Valori di scena. Il teatro di 3ème Rideau e i suoi protagonisti con disabilità mentale
di Massimiliano Rubbi
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Il teatro che vede e rende protagonisti persone con disabilità mentali ha ampiamente compiuto il passaggio dai laboratori in centri specializzati ai più prestigiosi palchi mainstream – in Italia come in Francia, dove il Festival di Avignone ha ospitato sulle sue plance nel 2012 gli attori con Sindrome di Down di Disabled Theater e nel 2016 Ludwig, un roi sur la Lune portato in scena dalle persone con disabilità di Atelier Catalyse. Resta nondimeno interessante, di questo che è or- mai un genere teatrale, seguire le esperienze “di base” (difficoltà incluse), specie quando combinano protagonismo fattivo delle persone con disabilità, tensione alla qualità artistica e impegno a una sensibilizzazione non pietistica. È il caso della compagnia 3ème Rideau, attiva da alcuni anni nella città alsaziana di Mulhouse, il cui progetto, secondo il fondatore Joel Roth, “si riassume nel valorizzare le persone toccate da un handicap mentale tramite l’angolazione della scena”.
Il nome di “Terzo Sipario” è così spiegato dalla compagnia: “in un teatro ci sono sempre due sipari: il più noto è il sipario boccascena che separa il palcoscenico dalla sala e indica l’inizio e la fine di uno spettacolo. Il secondo è il sipario fondale o tela, il sipario che chiude la decorazione della scena, in lontananza. Noi ci proponiamo di scoprire un terzo sipario, ancora più distante da noi (si può pensare), quello che rivelerà i personaggi come te e me ma segnati dalla differenza, dall’handicap, dalla disabilità… Un sollevamento di sipario che alla fine non sarà su nessuna di queste differenze che segnano le persone, un sollevamento di sipario che ci farà dimenticare l’handicap sociale, mentale o fisico. Dietro il Terzo Sipario si nasconde forse ciò che non viene mai mostrato, l’umano piuttosto che l’attore, l’uomo piuttosto che la storia”.
Collettivo teatrale
3ème Rideau nasce nel 2010 dall’impegno di Joel Roth, educatore tecnico specializzato, e si costituisce in associazione autonoma, aperta alla partecipazione di tutte le persone con deficit mentale della regione di Mulhouse, nel 2013, più o meno contemporaneamente alla messa in scena del primo spettacolo, Et avec ceci? (E con questo?). Le “due direzioni complementari” della filosofia della compagnia sono così descritte da Roth: “promuovere il posto delle persone portatrici di un handicap nella società, favorendo il loro riconoscimento”, e “valorizzare le persone cosiddette handicappate”.
Gli spettacoli nascono da un lavoro graduale e non predeterminato da parte di tutta la compagnia: “anzitutto, i nostri spettacoli sono senza testo, tutto sta nel movimento, negli atteggiamenti, su un sottofondo musicale. Per due ragioni, prima di tutto per non mettere in difficoltà i nostri attori, e poi per rispetto del pubblico: quando ci si deve concentrare per capire un attore, ci si allontana dalla qualità che vogliamo per le nostre realizzazioni. Creiamo quindi tutte le scene insieme, in squadra; solo la messa in scena non è collettiva, per il resto, il tema, le idee, la musica, tutto si svolge con tutta la troupe”. L’obiettivo resta “mostrare uno spettacolo di qualità”, le rappresentazioni si aggirano intorno a un’ora di durata, e per questo si lavora “con un certo rigore: essere amatoriali non significa non poter avere tecniche di scena come una troupe professionale”. Tuttavia, la creazione collettiva dello spetta- colo consente di integrare anche gli apporti personali più difficili da definire e meno prevedibili: “uno degli attori non parla, non si sa mai che cosa farà, come reagirà. Eppure, quando recitiamo è diverso dalle prove, si trova completamente nel suo ruolo di attore e arriva a far applaudire il pubblico – è anche rimasto sul palco mentre doveva uscire, tanto era felice”.
