Stefania M.
Io sono uno scandalo perché vivo in una comunità, senza i miei genitori, per una scelta personale.
Da tre anni vivo in una casa famiglia.
Una casa famiglia, per chi non lo sapesse, è un vero e proprio condominio, dove più persone, disabili e operatori, condividono lo stesso spazio, gli stessi tempi e le stesse attività. Tutto questo ha i suoi pro e i suoi contro, tanto per incominciare il dover sottostare a delle regole precise. È una condizione, bisogna dirlo, di semiautonomia in cui spesso non mancano le discussioni. Ma anche questo, poter discutere cioè, in fondo, è uno scandalo! Un disabile infatti, al contrario di quello che pensa la maggior delle persone, ha il diritto di arrabbiarsi e difendere le proprie opinioni. C’è da dire però che questa è una libertà che si conquista e per farlo il primo passo, per riuscire cioè ad esprimersi con convinzione, può essere quello di uscire dal nucleo familiare.
Dico questo perché nella società di oggi, si pensa ancora che i disabili abbiano bisogno di assistenza continuata e che quindi non si possa vivere al di fuori della famiglia.
Io vi posso dire che con l’aiuto di altre persone anche un disabile può fare una vita autonoma.
Nella mia esperienza personale posso assicurare che nella casa famiglia sono assistita per le esigenze primarie quotidiane, ma rimane la possibilità di svolgere la maggior parte delle azioni e intrattenere rapporti personali sinceri.
In famiglia questo è possibile ma spesso, raggiunta una certa età, più difficile. Chiaramente dipende da famiglia a famiglia ma, in generale, si può dire che i genitori tendono sempre a vederti piccolo e a tenerti in una sorta di stasi. Lì scatta la nostra volontà. Vi faccio un esempio: mia madre, anche per comodità, ancora oggi mi imbocca. Un giorno, ho deciso di prendere in mano il cucchiaio e di farle vedere che potevo benissimo mangiare da sola. Questo gesto è stato per lei davvero scandaloso! Per me invece ha rappresentato l’inizio di un nuovo percorso.
Il vero scandalo sta nell’avere voglia di cercare nuove strade per far le cose, se si vuole si può ed è tutta una questione di impegno. Ciò, credo, vale per tutti,non solo per noi disabili. Siamo uno scandalo! (disabili del mondo unitevi!)
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