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6. Le case editrici

Il ruolo degli editori è fondamentale perché spetta loro il compito e la responsabilità di scegliere ciò che possiamo trovare in libreria o in biblioteca e che, quindi, come lettori possiamo raggiungere.
Un ruolo importante, questo, perché incide fortemente nella definizione del processo e nella formazione culturale di un popolo.
Ma quali sono le riflessioni che portano una casa editrice a scegliere di pubblicare un libro piuttosto che un altro?
Quali i ragionamenti che stanno alla base della costruzione di un catalogo che non è solo un insieme di titoli ma il vero e proprio progetto editoriale?
Abbiamo chiesto a tre editrici (non volutamente ma significativamente sono tutte donne) di raccontarci il loro punto di vista e la loro esperienza.

6.1. Il diritto di gustare il sapore della verità
di Lola Barcelò, direttrice editoriale di Kalandraka Italia

L’editore ha anche una responsabilità sociale e non può parlare soltanto di mercato perché altrimenti dovrebbe fare certamente altro nella vita. Kalandraka non è un grande gruppo editoriale, siamo una piccola casa editrice di progetto. Parlare di argomenti quali la morte e la malattia non è una cosa banale e, soprattutto, prima o poi tutti ci troviamo ad affrontarli.
Il libro La nonna addormentata scritto da Roberto Parmeggiani e illustrato dal portoghese João Vaz de Carvalho, pur non essendo di realizzazione propria, pianificato e programmato dalla Kalandraka, ma un acquisto di diritti dalla casa editrice brasiliana DSOP, rientra in modo indiscusso nello stile della collana Libri per Sognare che è la nostra collana per i pre-lettori fino ai bambini di nove anni, che iniziano già con la lettura autonoma.
La nonna addormentata propone una lettura piacevole, stimolante, destinata ad arricchire le vite dei lettori, una lettura per adulti mediatori e per bambini dagli 8 anni in su. Mi interessa sottolineare che è anche una lettura per adulti che devono lavorare sul lutto, il libro infatti è già stato usato in questo senso. Sono fermamente convinta che un libro possa cambiare la persona che legge e quella che ascolta, sono fermamente convinta che la lettura possa cambiare la nostra vita. Perché penso che la letteratura sia un dialogo. La nonna addormentata, narrato in prima persona, crea in un modo naturale, organico, un dialogo con il lettore che non si può sentire fuori da questa lettura che è coinvolgente e ti trascina. È l’autore che, col filo e l’ago del ricordo, cuce il tessuto di un tempo che fu, ma che echeggia nel cuore dei lettori. Piccoli lettori con grandi orecchie che si godono ancora il tempo delle primizie e che hanno diritto a gustare il sapore della verità sulla loro stessa lunghezza d’onda, quella dell’immaginazione, un territorio che va protetto e difeso dalla banale prosaicità sempre all’agguato. Gli adulti spesso schiacciano questi sogni.
Le parole dei bambini sono vive e, come dice Massimo Recalcati nella prefazione al libro di Angela Maria Borello Maestra, ma che ne sarà di me?, “la lingua per loro non è solo uno strumento che devono imparare a usare, ma un incontro generativo che apre a mondi sconosciuti prima”. Il bambino sta inventando il linguaggio: capita spesso che non ricordi o non abbia ancora imparato una parola per nominare un oggetto e l’inventi in base all’uso oppure ne faccia una descrizione in dettaglio usando il repertorio che ha a disposizione ma anche l’immaginazione. Attraverso la sua scrittura Roberto partecipa a questo incontro, offrendo ai bambini – con un linguaggio poetico – la verità della vecchiaia, della malattia, della morte con estrema dolcezza, con estrema precisione. La poesia è molto precisa, più precise della poesia ci sono soltanto la musica e la matematica. È eloquente. Mentre noi, tante volte, vogliamo essere eloquenti e l’unica cosa che siamo è spalatori di nuvole. Roberto sembra consapevole che “le parole dei bambini aprono e ci aprono al mistero del mondo”, come dice Recalcati.
