“Il linguaggio facile da leggere va bene per tutti e non fa male a nessuno”: così recita lo slogan di questo progetto europeo che ha portato alla produzione di una serie di guide rivolte a insegnanti, formatori, disabili. Il loro obiettivo è assicurare, attraverso la formazione permanente, la piena partecipazione delle persone con deficit intellettivi.
Abbiamo intervistato Maria Cristina Schiratti* e Roberta Speziale**, formatrici nazionali del progetto.
Come nasce il progetto Pathways II, quali sono le motivazioni e da chi è stato promosso?
Pathways II, “Creazione di percorsi di formazione permanente per persone con disabilità intellettiva” è un progetto sul linguaggio facile da leggere e la formazione permanente degli adulti con disabilità intellettiva promosso da Inclusion Europe, un’associazione europea che opera in difesa dei diritti delle persone con disabilità intellettiva e i cui associati sono organizzazioni nazionali di 36 Paesi, tra i quali anche l’Anffas.
Il progetto Pathways II, al quale hanno aderito associazioni di diversi Paesi (Italia, Croazia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna e Ungheria) nasce per dare un seguito al precedente Pathways I, sviluppato nel 2009, con partner di Paesi diversi rispetto agli attuali. Entrambi i progetti sono cofinanziati dal programma di formazione permanente dell’UE.
Pathways I ha prodotto diversi documenti utili e linee guida sull’uso del “linguaggio facile da leggere” per l’accesso all’informazione e alla formazione permanente delle persone con disabilità intellettiva e, data l’ottima riuscita dell’iniziativa e del materiale realizzato, Inclusion Europe ha voluto riproporre il progetto ad un nuovo insieme di associazioni, includendo tra queste anche l’Anffas (il solo partner italiano).
Lo sviluppo di Pathways II, e precedentemente di Pathways I, si colloca all’interno di un percorso, non solo europeo, ma internazionale, di difesa e promozione dei diritti umani e della non discriminazione delle persone con disabilità: nel 2006 infatti, è stato approvato il testo della “Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità” che definisce un modello di disabilità basato sui diritti umani ed è volto a rimuovere tutte le forme specifiche di discriminazione.
La Convenzione Onu, attualmente ratificata da 123 Paesi (in Italia fu ratificata con la Legge 3 marzo 2009 n.18) vuole infatti combattere ostacoli, barriere e pregiudizi, spesso profondamente radicati nella cultura, nelle pratiche e nelle politiche delle Comunità, intervenendo in tutti i campi della vita (dal diritto alla vita, alla partecipazione a tutti i contesti sociali in condizioni di inclusione sociale, fino al diritto alla vita privata, autonoma e indipendente).
Nello specifico, l’iniziativa di Pathways per una formalizzazione e diffusione del linguaggio “easy to read” ha l’obiettivo di dare concretezza alle proposizioni definite dall’articolo 21 della Convenzione Onu, attraverso il quale si ribadisce il diritto di tutte le persone con disabilità ad avere accesso all’informazione e alla comunicazione, nonché all’istruzione e alla formazione continua per l’intero arco della vita e di partecipare anche in prima persona alla vita sociale, pubblica e politica e ai “contesti” nei quali si prendono decisioni che le riguardano.
La documentazione prodotta e la formazione a cascata prevista dal progetto che si sta realizzando attraverso tutto il network di Anffas Onlus promuovono un passaggio culturale, nonché un utile strumento per l’inclusione sociale e l’auto-rappresentanza delle persone con disabilità intellettiva.
Che cos’è per voi una “scrittura facile da leggere”?
La scrittura facile da leggere è uno strumento che si propone di rendere maggiormente accessibili a tutti le informazioni.
Individua l’informazione utile e indispensabile all’interno di una vasta e ricca comunicazione e, attraverso alcune regole condivise e frutto dell’esperienza di vari Paesi sul tema, la rende accessibile a tutti, soprattutto a chi ha difficoltà nella comprensione delle informazioni, come ad esempio persone con disabilità intellettiva, ma anche anziani, stranieri, persone con poca istruzione scolastica…
La scrittura facile da leggere mette al primo posto la comprensibilità delle informazioni in qualche caso anche a discapito dell’“estetica” della comunicazione, specie nella lingua italiana, che gode di una ricchezza, varietà e complessità di termini, forme e strutture.
Al tempo stesso però rappresenta un utile strumento per garantire pari opportunità e non discriminazione, soprattutto dal punto di vista dell’accesso all’informazione e della formazione per moltissime persone.
Quali sono le linee guida per scrivere in modo comprensibile alla maggior parte delle persone?
