dico dei bagni che non esistono, ma ognuno fa le sue cose davanti agli altri…
Vi racconto infine una nottata. Arriviamo a un passo, lo superiamo e poco dopo scendiamo per mettere su la tenda; poi con tre gradi di temperatura decidiamo che non è il caso di stare all’aperto e chiediamo l’ospitalità in una casetta di legno. Qui ci accendono un fuoco, ceniamo, ci mettiamo in un lettone tutti assieme. Dopo un po’ arriva una famiglia di 6 persone e si mette nel lettone con noi.
Lì, di notte, ci si ferma dove c’è una casa e tra una casa e un’altra possono passare anche decine di chilometri (anche 50). Per farla breve per tutta la notte sono arrivate continuamente delle persone, persone nomadi in viaggio, vecchi, giovani, bambini. Al mattino mi sono svegliato su questo lettone assieme ad altre 20 persone! Non ho mai chiuso occhio dal russare e da un dodecafonia di altri
rumori ah ah ah…
P.S.: Nel cuore della notte è arrivata anche una coppia mongola anziana ed erano completamente NERI di pelle… Non capivo perché, dato che i mongoli hanno una pelle molto chiara come la nostra. Il giorno dopo la mia interprete mi ha spiegato che la loro pelle ha molta melanina e l’abbronzatura continua fino a farli diventare neri neri.
Caro Nicolino lo sai che ti pensiamo molto? Io ti ho anche sognato e dai tuoi resoconti mi sa che facciamo bene… Cerca di stare il meglio possibile, anche se non deve essere facile adattarsi vista la grande differenza, non è che ci torni vegetariano? Ti abbraccio e facci avere tue notizie quando puoi
a presto e salutami anche S.
G.
PS: Spero proprio che dopo la notte pazzesca abbiate trovato un riparo un po’ più intimo, a tua misura.
—–Original Message—–
From: Turtle <turtle@bandieragialla.it>
To:
Date: Thu, 9 Jul 2013
Subject: [compagni] mongolia
Ciao a tutti, vi scrivo ancora perché i prossimi giorni viaggerò sempre. Sono in strada al buio e non vedo la tastiera.
Oggi ho parlato al meeting finale di un incontro di mamme con bambini disabili qui a Uliastaj, che è uno dei posti più isolati della Mongolia; sono in montagna e fa sempre freddo.
Ho parlato del Cdh e dell’importanza dei genitori, dei diritti dei disabili, insomma tutte quelle cose che ho imparato dalla G. 😉 … ho visto un bimbo spastico figlio di una nomade che mi ha ricordato Claudio Imprudente, ho visto anche una mongola “mongola”… esistono, ma io non ho avuto il coraggio di dirgli l’utilizzo che facciamo noi di questa parola… Non ho parlato del Calamaio perché mi vergogno
di voi.
Al pomeriggio abbiamo intervistato in una valle isolata, un paradiso, un’infermiera a cavallo che vive in una tenda con una sorella pazza, una coppia indimenticabile; domani inizia il supplizio del ritorno a Ulaan Baatar e non so dove dormiremo, ne’ quanti giorni impiegheremo. Ciao a tutti.
Nicola! Dal tono della e-mail sembra che tu sia tornato in te! Riconosco i tratti tipici (e anche gli errori ortografici! E non dare la colpa alla mancanza di luce!).
Dai, resisti al viaggio di ritorno che qui ti aspettiamo con ansia e un immenso piatto di montone preparato da P.!
A presto!
A.
Nick tieni duro!!!
Al ritorno ti aspetteranno cose peggiori 😉
Baci
M.
Nicola, ma come si riconosce un mongolo da un mongolo con la Sindrome di
Down?
Scusate, ma era una di quelle cose che ho sempre sognato di dire.
Ciaaa
M.
—–Original Message—–
From: Turtle <turtle@bandieragialla.it>
To:
Date: Thu, 12 Jul 2013
Subject: [compagni] mongolia
Cari amici e colleghi,
sono tornato nella capitale e ora la vita è più tranquilla; purtroppo mi rimangono solo tre giorni di lavoro pieni e dobbiamo fare ancora molte cose. Ci rimane un’intervista a una disabile qui a Ulaan Baatar che confeziona scarpe tradizionali e, soprattutto, il lavoro di “scrittura” che io e Salvo pensavamo di fare alla sera ma che per stanchezza abbiamo fatto solo un paio di volte. I prossimi giorni li passeremo soprattutto davanti al computer per sincronizzare il testo in inglese con il parlato in mongolo, cosa non facile come potete immaginare ma con l’aiuto di Tuki, la nostra interprete mongola, ci riusciremo. Salvo come fotografo e operatore video si è dimostrato molto bravo; lavoriamo con due telecamere e due dispositivi audio diversi, spero in un buon risultato. Per quanto riguarda la scrittura ho già scritto due pezzi e spero nei prossimi tre giorni di scriverne altri quattro. Comunque nella capitale qualche divertimento riusciremo anche a trovarlo… eh eh eh
Bene, Nicola, sei tornato in te! Non vedo l’ora di leggere i tuoi resoconti e soprattutto di ascoltare i tuoi racconti! Noi saremo in un campeggio nell’Argentario e torneremo sabato prossimo! A presto e buon viaggio di ritorno, saluta anche Salvo!
A.
—–Original Message—–
From: Turtle <turtle@bandieragialla.it>
To:
Date: Thu, 15 Jul 2013
Subject: [compagni] mongolia
Cari amici e colleghi,
è finita finalmente, siamo veramente allo stremo io e Salvo, ma abbiamo concluso tutto quanto dovevamo fare. Oggi abbiamo fatto un’intervista video a Tuki che, assieme a Ebe, ci ha accompagnato in questi 14 giorni. Tuki sicuramente non ne poteva più di sentire la mia voce che ogni 5 minuti diceva: “Tuki? Why…”.
Poi ho fatto un’intervista audio a una fisiatra e a una fisioterapista – ambedue esperte in riabilitazione su base comunitaria – e alla sera abbiamo visto uno spettacolo tradizionale mongolo (canto lungo, canto di gola, contorsionista, balli e rappresentazioni religiose).
È stata l’esperienza di lavoro più dura della mia vita e l’esperienza di viaggio più significativa della mia vita.
Non so dire se il lavoro raccolto sarà così “buono” da poter essere pubblicato su un media mainstreaming oppure se il documentario potrà essere presentato da qualche parte, ma quello che dovevamo fare per Aifo l’abbiamo fatto. Abbiamo tutte le interviste video in lingua mongola già sottotitolate in inglese (ore di lavoro anche di notte) e quindi portiamo tutto a casa.
Salvo è stato di grande aiuto perché ha garantito una qualità audio e video da cinema. Il problema casomai sono io, perché come dice l’A. “scrivo male in italiano” ma oramai a 50 anni e passa che ci posso fare?
Un problema grosso sono stati i viaggi… Pensate che in 15 giorni abbiamo fatto 3 giorni in aeroporto e 6 giorni di macchina pieni e ci sono rimasti solo 6 giorni per lavorare!!
Vabbé domattina si riparte e dopodomani, il 17 siamo in Italia, ciao a tutti!!
Il risultato più grande di questo viaggio è che anche tu hai cominciato a lavorare sul serio!!! ALLELUJAAAA!!!!
Prrrrrrr!!!! Buon rientro!!
P.
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