di Tosca Barbara Rodi, volontaria del Servizio Civile
Partecipando a questo laboratorio, condotto dagli educatori del “Progetto Calamaio” Luca e Tristano, con la collaborazione di altri professionisti esterni, ho avuto la possibilità di riflettere sulla rilevanza dell’esperienza corporea incentrata sulla scoperta del piacere e del benessere, aspetto che spesso viene trascurato e/o marginalizzato nel caso delle persone con disabilità, il cui corpo viene considerato solo ed esclusivamente oggetto di cure e assistenza.
Questi incontri hanno dato a ognuno di noi (disabili e non) validi suggerimenti che hanno indotto a riflettere sul nostro sé corporeo in un contesto di partecipazione e condivisione, e fornito delle strategie, spingendo chi più, chi meno a intraprendere un percorso individuale al di fuori.
Negli ultimi anni, i miei colleghi Luca e Tristano hanno lavorato e approfondito accuratamente la tematica del corpo, in quanto la maggior parte degli animatori disabili del gruppo Calamaio non era propriamente consapevole della sua fisicità: l’educazione al e con il corpo su cui è stato improntato questo percorso laboratoriale, ha dato a tutti la possibilità di intraprendere un cammino conoscitivo su se stessi (sui propri limiti, sulle proprie risorse) e sugli altri, definendo così la relazione con l’ambiente circostante, con il Sé e l’alterità, e alcuni degli obiettivi necessari alla realizzazione del proprio progetto di vita e di autonomia.
Ho avuto, dunque, la possibilità di seguire in prima persona alcuni degli otto incontri previsti; durante il primo dei quali, gli animatori disabili hanno preso parte alla c.d. attività de “l’asciugamano”: sono stati stesi per terra e ricoperti a segmenti con un asciugamano bagnato; successivamente, ciascuno di loro, man mano che dell’ acqua calda veniva versata sui corpi, è stato massaggiato dagli educatori o da noi volontari/ ragazzi del Servizio Civile. Questa esperienza ha permesso a molti di riconoscere le singole parti del corpo, dal momento che i partecipanti, avendo anche deficit di natura motoria, siedono su una carrozzina e si considerano un tutt’ uno con essa, ragion per cui la maggior parte non è pienamente consapevole di quali siano le proprie zone più sensibili.
Inizialmente, per me è stato davvero imbarazzante toccare i loro corpi, soprattutto, vedere le loro reazioni ed espressioni di disagio o di piacere provocate dal contatto con l’acqua o da una mano diversa da quella dei propri famigliari. D’altro canto, ho notato come per molti degli animatori disabili sia stato difficile affidarsi a una figura non professionista, che non si occupa quotidianamente della loro assistenza e/o cura personale.
I successivi tre incontri sono stati condotti da Luca Manghi, massaggiatore, esperto in psicomotricità e del cosiddetto “Metodo Trager”: tale metodo ha come principale scopo quello di portare l’altro a uno stato di totale rilassamento psico-fisico, mediante movimenti di varia natura (dondolii, allungamenti, pressioni leggere, movimenti dolci) aventi il fine di facilitare e aumentare la capacità motoria della persona con disabilità, e di rievocare lo stato di benessere acquisito, per poi fissarlo in gesti e movimenti praticabili nella vita quotidiana.
Caratteristica peculiare del metodo è la predisposizione all’ascolto del corpo dell’altro: è stato difficile, in un primo momento, comprendere in che modo fosse possibile procurare una sensazione di piacere all’altro, scoprire quali fossero le parti del corpo più sensibili, e su cui lavorare in misura maggiore. Queste difficoltà, però, sono state poi superate attraverso la relazione empatica, la comunicazione, lo scambio con le persone disabili che molto spesso hanno manifestato i propri bisogni e desideri, ed espresso delle richieste.
Ho notato, soprattutto all’inizio, la tendenza di alcuni corsisti a voler “tenere la situazione sotto controllo”, a guardarsi intorno durante l’atto del massaggio; questo li ha portati ad abbandonarsi con più fatica; in quei momenti, perciò, sono stata io a fare loro delle domande, a non avere il timore di chiedere cosa gli piacesse di più, e rispetto alle prime volte, l’imbarazzo nel vedere le loro reazioni era diminuito notevolmente; anzi, osservare sui loro volti un sorriso, delle espressioni rilassate ed estasiate, non mi creava più disagio, bensì, mi infondeva calma e serenità: è stato bello essere l’artefice del loro benessere!
Davvero interessante è stato anche l’incontro condotto dall’esperto massaggiatore Marco Galli, che ci ha mostrato la pratica dei “Massaggi a tempo di musica”, dando a tutti, non solo a chi riceveva il massaggio ma anche a chi lo praticava, la possibilità di rievocare sensazioni, emozioni, vissuti, ricordi, e di dare libero sfogo alla propria immaginazione.
Il percorso laboratoriale si è concluso con lo scambio di ruolo: durante l’ultimo incontro gli animatori disabili hanno indossato le vesti di massaggiatori e noi educatori e volontari ci siamo prestati a ricevere. È stato bello lasciarsi andare e affidarsi a loro poiché dai loro gesti, dalle loro movenze traspariva la voglia di farmi stare bene; è stato gratificante vedere la gioia dei miei colleghi con disabilità: sono stati abili ad accogliere e ascoltare le nostre esigenze, questo dimostra come anche le persone disabili possano essere fautrici del piacere altrui, come anche un corpo con difficoltà di varia natura possa essere contenitore di innumerevoli risorse.
Continua a leggere:
- On the road
- 1. Qual è la percezione che hanno del proprio corpo le persone con disabilità?
- 2. Sulla propria pelle: le ragioni di un laboratorio
- PRIMA PARTE
- 3. Il corpo che comunica. L’immagine che abbiamo del nostro corpo è parte integrante della nostra identità. Nominare, conoscere, comprendere il corpo
- 4. Scheda tecnica/“Il mio corpo e il corpo che vorrei”
- 5. “Sono dov’è il mio corpo”
- 6. Scheda tecnica/“Dicono di me…”
- 7. L’intervento corporeo nella relazione d’aiuto: il counseling biosistemico
- SECONDA PARTE
- 8. Il corpo tra limiti e possibilità. Il corpo che può e il corpo che non può. Il corpo che non sa fare, il corpo che sa fare, il corpo che sa fare se ci sono le condizioni giuste
- 9. Scheda tecnica/“I limoni”
- 10. “Ma io il corpo lo uso?”
- 12. Il corpo: limiti e accettazione
- 13. Scheda tecnica/“Lo specchio”
- 14. Corpi che cambiano forma
- TERZA PARTE
- 15. Il corpo e i piaceri. Il corpo che desidera e sogna. Il corpo che fa e agisce, il corpo che riceve e accoglie
- 16. Scheda tecnica/“L’asciugamano”
- 17. L’esperienza di una volontaria (Pagina attuale)
- 18. Scheda tecnica/“Massaggi Trager”
- 19. Trasferire sensazioni: il metodo Trager
- 20. Scheda tecnica/“Il Reiki”
- 21. Essere canali dell’energia vitale
- 22. La voce dei partecipanti
- 23. Bibliografia di riferimento