Non essere “una compagnia in più”
Mulhouse è una città media in una regione periferica, in una nazione come la Francia in cui la centralità culturale della capitale è assai marcata. Ciononostante, per 3ème Rideau non si parla per ora di tournée, “essendo la preoccupazione il tempo a disposizione per realizzare il nostro progetto. Preferiamo recitare quando siamo pronti, e occorre tempo per creare insieme i nostri spettacoli”. Le modalità collettive e amatoriali della scrittura scenica non abbreviano il processo: dopo Et avec ceci?, “ci abbiamo messo un po’ più di due anni per creare e preparare un nuovo spettacolo, la mancanza di finanziamento ci obbliga a prenderci ancora più tempo per la produzione di costumi e per le esigenze tecniche”. Roth appare inoltre molto attento a che il progetto non si sovrapponga alle altre compagnie attive nel contesto locale, con cui pure a volte esistono contatti: “non prendiamo in alcun modo il posto di un’altra compagnia sulla scena culturale. Sul palco non c’è nessun attore cosiddetto ‘normodotato’, questa particolarità e il fatto di non avere attività commerciale non ci pone come un concorrente per le compagnie sul luogo. Non siamo venditori del nostro spettacolo allo stesso titolo di una troupe di professionisti, recitiamo solo per noi, al fine di permetterci di soddisfare le nostre esigenze”.
Questa ritrosia non impedisce a 3ème Rideau di curare una comunicazione, minimale per scelta e non per necessità, che costituisce una delle caratteristiche più interessanti del progetto e che si estende volutamente al di fuori della scena. Secondo Roth, “qualunque cosa si faccia, le nostre azioni devono andare nella direzione di una valorizzazione, poniamo una cura precisa in una comunicazione semplice”. Per questo, ad esempio, sui manifesti degli spettacoli non sono messi avanti i profili degli attori con il loro handicap, “per invitare il pubblico a venire a vedere uno spettacolo ‘normale’ e non di persone con disabilità”, mentre sui social network vengono pubblicate solo foto in cui i protagonisti siano “a proprio agio”, “belli e soprattutto non ridicoli”.
Per questa valorizzazione delle persone con disabilità, agli spettacoli si affiancano altri mezzi comunicativi come fotografia, video e interventi in scuole e luoghi pubblici. In questo senso va la mostra fotografica tratta dallo spettacolo Et avec ceci?, che 3ème Rideau ha potuto realizzare raccogliendo 900 Euro in donazioni, nei primi mesi del 2015, sulla piattaforma di crowdfunding Ulule. Immagini e testi mostrano le diverse fasi di realizzazione dello spettacolo come “avventura umana”, utilizzando il cliché fotografico per affrontare il cliché sulla persona cosiddetta ‘handicappata’”. Roth spiega che così “la scena può farsi invitare in una scuola, un altro luogo di esposizione, per essere vista da un pubblico altro rispetto a quello che va a vedere gli spettacoli. È un modo per avvicinare più persone possibili. Certo c’è l’aspetto di promozione della troupe, ma ciò che ci interessa è dimostrare che in scena non c’è differenza, la mostra lo permette proprio come uno spettacolo ma non per lo stesso pubblico e non con lo stesso supporto”.
Il prossimo spettacolo della compagnia, En trois mots (In tre parole), sarà in scena a luglio e ottobre 2017. Roth anticipa che in una scena saranno concentrati di- versi elementi “tristi” che gli attori hanno portato nel lavoro preparatorio a partire dalla propria esperienza, in base a “una delle cose che facciamo meglio: raccontare la ‘vita’ piuttosto che inventare storie a partire da niente”. Se non passate da Mulhouse, potete comunque seguire il lavoro della troupe su http://3emerideau.blogspot.it/ o tramite Facebook o Twitter.