Visto che con le parole costruiamo il mondo, gli altri e il ricordo, usarle dovrebbe essere prezioso, invece tante volte i libri per i bambini si tengono lontani dagli argomenti che interessano ai più piccoli. L’editore è il responsabile della cornice del libro, della forma esterna del libro. La cornice è anche la scelta dei libri che l’editore decide di includere nel catalogo perché possano parlare tra di loro. Questo è l’essenza di un catalogo. Nell’immediato, la scelta dell’albo La nonna addormentata si è rivelata giusta. Quasi sempre l’inutilità del titolo (perché noi editori sbagliamo e in un catalogo possiamo sbagliare spesso) viene scoperta mettendolo nelle mani dei bambini. Tante volte noi, prima di pubblicare un libro, lo leggiamo ai bambini per vedere se funziona o no. Il libro di Roberto è una porta che consente ai bambini (e non solo) di parlare delle loro paure, degli incubi che fanno la notte quando sono in ansia, insomma delle loro emozioni. Attraverso il raccontarsi, Roberto riesce a rendere affidabile un pezzo della realtà che nel mondo adulto causa spesso imbarazzo e anche ribrezzo.
Noi grandi abbiamo già fatto l’esperienza del tradimento, continuiamo a farla e non sempre la interpretiamo come un evento illuminante anche se triste, perché il tradimento può essere tremendamente creativo. Anzi, tradiamo noi stessi, cercando di superare la delusione con la bugia, il cinismo e la vendetta. Il bambino dovrà fare l’inevitabile esperienza del tradimento: il tradimento primordiale della vita che finisce nella morte è democratico, ecologico, nessuno può sfuggirgli, è una verità dolorosa che va spiegata senza imbarazzo né ribrezzo, con sensibilità, fantasia e naturalità, va capita e aiuta a crescere. Il bambino ha diritto a sapere la verità nel rispetto della sua poetica.
Con il motto “Libri per Sognare” Kalandraka ha fatto il suo debutto nel mondo dell’editoria il due aprile 1998 – Giornata Internazionale del Libro Infantile e Giovanile, con l’obiettivo di pubblicare opere in galiziano, caratterizzate da un’accurata ricerca estetica e letteraria, per contribuire alla normalizzazione linguistica in Galizia.
Ha poi aperto il suo catalogo ad altre lingue, divenendo un progetto multilingue che pubblica in castigliano, catalano, basco, italiano e inglese. Attualmente conta su marchi propri in Portogallo, Italia e Messico.
Albi illustrati originali, adattamenti di racconti tradizionali, recupero di classici della letteratura infantile e giovanile di tutti i tempi, libri per pre-lettori, per bambine e bambini con necessità speciali, racconti, libri con cd musicali, poesia e arte sono le principali linee di lavoro che contribuiscono a un catalogo vivo e diversificato. Con il marchio Faktoria k de libros, la proposta si estende alla letteratura per il lettore adulto, la divulgazione scientifica e le pubblicazioni particolari.
Dall’incontro di Kalandraka con la multiculturalità, con l’educazione all’uguaglianza, al rispetto e alla tolleranza, dalla scommessa sull’animazione alla lettura come strategia per stimolare l’immaginazione e la curiosità dei più piccoli, dal sostegno agli autori, nasce lo stimolo per continuare a creare libri che seducano, commuovano, divertano e durino nel tempo.
www.kalandraka.com

6.2. Strumenti per scegliere e per pensare
di Della Passarelli, direttrice editoriale di Sinnos

Nel nostro catalogo ci sono sempre stati temi difficili, con l’impegno forte perché bambini e ragazzi non siano preda di paure o pregiudizi, ma che possano ragionare con la propria testa. Sono subissati da immagini televisive o sul web di orrori di varia natura, dai titoli negativi dei giornali e da adulti che sempre più spesso dichiarano la loro sfiducia nella politica, nelle azioni degli uomini e nel futuro. Come ha scritto Mariella Gramaglia nell’introduzione a Nina e i diritti delle donne di Cecilia D’Elia, tutto questo “non è una legge di natura […] e bisogna avere menti sveglie” e conoscenza per far sì che si possa cambiare.
Il nostro progetto editoriale è tutto volto alla crescita di cittadinanza e partecipazione, e spesso la Costituzione – presente nel primo volume dei libri della collana Nomos, Lorenzo e la Costituzione di Daniela Longo e Rachele Lo Piano – accompagna non solo questa collana di norme e di diritto per più piccoli, ma anche la narrativa, le graphic novel e gli albi illustrati.
Alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi, abbiamo mostrato e vogliamo continuare a mostrare che di fronte alle difficoltà e anche di fronte a fenomeni apparentemente invincibili come la mafia, c’è la possibilità di sovvertire: con Salvo e le mafie di Riccardo Guido, il racconto e le testimonianze, i numeri, le leggi fatte, le persone che sono morte per combatterla, le vittorie della magistratura, i ragazzi possono avere i primi strumenti indispensabili per non essere cittadini passivi, ma cittadini consapevoli che questo fenomeno si può fermare, come di fatto sta accadendo. Grandi sono stati i risultati della lotta antimafia in questo paese ed è importante saperlo, per non darsi per sconfitti e per comprendere che anche nei piccoli comportamenti noi possiamo fare qualcosa. L’autore di Salvo e le mafie ha incontrato tantissime classi in tutta Italia, proprio raccontando questo; e i ragazzi lo comprendono bene, lo raccontano a casa: questo è un grande risultato perché – anche se con passo da formichina – crediamo che il cambiamento debba partire proprio dai ragazzi e dagli adulti che responsabilmente offrono loro gli strumenti giusti. Quell’articolo 2 della Costituzione che ci offre “diritti inviolabili” ci dice anche che noi abbiamo il DOVERE di partecipare alla vita politica, economica e sociale del paese. Che a dei diritti corrispondono quindi dei doveri e che siamo noi stessi responsabili, che possiamo scegliere da che parte stare. Senza paura.
Con le Cattive Ragazze di Assia Petricelli e Sergio Riccardi, che racconta delle tante donne che hanno detto “no” in tanti modi a comportamenti e a decisioni ingiuste e a volte violente nei confronti del genere femminile, abbiamo voluto ricordare alle ragazze che non sono nullatenenti e ai ragazzi, invece, che si può essere uomini capaci di stare al nostro fianco come il padre e il marito di Franca Viola, il marito di Madame Curie, il marito di Alfonsina Strada. E che tutti ne beneficiamo, perché le conquiste delle donne hanno aiutato anche gli uomini. Cattive Ragazze è stato oggetto di un grande progetto nazionale curato dall’associazione Kind of. Da Torino ad Alcamo tante scuole secondarie inferiori e superiori hanno lavorato sul libro, incontrato gli autori e aggiunto sulle loro lavagne tanti altri nomi di donne, del loro privato e famose: un bellissimo gioco che ha fatto crescere consapevolezza e ha fatto scoprire vite che nessuno conosceva, vite che hanno lasciato e lasciano segni importanti per la crescita del nostro paese.
Nel nostro catalogo c’è, nell’affrontare i temi difficili, tantissima voglia di sovvertire quel sentire comune che afferma che non si possono cambiare le cose. E anche se raccontiamo di adulti che sono poco responsabili, come in Reato di Fuga di Christophe Léon, è proprio per dire che dobbiamo avere gli strumenti per scegliere e pensare. Che la parola legalità ha un senso solo se si tratta di una legalità compresa  e condivisa (come appunto quella indicata dalla nostra Costituzione) e che bisogna diffidare di chi in nome del potere compie atti antidemocratici, violenti e prepotenti: la storia lo ha insegnato e conoscerla non fa mai male – per questo nel nostro catalogo ci sono storie di scelte importanti, come quelle degli sportivi di Pesi Massimi di Federico Appel. E con queste storie, insieme ad altre, solo apparentemente più leggere, come La prima volta che sono nata di Vincent Cuvellier o Sorridi! di Przemysław Wechterowicz o Caccia alla tigre dai denti a sciabola di Pieter Van Oudheusden cerchiamo narrazioni che mostrino la bellezza del nostro essere umani che è fatta di compassione, gratitudine, capacità di avere empatia e intelligenza, di diffidare dei pregiudizi, di non fermarci alle informazioni ma saperle trasformare in conoscenza: abbiamo un meraviglioso cervello per fare questo e i libri e la lettura, lo dicono i neuroscienziati, sono ottimi strumenti per allenarlo a non essere ottuso, pigro, indifferente.
Fin dagli inizi, con la storica collana I Mappamondi, la casa editrice Sinnos ha reso protagonisti i primi immigrati arrivati nel nostro paese (era il 1990), attraverso le loro storie di vita narrate in doppia lingua ai bambini italiani e stranieri che cominciavano a sedere agli stessi banchi di scuola. Negli anni, si sono aggiunte altre collane: tanti libri che lasciano segni, aggiungono senso, significato, immaginazione, punti di vista diversi. Per dare gambe forti al nostro futuro. Perché se il futuro sono i ragazzi, sta agli adulti offrir loro tutti gli strumenti affinché possano crescere sapienti, capaci di pensare e immaginare, con menti libere.
