Laura Russo è una delle responsabili della collana “leggimi!” della casa editrice Sinnos, nata nel 1990 come cooperativa, nel carcere di Rebibbia. Dai servizi di prestampa per case editrici amiche ai primi libri il passo è stato breve. Così Sinnos ha iniziato presto a parlare di diritti e di intercultura, in un periodo in cui dedicarsi a questi temi sembrava ancora un’attività originale e stravagante.
Intercultura, tante lingue diverse, diritti, educazione al rispetto dell’altro e dell’ambiente che ci circonda, attenzione ai fenomeni dell’emarginazione, coloratissimi albi illustrati, romanzi, storie, racconti, saggi. Sono queste le parole chiave che caratterizzano le scelte editoriali, rivolte soprattutto ai bambini e ai ragazzi, ma con alcuni segni dedicati agli adulti e ai “giovani adulti” perché non perdano l’abitudine di pensare e di osservare criticamente il mondo.

 

Il 18 ottobre scorso è stata finalmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge n. 170 che riconosce la dislessia e altri disturbi specifici dell’apprendimento e definisce le tappe del percorso diagnostico-formativo di studenti con DSA attraverso l’utilizzo di strumenti dispensativi e compensativi. Si tratta di un primo passo in avanti verso un giusto riconoscimento di un problema che in passato è stato sostanzialmente sottovalutato.

Solo di recente nel nostro paese si è cominciato a riflettere con maggiore attenzione sulla dislessia, il disturbo dell’apprendimento con maggiore incidenza (circa il 5-7%) nella popolazione scolastica. La percentuale registrata tuttavia non descrive interamente il fenomeno poiché non tutti i casi di dislessia vengono riconosciuti e diagnosticati e non hanno quindi rilevanza statistica.

Alla scarsa sensibilità istituzionale nei confronti del problema corrispondeva fino a qualche anno fa anche un vuoto in campo editoriale. Se è vero infatti che in Italia esistevano già tutta una serie di supporti didattici e terapeutici per ragazzi con difficoltà di lettura, non erano ancora stati creati libri di narrativa dedicati loro.

Ecco perché le case editrici Sinnos e biancoenero hanno deciso di creare “leggimi!”, la prima collana di narrativa in Italia per ragazzi con difficoltà di lettura.

Sono solo ragazzi dislessici ad avere difficoltà di lettura? Quali categorie di lettori possono trarre vantaggio da libri più facili da leggere?
Ad avere difficoltà di lettura non sono solo i ragazzi con un DSA ma anche quelli con difficoltà di tipo sensoriale come per esempio i bambini ipoacusici o quelli con difficoltà cognitive. Insieme a loro possono trovarsi a disagio con le pagine di un libro anche tutti quei ragazzi non di madre lingua italiana sempre più numerosi nel nostro paese. A questi infine dobbiamo aggiungere tutti quelli che, pur non avendo difficoltà riconosciute, vengono semplicemente definiti “lettori pigri”, tutti quei ragazzi cioè che smettono di leggere, o semplicemente non hanno l’abitudine a farlo, perché per loro la lettura non è un’esperienza gratificante. Accade infatti abbastanza di frequente che potenziali giovani lettori non sviluppino interesse per i libri in giovane età e rimangano poi sostanzialmente alieni alla lettura anche da adulti.
Solo per inciso, vogliamo qui velocemente ricordare l’allarme lanciato già da tempo anche da Tullio De Mauro relativamente a sacche sempre più vaste di popolazione a rischio di analfabetismo: cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura.

Parlaci della collana “leggimi!”

Proprio avendo presente questo rischio di analfabetismo di ritorno abbiamo affrontato la sfida della nuova collana “leggimi!”.

Partendo dal confronto con le esperienze editoriali di altri paesi, abbiamo iniziato a elaborare il nostro progetto, avvalendoci anche della preziosa collaborazione di esperti del settore. Sandra Beronesi, logopedista che si occupa di educazione delle sordità, Lucia Diomede, terapista della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva presso il dipartimento di Scienze Neurologiche dell’ Università la Sapienza, Roberta Penge, neuropsichiatra infantile presso lo stesso dipartimento, impegnata a lungo anche come presidente dell’AID (Associazione Italiana Dislessia) e Andrea Villarini, professore associato di Didattica delle Lingue Straniere presso l’Università per Stranieri di Siena.

Cardine della nostra progettazione è stata una riflessione apparentemente scontata che è poi diventata fulcro della collana: chi si appassiona a una storia, legge più speditamente e facilmente perché vuole sapere come va a finire! E se questo è vero per tutti, lo è anche per chi ha difficoltà di lettura.

Di solito ai bambini e ai ragazzi che fanno fatica a leggere vengono proposti libri destinati a una fascia d’età inferiore, con il risultato di annoiarli e farli sentire a disagio, perché sia le storie che l’aspetto del libro non sono adeguati alla loro età.

