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Cultura Libera Tutti al Museo del Patrimonio Industriale

| Progetto Calamaio |
Cultura Libera Tutti al Museo del Patrimonio Industriale

Inevitabile aprirsi alle nozioni di Fisica se ci si reca al Museo del Patrimonio industriale, dove la curiosità finisce col fare da traino centrale per spalancare la propria mente alla conoscenza di mezzi di locomozione semplici, come la bicicletta, o più complessi, come l’automobile. Niente paura però, la Fisica di cui si è parlato, è stata molto basilare e pratica, adatta a studenti di seconda media.

La ruota è alla base della maggior parte dei mezzi di trasporto, per rendere più agevole e meno dispendioso l’utilizzo di qualsivoglia fonte di energia. Chiunque può, infatti, cimentarsi nell’utilizzo di una ruota, scoprendo come essa può restare in equilibrio solo se fatta roteare in avanti con una spinta energica.

Tra le tante ruote presenti nel museo, quella mattina se ne aggiungevano quattro particolari. Infatti alla domanda rivolta agli studenti circa la presenza di ruote nel luogo di incontro tra il gruppo Calamaio, gli operatori del museo e la classe della Scuola Garibaldi di Altedo, scendeva un’attenta e “imbarazzante” osservazione da parte di tutti.

Si trattava della carrozzina dell’animatore con disabilità Mario, che con sfrontata baldanza ne approfittava per fare uno “sfacciato” giretto attorno alla piccola sala, spezzando così qualsiasi primissima forma di imbarazzo. In alcuni ragazzi si accendeva un primo sorriso sincero.

Iniziava, così, quel cambiamento di prospettiva nell’osservazione di tutto ciò che ci circondava. Questo è infatti l’obbiettivo del Percorso “Cultura Libera Tutti”, aprire la mente verso realtà palesi ma non osservate criticamente, perché date inconsapevolmente per scontate. Linguaggi apparentemente lontani e diversi fra loro, come quello della diversità e della scienza, possono coniugarsi alla perfezione, scoprendo così realtà che ci sono sotto al naso e che non guardiamo con occhio più profondo e critico.

Questo aspetto è stato poi analizzato più in profondità nel secondo incontro a scuola ad Altedo, dove i ragazzi hanno avuto modo di sviluppare proprie valutazioni attente e mirate. Il gioco di ruolo è stato il veicolo che ha permesso a tutti di calarsi, in prima persona, in un soggetto in chiara difficoltà di comunicazione. Le strategie messe in atto hanno permesso di vedere ogni cosa da un punto di vista del tutto diverso e alternativo. Era stato il LA per unire le esperienze del primo incontro al museo con quelle in classe. Per superare ogni ostacolo o barriera bisogna innanzitutto calarsi nelle difficoltà (handicap) e ideare e sperimentare soluzioni adatte attraverso il pensiero creativo. La voglia di mettersi in gioco e sperimentarsi è alla base di ogni processo di ricerca di soluzioni sempre più ricche e precise.

Alla prima coppia che si è cimentata nel gioco di ruolo ne sono seguite altre, spinte dalla convinzione di fare meglio, proprio come chi ha inventato la prima ruota è stato poi superato da chi ne ha trovato uno stile e una forma migliori, in un iter evolutivo e migliorativo.

La diversità e l’handicap troveranno soluzioni nuove e sempre più adeguate solo con la messa in gioco, la sperimentazione e l’allenamento. È un percorso infinito e per questo affascinante e coinvolgente.


 


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