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10. Wablieft: può ripetere per favore?

Anche l’esperienza belga- fiamminga nasce dall’esigenza di alcuni insegnanti di trovare testi leggibili per adulti in difficoltà, ma poi l’iniziativa si espande e ora coinvolge un pubblico molto variegato. Due le versioni del giornale, una più semplice dell’altra.


di Ilona Plichart (*)

“Wablieft” viene ideato nel 1985; la parola in olandese significa “Pardon” ed è il “Mi scusi” che si dice a qualcuno quando non si capisce qualcosa.
L’idea nasce dal bisogno di alcuni insegnanti che non riuscivano a trovare testi comprensibili per gli studenti adulti che avevano difficoltà nella lettura. I docenti non volevano lavorare con i testi pensati per i bambini ma riscrivevano gli articoli presi dai giornali. Poi cominciarono a scrivere loro stessi le notizie, non limitandosi alla semplice riscrittura e a darle ad altri insegnanti che facevano un lavoro simile.
La rivista inizialmente era semplicemente fotocopiata mentre ora è un settimanale di 12 pagine, stampato come un normale giornale. Dal 2011 poi siamo passati al colore. Attualmente abbiamo circa  9.000 lettori, ma fra i nostri abbonati abbiamo scuole e altre istituzioni, il che fa pensare a un numero ben maggiore di persone che leggono “Wablieft”.
Attualmente produciamo oltre al settimanale “Wablieft”, il bisettimanale “Kleine Wablieft” di 20 pagine in formato A4. In questo periodico riportiamo gli articoli più importanti dalle ultime due edizioni del giornale principale scritti in un modo ancora più semplice. “Kleine Wablieft” non è un vero e proprio giornale visto il formato; ogni frase inizia in una nuova riga e un articolo è fatto di circa 10-15 frasi.
Sul nostro sito web pubblichiamo anticipatamente gli articoli che saranno pubblicati nelle edizioni successive del giornale. A volte anticipiamo certi eventi che temporalmente avvengono tra le due edizioni di “Wablieft”, in questo modo, dando subito la notizia, i nostri lettori non sono costretti ad aspettare le edizioni su carta.
Abbiamo anche una versione digitale di “Kleine Wabkieft” che viene spedita in formato pdf alle persone che hanno pagato per questo servizio (questo permette anche la sintesi vocale del giornale, modalità questa spesso utilizzata nelle scuole).
Le idee fondamentali e le regole di scrittura che noi utilizziamo le possiamo così riassumere:

  • è possibile scrivere in olandese semplice ogni tipo di argomento
  • bisogna scrivere su un tema pensando di farsi capire anche dal “vicino di casa” che non ne sa nulla sull’argomento
  • le frasi devono essere brevi e non superare le 10-15 parole
  • occorre usare parole semplici e, se è necessario usarne di difficili, bisogna spiegarle
  • spiegare bene le news: anche se i nostri articoli sono brevi, noi dobbiamo dare più spiegazioni di quelle che vengono date nelle news normali che privilegiano solo gli elementi che rappresentano la novità
  • i nostri lettori sono lettori “totali”: anche le persone che non sanno leggere o scrivere bene vogliono sapere ciò che accade nel mondo. Quindi occorre spiegare l’intera storia in modo completo: semplificare non significa ridurre, anzi è proprio l’opposto. Non bisogna rinunciare a spiegare le cose difficili, tralasciandole.
    La nostra redazione è costituita da persone con formazione differente: due persone hanno studiato giornalismo, altri due lingue (e uno di loro si è specializzato proprio nei problemi della lettura e sul tema dell’analfabetismo), un altro ha studiato storia. Assieme a noi, in questo momento, non lavorano operatori sociali.
    Il nostro lettore ideale è molto vario; quando scriviamo il lettore a cui pensiamo si può suddividere in questo modo:
    – bambini dagli 8 ai 12 anni e giovani che iniziano a lavorare a 18 anni
    – giovani immigrati appena arrivati in Belgio e che sono obbligati a studiare l’olandese (alcuni di loro leggono Wablieft in gruppo)
    – adulti con un basso grado scolastico che sono interessati a un settimanale che gli racconti che cosa succede in Belgio e nelle vicinanze
    – anziani in case di riposo
    – molte altre persone, anche “normali”, che non vogliono leggere un quotidiano ma vogliono essere informate
    – disabili ma anche operatori sociali, logopedisti…
    Per quanto riguarda le entrate economiche, alcuni redattori sono pagati con un sussidio statale, altri dagli abbonamenti al giornale e dalle altre attività di “Wablieft” (formazione sulla comunicazione, servizi redazionali…).
    Quali sono le nostre prospettive future? Entro il 2020 in sintonia con l’Agenda Digitale europea, dovremo sviluppare molto di più i nostri servizi on-line e promuovere l’alfabetizzazione digitale.

    (*) Coordinatrice Wablieft – Centrum voor Duidelijke Taal

Wablieft
Vovco vzw
Kardinaal Mercierplein 1
2800 Mechelen
www.wablieft.be



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