intervista a Mons.Giovanni Nervo, Fondazione Zancan
Dipendono dalla linea culturale-politica che prevarrà nel nostro Paese nei prossimi 2-3 anni.
Se prevale la tendenza a costruire la società italiana su una economia liberista del mercato sarà accentuato il carattere emarginante dell’assistenza: ai poveri penserà l’assistenza affidata alla beneficenza dei ricchi, e alla libera iniziativa del terzo settore; i ricchi risolveranno i loro problemi con il mercato.
Se prevale la tendenza a costruire la società italiana su una economia sociale del mercato, lo Stato cioè la società organizzata che si fa carico del bene comune, cioè di tutti e di ciascuno, garantirà i servizi essenziali a tutti i cittadini, eguali per tutti: a chi manca di risorse li darà gratuitamente; a chi dispone di risorse chiederà una compartecipazione alla spesa dei servizi in base al reddito e al patrimonio, cioè alla ricchezza di cui ciascuno dispone.
Il problema è quali servizi riteniamo essenziali e con quali strumenti viene accertato il reddito e il patrimonio.
Alcune delle dieci proposte di legge che sono in discussione in Parlamento sulla riforma dell’assistenza stanno a metà strada: affermano, secondo la costituzione il diritto degli indigenti all’assistenza, ma conservano il concetto di assistenza e beneficenza della legge Crispi, e di conseguenza l’emarginazione dei poveri.
La fondazione Zancan insieme alla Caritas italiana ha elaborato una proposta di legge che è stata fatta propria da alcuni parlamentari (alla Camera dai Cristiani-sociali, primo firmatario l’on. Lucà, dal PPI, prima firmataria, l’on. Russo Jervolino, al Senato dall’on. Ersilia Salvato, unica firmataria).
La proposta si intitola: "Legge quadro sul sistema dei servizi alla persona".
Ha queste caratteristiche:
– si incentra sulla persona e sulla famiglia;
– di conseguenza propone un unico sistema di servizi, integrati, sociali, sanitari;
– si ispira alla sussidiarietà: perciò parte dai Comuni e non dal Ministero; richiede però la corresponsabilità di tutti Stato, Regioni, Comuni, per garantire la esigibilità dei diritti; la gestione dei servizi sociali e sanitari è affidata ad una sola azienda dipendente non dalla Regione, ma dai Comuni;
– nei piani di zona, che devono dare risposte puntuali ai bisogni della popolazione sono coinvolte tutte le risorse della comunità locale, quelle istituzionali, quelle del terzo settore, quelle del mercato in un programma organico di intervento.
Le prospettive dell’assistenza?
In un sistema di servizi alla persona entra nell’ombra l’assistenza, che va però rafforzata quando il bisogno è reale, e rimane in primo piano la persona che ha eguale dignità nel ricco e nel povero.