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Il certificato di Icaro – Superabile

Volare è sempre stata un’ambizione dell’uomo: librarsi liberi sopra le nuvole, vedere che oltre i cirri c’è il sole che taglia l’orizzonte ( domanda: ma il sole taglia davvero l’orizzonte? O è l’orizzonte che taglia il sole?), guardare dall’alto città, paesi, fiumi, montagne, laghi…immaginare che nelle case ci siano persone piccolissime che cucinano, dormono, studiano, ridono… andare ad una velocità superiore a quella dell’uomo dà un senso quasi di onnipotenza. Ogni volta che volo mi viene in mente il mito di Icaro, e capisco perfettamente perchè abbia speso tutte le sue energie per provare questa sensazione straordinaria, fantastica e meravigliosa e dico: caspita, meno male che io non ho bisogno di ali di cera! Ma chissà se a Icaro avevano a suo tempo chiesto dei certificati di volo. Questa domanda me la faccio tutte le volte che devo prendere un aereo ( vale a dire almeno una decina di volte all’anno) per andare da un capo all’altro dell’Italia e dell’Europa. Mi spiego meglio. Ogni volta che devo volare, mi devo prima recare dal dottore per farmi rilasciare ben due certificati da presentare all’aeroporto: il primo che dichiari che tipo di patologia ho, il secondo che dica che quest’ultima mi permette di volare. Ma il bello è che chi mi accompagna non deve presentare alcun tipo di certificato. Curioso, no? Non è una forma di discriminazione? Ovviamente le compagnie aeree affermano che tutto questo è dovuto a motivi di sicurezza e di responsabilità nei miei confronti. Certo, sarà anche per questo, ma a mio parere la cosa nasconde tanti micro-pregiudizi e tante mini-false immagini che persistono sulla disabilità. Il concetto di disabilità è equiparato a quello di malattia: quindi chi è disabile è malato? Allora, per la proprietà transitiva, chi è malato è disabile? Questo concetto è discriminatorio. Solo perché una carrozzina è visibile scatta il bisogno di essere rassicurati tramite dei certificati medici. E se il mio accompagnatore fosse un cardiopatico? Lui può sedersi tranquillamente sulla poltrona e godersi quel che il buon Icaro ha potuto provare solo per pochi istanti, senza dover dimostrare di non avere nessuna patologia alle belle ragazze del check-in. Un disabile, invece, deve sempre (ogni volta) dimostrare di essere sano. Ma non sarebbe sufficiente avere una tessera, una volta per tutte? La disabilità non è una malattia ma un deficit che è oggettivo, ovviamente alcuni tipi di deficit sono causati da malattie, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Vorrei che voi lettori mi raccontaste come fate a volare, quali difficoltà oltre alla forza di gravità incontrate,cosa mangiate sull’aereo, se scegliete tra menu di carne o di pesce, se, come me, avete mai fatto delle avances ad una hostess, se avete dovuto presentare dei certificati a causa del vostro aspetto (per esempio se portate gli occhiali)…
Condividete con me i vostri personali piaceri del volo!
Buon decollo a tutti
Claudio Imprudente claudio@accaparlante.it
 




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