Le associazioni dei Paesi partecipanti al progetto hanno creato delle linee guida che regolano la produzione di materiali in linguaggio facile da leggere.
Diverse sono le regole generali da utilizzare, poi declinate per le varie tipologie di informazione: scritta, audio, video ed elettronica.
Le linee guida propongono di utilizzare parole facili da comprendere e nel caso in cui si debbano usare parole difficili, di cercare di spiegarle, anche con l’aiuto di esempi per chiarirne il significato.
Inoltre, per fare qualche esempio, è sconsigliato l’uso di metafore e di parole in lingua straniera, di sigle e abbreviazioni, di percentuali e numeri grandi.
Altre indicazioni riguardano l’uso di frasi brevi e di ripetizione delle informazioni importanti. È inoltre consigliato di prediligere il senso positivo invece che negativo delle frasi e usare i verbi in forma attiva piuttosto che passiva.
Nell’informazione scritta, è sconsigliato usare formati difficili, è bene prediligere formati A4 e A5, non scrivere documenti di grandi dimensioni, piuttosto dividerli in più parti. Non usare sfondi che rendano la lettura difficile, tipo foto, e non scrivere a colori. Usare caratteri di scrittura semplici, come Arial e Tahoma, e con una misura grande. Non usare caratteri Serif, il corsivo, caratteri con effetti speciali, note a fondo pagina. Accompagnare le frasi con disegni, foto o simboli chiari che possano aiutare nella comprensione delle frasi.
Queste e altre sono le regole enunciate dalle linee guida, che permettono di sviluppare un documento facile da leggere, ma seguirle non basta. Infatti, si richiede sempre la controprova, proponendo i documenti elaborati ai “lettori di prova”, persone con disabilità intellettiva che hanno seguito una formazione sul linguaggio facile da leggere, e che quindi possono notare le difficoltà nella comprensione dei documenti e proporre soluzioni alternative. Il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità intellettiva nel controllo e nella produzione di informazioni in linguaggio facile da leggere e da capire è veramente innovativo in quanto finalmente le persone con disabilità stessa sono sì destinatari delle informazioni ma anche e soprattutto supervisori delle stesse.
Non solo informazione scritta ma anche informazione audio, video e tramite le nuove tecnologie: quali regole per ciascuna? Come ottenere un mix ideale tra tutte queste possibilità per comunicare a tutti?
Le regole generali e quelle per l’informazione scritta vanno utilizzate anche nell’informazione audio, video ed elettronica.
Infatti, le frasi riportate sulla custodia dei DVD o i sottotitoli nei video, o i documenti presenti sui siti internet devono attenersi alle regole generali per l’informazione scritta.
In più, esistono delle regole specifiche.
Per quando riguarda il web è necessario progettare siti internet con grafica chiara, senza effetti speciali, con testi chiari e grandi da cliccare per cambiare pagina, barra di navigazione con massimo 7 o 8 titoli principali, con link che vanno sottolineati e, se sono troppo lunghi, nascosti dietro una parola facile.
Nei video non bisogna parlare troppo velocemente, la voce di sottofondo deve parlare solo delle cose che le persone vedono sullo schermo, video e suono devono essere di alta qualità, i sottotitoli devono essere chiari, perché molto utili per le persone con problemi di udito e devono rimanere sullo schermo il più a lungo possibile per dare il tempo sufficiente alla lettura.
Nell’informazione audio, la voce della persona parlante deve essere molto chiara, avere un tono alto, una buona pronuncia e parlare lentamente. Le informazioni vanno ripetute più volte, non bisogna interrompere la comunicazione, per esempio con della pubblicità, ed è bene annunciare l’informazione con un suono speciale.
Le regole generali fanno da filo conduttore per le varie tipologie di comunicazione, per poi essere più puntuali e specifiche in ognuna.
L’utilizzo, anche congiunto delle varie tipologie di informazione, può essere utile per realizzare documenti maggiormente accessibili: uno stesso documento, presentato in video con immagini, audio e sottotitoli può essere accessibile sia a persone con difficoltà nella lettura, che per esempio non sanno leggere, ma anche nella visione e nell’ascolto, come ad esempio le persone con disabilità sensoriali oltre che intellettiva.
Chi sono i vostri lettori, a chi vi rivolgete con questo linguaggio?
Il linguaggio facile da leggere nasce all’interno di un percorso di difesa dei diritti delle persone con disabilità intellettiva, volendo operare verso la rimozione delle discriminazioni e la promozione delle pari opportunità, in chiave inclusiva.
