La voce dei partecipanti al convegno Erickson
Sono uno scandalo perché…
… sono un’insegnante bravo e appassionato, a differenza di certi dei miei colleghi!!!
… sono una maestra di sostegno, lo faccio perché amo farlo e dopo cinque anni non passerò su un posto comune.
… nonostante le barriere e gli ostacoli che incontro ogni giorno nel mio lavoro di insegnante, non perdo la voglia di creare qualcosa di nuovo con quello che ho per far si che ognuno scopra e segua la sua strada.
… faccio l’insegnante, ho 54 anni e faccio le capriole con i bimbi.
… sono un dirigente scolastico e credo ancora che la scuola possa fare “miracoli”.
… perché credo nella scuola di tutti e per tutti.
… perché sono rimasto bambino.
… richiedo da diversi anni un contributo fisso alla scuola per allestire un sito web sui temi della diversità e dell’handicap. Mi dicono che non ci sono soldi e, tra le righe, che non devo essere così fastidioso… Ho deciso di farlo gratis! Ulteriore scandalo!
… chiedo ad una scuola privata superiore il pei e la valutazione per l’alunno che con cui lavoro.
… siamo tutti uguali e tutti diversi.
… c’è sempre una possibilità.
… lavoro nella scuola da 42 anni e ancora ci credo.
… non voglio perdere te, che sei diverso da me.
… credo in una pedagogia della possibilità e della responsabilità. E perché dichiaro che nessuno è normale!
… insegno a tutti il diritto alla diversità!
… non accetto che si dica: Tanto più di questo non si può fare!
… vedo sempre la persona davanti al problema, ed è bellissimo! Allora diventa facile superare gli ostacoli e immaginare possibilità.
… la scuola siamo tutti noi che abbiamo partecipato al convegno e ancora crediamo al nostro lavoro.
… sono una maestra e sono uno scandalo perché non voglio mettere i voti ai bambini!!!
… sono un dirigente scolastico e sono ancora innamorato della scuola e dell’atto educativo… e soffro, soffro tanto quando vedo negli occhi di alcuni colleghi l’orgoglio di un ruolo che altro non è che servizio, e quando vedo negli occhi di alcuni docenti l’indifferenza verso gli allievi.
… pretendo ‘troppo’ dal bimbo che seguo a scuola: lui ha la sindrome di Down.
… sono riuscito dove altri non riescono nonostante l’handicap e sono una persona positiva.
… so pensare e ho un cuore che pensa.
… credo in un cambiamento, sogno un cambiamento dando importanza alle gocce d’acqua che cadono nel mare.
… penso che l’autonomia non stia solo in una abilità motoria, ma sia anche una capacità di pensiero libero che sappia andare oltre le barriere.
… voglio pensare con la mia testa e non sto mai zitta.
… sono importanti le ‘persone’.
… mi sono permessa di prendere un giorno di permesso non retribuito per partecipare ad un convegno internazionale, autofinanziandomi, per accrescere la formazione nel mio ambito lavorativo.
…credo che i miei splendidi alunni con disabilità potranno ottenere dalla vita tutto quello che vorranno, scegliendo la vita che più piace a loro.
… insegno a tutti il diritto alla diversità!
… nei consigli di classe della mia scuola continuo a proporre di ragionare sulla programmazione e sul progetto educativo. Per i prof il progetto è perdita di tempo, solo teoria e parole.
… perché credo ancora nella forza della diversità e nel potere della dualità e della condivisione delle emozioni… buona vita!
… mi commuovo per le piccole cose, per i piccoli progressi (che sono grandi). Perché amo il mio lavoro!
… la mia passione non può essere retribuita e mi sento libera.
… miracolosamente non ho smesso di sognare.
… faccio la dirigente scolastica e credo nell’integrazione.
… sono un’insegnante di sostegno. Il mio sostegno sono stati i bambini che ho seguito che mi hanno dato la forza di non arrendermi mai!
… spesso incontro più diversamente ‘abili’ (?) tra i colleghi che tra i ragazzi e con i primi non ci sono proprio strumenti!
… credo nella formazione e nel confronto all’interno dell’istruzione.
… mi piace ridere e sdrammatizzare.
… sono partita in Erasmus, a La Coruna, 9 mesi, con le mie due carrozzine e… una(sola) mano attiva.
… non sono uno scandalo ma ancora mi disegnano così! Non sono disabile , sono una persona e in quanto tale sono diverso da te. Quindi chiamami con il mio nome.
… vivo in prima persona la diversità e insegno ai miei allievi il valore e la ricchezza di chi è diverso. Il diverso può insegnare a vivere a chi si protegge nella normalità!
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