E allora Sinnos ha voluto dire con chiarezza che le regole condivise sono indispensabili per crescere insieme e, con la collana Nomos, non ha mai smesso di spiegare e raccontare carte, statuti, normative.
Ci sono poi le storie, le fiabe, le leggende. Per narrarle vengono scelte con cura non solo le parole – dando a volte testimonianza delle lingue d’origine – ma anche le immagini: tratti e colori, che sono un secondo linguaggio capace di raccontarle.
Sinnos ha cercato e trovato autori che sapessero raccontare storie con la vita dentro: avventure, difficoltà, emozioni mescolate ai valori importanti per crescere: solidarietà, accoglienza, amicizia, cultura, capacità di scegliere, di cambiare, di non arrendersi… È stato fatto per i piccoli e per i più grandi. E anche per i lettori diciamo più pigri o con difficoltà di lettura, ai quali è stata dedicata una collana e un font, leggimi!: perché leggere sia davvero un diritto per tutti. Non sono stati dimenticati i piccolissimi con filastrocche e canzoni tradizionali, che gli adulti possono leggere loro. Perché una delle cose più belle che si può regalare a un bambino, anche piccolissimo, è il tempo di una lettura ad alta voce.
Ma c’è dell’altro. La Sinnos è nata in un carcere, nel 1990, un luogo rimosso, dimenticato – oggi drammaticamente sovraffollato – dove spesso si arriva per ignoranza. Forse è anche per questo che crede tenacemente nei libri e nella lettura. E per queste motivazioni/spinte che sono all’origine della sua storia, la casa editrice ha dato vita a due progetti di promozione alla lettura: Le biblioteche di Antonio e I libri? Spediamoli a scuola! diventato ora Amo chi legge e curato dall’AIE.
www.sinnos.org

6.3. I libri come strumento di conoscenza
di Luisella Arzani, direttrice editoriale di Giralangolo

Giralangolo pubblica libri di narrativa e illustrati, e la loro selezione segue criteri differenti. Per quanto riguarda i libri illustrati arrivano spesso proposte interessanti, così come sono mediamente di qualità i portfolio degli illustratori che si rivolgono a noi. Questo ci ha permesso di pubblicare anche progetti originali, spesso con autori e illustratori esordienti e interessanti anche per gli editori stranieri, che ne hanno acquisito i diritti di pubblicazione. Purtroppo lo stesso non avviene per la narrativa: le proposte meritevoli di attenzione sono pochissime, molte quelle che si scartano dopo averne letto una cartella o anche solo la sinossi. Anche per la narrativa siamo comunque riusciti a pubblicare ottimi titoli con autori italiani, sebbene prevalgano quelli tradotti.
La selezione dei titoli avviene dunque su questo doppio binario, con l’ambizione di pubblicare, ove possibile, autori e illustratori italiani e nel contempo proporre bei titoli stranieri, avendo sempre presente la linea editoriale che la casa editrice si è data: per una casa editrice piccola che punta alla qualità e alla creatività è importante comunicare all’esterno che cosa si racconta nei libri che vengono proposti ed essere così riconoscibili. È stato quindi naturale avviare anche progetti innovativi come LeMilleunaMappa, altro modo di esplorare lo spazio in cui viviamo, anche quando viene raccontato nelle fiabe e nei classici per ragazzi.
Giralangolo fin dall’inizio si è infatti dedicata alla narrazione del mondo e di chi lo abita, raccontando anche situazioni scomode (i boskettari di Bucarest, la Turchia del conflitto turco-curdo) o la storia recente con Il segreto di Espen di Margi Preus e L’indimenticabile estate di Abilene Tucker di Clare Vanderpool, ma sempre in modo coinvolgente e appassionato (e appassionante), ottenendo ottimi risultati di critica e di pubblico. Questo ci ha convinto che la strada giusta per noi (e che più ci piace) è quella: non ci occupiamo di fantasy, paranormal romance, ecc., piuttosto di quel che succede davvero, magari in paesi lontani dal nostro ma la cui cultura è ben presente nel quotidiano dei ragazzi, come per esempio gli Stati Uniti rappresentati nelle sit-com.
Proprio come una sit-com si sviluppa Quattro ragazzi per due papà di Dana Eliso Levy, che racconta con ritmo e divertimento una situazione certamente più diffusa in USA che da noi. Anzi, la famiglia omogenitoriale del titolo non è la protagonista del racconto, resta sottotraccia: l’intero romanzo è infatti incentrato sul quotidiano di una famiglia numerosa seguita lungo un intero anno scolastico, con risultati spassosi.