Il target principale è quindi composto dalle persone con disabilità intellettiva, che nell’inaccessibilità delle informazioni vedono una significativa barriera verso l’inclusione sociale.
Esistono anche stadi intermedi di pubblico, persone che pur non avendo un deficit intellettivo però necessitano di un linguaggio più chiaro (persone anziane, persone con poca cultura, immigrati recenti, …); pensate che debbano esistere dei formati solo per loro?
Il linguaggio facile da leggere può essere utile non solo alle persone con disabilità intellettiva.
Infatti, rendendo più accessibili e comprensibili le informazioni, si può rivolgere a tutte le persone che possono avere problemi nella comprensione di documenti, come ad esempio le persone anziane o non di madrelingua.
Inoltre, uno degli slogan del progetto recita che “il linguaggio facile da leggere va bene per tutti e non fa male a nessuno”, intendendo che produrre “buone informazioni” può essere un elemento che semplifica la comprensione e l’utilizzo dei documenti per tutte le persone. Basti pensare alla difficoltà di documenti ufficiali, comunicazioni amministrative… che risulterebbero accessibili nell’immediata lettura a tutti, se fossero accompagnate da una versione “facile da leggere”.
Che ruolo ha la formazione permanente in questo discorso?
Lo scopo del progetto Pathways è proprio quello di rendere i programmi di formazione permanente più facili da frequentare da parte delle persone con disabilità intellettiva.
Al momento, è difficile che una persona con disabilità intellettiva prenda parte a programmi di formazione permanente, perché l’inaccessibilità delle informazioni rappresenta una barriera significativa in tal senso e spesso insormontabile. Questo amplifica gli svantaggi e rende difficoltosa l’effettiva partecipazione e inclusione delle persone con disabilità, a partire ad esempio dall’inclusione lavorativa.
I materiali facili da leggere ed eventi formativi ripensati in chiave accessibile possono facilitare la fruizione della formazione permanente anche a chi ha una disabilità intellettiva, e non solo.
Quali sono i prodotti di questo percorso (guide manuali)?
Oltre alle Linee guida europee “Informazioni per tutti” per rendere l’informazione facile da leggere e da capire per tutti, i partner del progetto hanno elaborato altri 3 opuscoli.
L’opuscolo “Non scrivete su di noi senza di noi” definisce come coinvolgere le persone con disabilità intellettiva nella produzione o traduzione di testi in linguaggio facile da leggere. Nessun testo dovrebbe mai essere scritto senza che le persone con disabilità intellettiva siano coinvolte: esse sanno di cosa hanno bisogno per capire le informazioni e possono diventare esperte nel controllare la facilità di comprensione dei documenti.
Il secondo opuscolo “Insegnare può essere facile” è stato scritto per aiutare gli insegnanti a rendere i loro corsi più accessibili, dando alcune idee ed esempi su come sviluppare i corsi: il modo di parlare, i materiali di supporto utilizzati, documenti scritti e contributi video, le modalità di coinvolgimento degli studenti durante la presentazione e la comunicazione verso le persone con disabilità presenti.
Il terzo opuscolo “Formare i formatori” dà consigli sulla formazione dei formatori e degli insegnanti su come scrivere documenti che siano facili da leggere e capire. Si consiglia come organizzare le giornate di formazione, quali strumenti utilizzare, gli esercizi da proporre…
Inoltre sarà presto disponibile una lista di controllo online, utile per verificare, attraverso step definiti, l’accessibilità del materiale prodotto.
I tre opuscoli e le linee guida sono scritti in linguaggio facile da leggere e adesso, grazie alla partecipazione di Anffas a questo progetto, sono disponibili in lingua italiana. Possono essere scaricati gratuitamente dal sito www.anffas.net nella sezione dedicata al progetto.
In futuro come porterete avanti questa esperienza?
Entro novembre 2013 è prevista una serie di incontri nazionali e territoriali, per promuovere l’iniziativa e la documentazione realizzata e per sollecitare sia all’esterno che all’interno dell’associazione e del movimento delle persone con disabilità, la formazione e l’utilizzo del linguaggio facile da leggere.
Il progetto ha infatti consentito la formazione di 9 formatori che entro luglio prossimo realizzeranno dei primi incontri sui territori. Inoltre sono previste iniziative di carattere nazionale, con il coinvolgimento dei cosiddetti “decision maker”.
Pathways II
www.anffas.net/Page.asp/id=604#.UNx0-ncTTwK
* Presidente Anffas Onlus Udine
** Responsabile area comunicazione e politiche sociali Anffas
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