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6. Una pista di lavoro

Una definizione di tempo libero che ci può aiutare a concludere la nostra riflessione ci viene offerta da Maria Carmen Belloni: “Il tempo libero è quella quota di tempo che gli individui tendono a riempire con attività scelte liberamente, non soggette a vincoli imposti dall’esterno, non finalizzate a lucro, e ritenute fonte di piacere e/o di riposo. In questa definizione si evidenziano le caratteristiche di autodeterminazione, libertà ed edonismo che fanno del tempo libero, nelle società moderne, un tempo socialmente costruito e un insieme di attività che si contrappongono al tempo lavorativo” (Enciclopedia delle Scienze Sociali, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 1998).
In conclusione di questa monografia vorremmo tentare di definire una pista di lavoro che metta in luce gli aspetti più importanti per costruire percorsi e progetti di tempo libero innovativi, realmente inclusivi e che tengano insieme la possibilità di scegliere liberamente, senza vincoli posti dall’esterno, con l’obiettivo di vivere esperienze di piacere e benessere.
Quali sono gli elementi irrinunciabili nella strutturazione di un progetto di tempo libero per persone con disabilità?

La presenza di volontari
Un progetto di tempo libero che si pone l’obiettivo di favorire relazioni alla pari, amicali potremmo dire, deve prevedere e valorizzare la partecipazione di volontari, possibilmente coetanei delle persone con disabilità coinvolte. La relazione con persone non legate a lavori di cura è essenziale anche per il processo di autodeterminazione necessario alla crescita di tutti. Ciò detto, la strutturazione di un progetto a lunga durata necessita anche di un coordinamento che può di certo essere affidato a un operatore.

La libera scelta dei partecipanti
Chi partecipa a un progetto di tempo libero deve essere messo nelle condizioni di poter scegliere liberamente sia l’attività da svolgere, che le persone con cui svolgerle. Questi sono due elementi molto importanti e spesso non valorizzati. Viene data precedenza all’operatività del fare qualcosa, del riempire il tempo mentre ognuno di noi, secondo la propria esperienza, sa bene che il contenuto di ciò che facciamo e con chi lo facciamo è altrettanto, se non più importante, del fare in sé.

In gruppo o da soli
Troppo spesso, per necessità organizzative o di risparmio economico, si creano gruppi eterogenei che non tengono conto dei singoli bisogni ma che hanno l’obiettivo di dare una risposta generalizzata. Diversamente, pur nel rispetto della sostenibilità organizzativa, tutti abbiamo il diritto di poter partecipare alla vita sociale scegliendo se prendere parte ad attività di gruppo in cui incontrare tante persone diverse magari attorno a un interesse comune oppure uscire da soli, con un volontario ovviamente, non essendo vincolati quindi alla dimensione gruppale, a scelte per forza condivise e alla presenza di un numero alto di persone.

Incontro tra proposta e risposta
Esistono attività adatte o meno per il tempo libero delle persone con disabilità? Noi crediamo di no. Pensiamo che ognuno debba essere sostenuto nella possibilità di frequentare i luoghi e le esperienze preferite. Per fare questo, un progetto di tempo libero deve favorire l’incontro tra la proposta – che venga dalle persone con disabilità oppure dai volontari – con la risposta basata sulla condivisione dello stesso interesse e, quindi, del raggiungimento di un piacere e un benessere che sia di tutti.
Inoltre, in questo modo, si evita un altro problema, quello della poca varietà delle proposte, spesso omologate e suggerite dall’alto. La condivisone dell’interesse permette poi di trovare soluzioni non previste, condivise e il più diversificate possibile proprio perché frutto di un incontro unico.



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