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20. Per una didattica dell’inclusione. Il libro modificato e la collaborazione con le scuole medie “Saffi”

di Roberto Parmeggiani, educatore Progetto Calamaio e scrittore

 L’Associazione CDH e la Cooperativa Accaparlante ormai da trent’anni sono impegnate per promuovere, attraverso incontri di animazione e percorsi di formazione, una cultura dell’inclusione che permetta a tutti, al di là delle singole diversità, di svolgere appieno il proprio ruolo sociale.
Da sempre crediamo che la scuola sia il luogo privilegiato da cui partire per favorire questa rivoluzione culturale capace di vedere la diversità come elemento costitutivo dei contesti sociali e non come difficoltà a cui porre rimedio.
Per questo, da quando il nostro gruppo di lavoro si è trasferito presso il Quartiere San Donato e, in particolare, nella zona del Pilastro, abbiamo stabilito un contatto con le realtà scolastiche della zona alle quali abbiamo proposto una collaborazione attraverso la quale realizzare percorsi di animazione per i bambini e i ragazzi e percorsi di formazione per gli insegnanti, sul tema della relazione con la diversità, la valorizzazione delle abilità e la didattica inclusiva.
In questo contesto è nato il progetto “Il libro modificato. Per una didattica dell’inclusione” volto a coinvolgere tutte le classi delle scuole medie “Saffi”. In particolare, il percorso che ha coinvolto i ragazzi delle classi terze ci ha portato a riflettere sul contesto in cui vivono per poi raccontarne possibilità e difficoltà, desideri e paure, utilizzando il linguaggio in simboli, un modo per rendere più accessibile la scrittura e lettura per persone che hanno difficoltà di comprensione di diverso tipo.
Durante gli incontri, condotti dagli animatori del Progetto Calamaio, i partecipanti hanno potuto conoscere il mondo dei libri accessibili e, nello specifico, hanno imparato a utilizzare il programma Symwriter attraverso cui è possibile scrivere testi in simboli. Il Pilastro secondo noi, quindi, è il punto di vista di questi nuovi cittadini che rappresentano il futuro del quartiere e della città.
Ogni studente ha lavorato su tre elementi che scandiscono anche la struttura dell’opuscolo che abbiamo poi prodotto. La carta d’identità attraverso cui, in maniera anche scherzosa, ognuno si è presentato. La mappa emotiva la cui struttura è stata elaborata da un gruppo integrato dei partecipanti ai cantieri che hanno lavorato alla realizzazione del progetto Pilastro 2016 e che ha permesso ai ragazzi di descrivere il Pilastro tenendo conto di queste cinque categorie: il luogo in cui abitano, i loro punti di riferimento, gli spazi legati ai momenti di socializzazione, i percorsi che effettuano abitualmente e i luoghi che ritengono non accessibili, sia fisicamente che relazionalmente. Un testo emotivo in cui hanno raccontato un’esperienza significativa legata al quartiere.



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