Va precisato che il fatto di avere recentemente pubblicato libri su identità di genere e identità sessuale non è conseguenza di un preciso obiettivo: voler raccontare quel che succede nella società, magari in altri Paesi, in modo avvincente, divertente e con testi di qualità porta a scegliere anche libri di questo tipo tra tutti quelli che stanno abitualmente sul tavolo in attesa di valutazione. È vero che sono anche la conseguenza dell’attenzione alle dinamiche sociali e della determinazione a proporre libri non inutili: le discussioni ormai quotidiane, così come i travisamenti e le interpretazioni non corrette cui assistiamo tutti quando si trattano questi temi, ci spingono a proporli nei nostri romanzi così come nei libri illustrati.
Proprio dall’attenzione per le dinamiche e dunque i bisogni della società, e dalla volontà di proporre libri come strumenti di conoscenza in questo senso, ha preso avvio la collana Sottosopra sull’identità di genere e gli stereotipi. Rivolti ai bambini e alle bambine, a partire dai 3 anni fino agli 8-9, fasce d’età in cui più significativamente intervengono i processi di identificazione di genere (e i condizionamenti culturali), questi libri illustrati propongono una nuova rappresentazione della vita famigliare e sociale. I protagonisti sono bambini, lupacchiotti, orsetti, re, principesse, pirati, nonni, tutti quei soggetti presenti nella vita e nell’immaginario dei piccoli e che in queste storie divertenti e colorate sono liberi di agire, pensare e comportarsi senza vincoli legati al proprio genere.
I riscontri sono stati da subito positivi, sia per gli illustrati sia per la narrativa, seppur in modo diverso per i titoli nei quali si raccontano temi più delicati o ancora poco trattati. Penso ad Alex & Alex di Alyssa Brugman, che parla di intersessualità, o all’illustrato Una bambola per Alberto di Charlotte Zolotow, oggetto di recenti polemiche da parte di associazioni cattoliche dopo essere stato inserito in un progetto di lettura per le scuole elementari sponsorizzato dalla Regione Toscana.
Discussioni e polemiche non ci scoraggiano, anzi, ci convincono ancor più della necessità di affrontare nel modo più corretto tematiche che si prestano a manipolazioni e travisamenti in modo così grossolano da lasciare sgomenti per il seguito che riescono ad avere. Io per prima non mi azzardo a misurarmi direttamente con questioni tanto delicate, e per questo Sottosopra ha una curatrice competente come Irene Biemmi, ricercatrice universitaria della materia e formatrice: sarebbe utile che in generale si tornasse a dare valore agli esperti, agli studiosi, ai sapienti insomma. Mi pare che si sia un po’ perso questo concetto, e il seguito che hanno le critiche ai libri che parlano di educazione al rispetto (basate sulla non conoscenza del tema ma spesso anche dei libri stessi) ne è la conseguenza. Per non parlare delle liste dei libri proibiti, da evitare e addirittura da bruciare, che da qualche tempo periodicamente si ripresentano.
E qui mi viene da concludere con quella frase di Oscar Wilde che dice: “Non ci sono libri morali o immorali, ci sono libri scritti bene o scritti male”. A ciascuno la libertà, il piacere e il potere di decidere da sé se i libri sono scritti (e fatti) bene o male. Ma leggendoli, i libri.
Nata a Torino nel 1976 e specializzata in musica, la casa editrice EDT nel 2005 ha esordito nel settore dell’editoria per ragazzi con la collana Milly, Molly, progetto dalla forte identità dedicato alla promozione del dialogo tra culture diverse, e nel 2007 ha visto la nascita della sigla editoriale Giralangolo, che ha accolto sotto la propria insegna Milly, Molly e ha ampliato la rosa con serie pensate per guidare alla lettura bambini e ragazzi.
I temi dell’intercultura e del rispetto per l’ambiente accanto all’attenzione costante per lo sviluppo della curiosità e dell’immaginazione costituiscono il filo rosso che si ritrova in tutti i libri di Giralangolo, cui si affianca l’ultima recente sfida del marchio editoriale: una collana di libri illustrati orientati al principio dell’identità di genere, contro gli stereotipi e nel rispetto delle differenze.
www.edt.it/aree/ragazzi



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