Abbiamo quindi pensato che il nostro primo impegno dovesse essere una collana che proponesse racconti “giusti” per la fascia d’età a cui ci rivolgevamo (9-11 anni), con storie appassionanti e divertenti, presentate però con quegli accorgimenti (sintattici e tipografici) che potessero facilitarne la lettura.

Non avevamo esempi italiani da seguire quindi la prima fase del lavoro è stata prevalentemente progettuale e ideativa.

Successivamente siamo passate a una fase di verifica sul campo. I “prototipi” sono stati fatti leggere a bambini con difficoltà di lettura e ogni suggerimento o osservazione fornita dai ragazzi è stata accolta e utilizzata per apportare modifiche e aggiustare così il tiro.

Grazie al lavoro con le nostre consulenti e alla indispensabile partecipazione di molti giovani lettori abbiamo messo a fuoco le linee guida della nostra collana, nonché individuato tutti quegli accorgimenti che consentono al lettore di superare quelle che – per chi ha difficoltà di lettura – sono delle vere e proprie barriere tipografiche. Il nostro obiettivo era rallentare la pagina per velocizzare la lettura.

Abbiamo quindi scelto di proporre testi semplificati dal punto di vista sintattico, che non vuol dire utilizzare una lingua povera, ma solo pianificare una struttura sintattica più semplice e graduare l’introduzione delle parole meno ricorrenti nella lingua e conosciute. Si è stabilito di privilegiare una progressione sequenziale degli eventi e di suddividere la narrazione in capitoli brevi arricchiti da chiare e frequenti immagini che alleggerissero il corpo del testo e ne facilitassero la comprensione.

L’innovazione più massiccia è comunque avvenuta sicuramente nell’ambito del layout.

La sfida che avevamo di fronte era quella di creare libri non dissimili dagli altri libri in commercio per la stessa fascia d’età allo scopo di non discriminare i giovani lettori e non farli sentire a disagio. Non creare cioè quell’effetto che in inglese viene definito “patronizing” e far sentire il lettore diverso perché deve confrontarsi con libri “speciali” creati per diversi.

Pensiamo di esserci riusciti: aprendo una pagina qualunque di uno dei libri di “leggimi!” apparentemente non vi sono differenze palesi rispetto a una pagina di un qualunque altro libro analogo. Ma dietro di essa c’è molto lavoro!

 

Quali sono le caratteristiche tecniche di questi libri?

Tre sono gli aspetti principali che distinguono le pagine dei nostri libri.

Un nuovo font (leggimi.oft) è stato appositamente studiato per ridurre al minimo gli effetti di confusione che derivano dalla lettura di alcune lettere, come le speculari d-b, p-q, e quelle che si assomigliano per forma e andamento delle linee – come la a, la o e la e – che sono state differenziate al massimo lavorando sulle grazie e sull’orientamento degli ovali. Si è lavorato anche sulla spaziatura fra i caratteri (pari quasi alla loro larghezza) e tra le linee di testo (interlinea doppia).

Le tradizionali procedure di impaginazione e sillabazione sono state eliminate: il testo non è giustificato a destra ma la frase segue con l’andata a capo il ritmo del racconto; le parole poi non vengono mai spezzate per non interrompere il flusso naturale della lettura.

Infine la carta. I testi della collana sono stampati su carta color avorio e opaca che non stanca la vista ed è sufficientemente pesante per evitare effetti di trasparenza della stampa.

Queste le caratteristiche tecniche della collana, il resto lo hanno fatto l’entusiasmo delle persone che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto e tutti i giovani lettori che ci hanno aiutato a metterlo a punto.

È stato subito chiaro per tutte noi che “leggimi!” è andata a colmare una lacuna reale.

I riscontri sono stati numerosissimi e immediati.

Genitori, insegnanti, ma soprattutto giovani lettori ci scrivono interessati; la più importante associazione che si occupa di dislessia sul territorio italiano, l’AID, ha accolto con favore la pubblicazione dei nostri libri.

Tutto questo è molto incoraggiante e gratificante e ci è di massimo aiuto nel nostro lavoro perché ci consente, di volta in volta di recepire commenti e osservazioni utilissime per offrire libri sempre migliori.

Infine un ultimo riscontro ricevuto dalle terapeute che usano i nostri libri: sono sempre di più i lettori di “leggimi!” che non concentrano la loro attenzione – come di solito avviene – sulle difficoltà che hanno incontrato nella lettura, ma entrano nel merito del racconto, si appassionano alla storia e vogliono arrivare fino alla fine.

E questo è senza dubbio il riscontro più gratificante che speravamo di ottenere: restituire a tanti bambini, finora esclusi o lontani dalle pagine di un libro, il piacere della lettura.

 

Per saperne di più: www.sinnoseditrice.org

Continua a leggere:
Categorie: Monografia