Diceva Calvino che “l’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla”.
Ecco, quindi, che lo scrittore non è colui che può insegnare qualcosa ma semplicemente qualcuno che, più consapevolmente, riconosce di non conoscere e, scrivendo, tenta di porvi rimedio.
Ad alcuni autori, scrittori e illustratori, abbiamo chiesto di raccontare il loro rapporto con la narrazione e la rappresentazione. Il come, appunto, si può raccontare ai bambini e ai ragazzi la realtà che ci circonda.
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- Achtung?
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- 4. Con un occhio chiuso. Ciò che gli adulti vorrebbero dai libri per bambini
- 5. La morte non è cosa da bambini?
- 6. Le case editrici
- 6.1. Il diritto di gustare il sapore della verità
- 6.2. Strumenti per scegliere e per pensare
- 6.3. I libri come strumento di conoscenza
- 7. L’esperienza degli autori (Pagina attuale)
- 7.1. Le parole giuste
- 7.2. Pesi massimi e segni leggeri
- 7.3. Offrire ai bambini la varietà delle differenze
- 7.4. Zio, perché scrivi?
- 8. Alcune esperienze di lavoro
- 8.1. Gianporcospino è in gran buona compagnia. Come parlano di disabilità i libri per bambini e adolescenti
- 8.2. Leggere comodi libri scomodi
- 8.3. Formare una coscienza storica: le gocce di memoria
- 8.4. Non guardare, non sta bene
- 9. La metafora dell’arte
- 9.1. A nessun bambino si nega una poetica
- 9.2. “Facciamo finta che…”. Incontro, gioco e ascolto per parlare a teatro di quello che ci pare e piace
- 10. 49 libri da (NON) leggere