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Le Olimpiadi dei giornalisti, Superabile, Settembre 2012

In questi mesi ho scritto spesso, anche su questa rubrica, di piccoli e grandi eroi del mondo dello sport. L’ho fatto perché affascinato dalle spettacolari e coinvolgenti manifestazioni sportive di quest’estate.
Dopo aver visto l’inaugurazione dei giochi paralimpici di Londra, ho riflettuto di nuovo (come capita ogni quattro anni…) su come questo sia indubbiamente l’evento mediatico più importante a livello mondiale, una vetrina enorme, non mi stancherò mai di ripeterlo, di spunti e riflessioni. Proprio come i giochi Olimpici dei normodotati. Due momenti in cui un pubblico veramente ampio può partecipare delle risorse e dei limiti che ogni individuo possiede, normodotato, disabile, con delle gambe o con degli arti di carbonio…Le telecronache dell’accoppiata Lorenzo RoataClaudio Arrigoni, piene di passione, competenza e professionalità, hanno contribuito a rendere ancora più emozionanti la cerimonia di apertura e le competizioni agonistiche.
Certo qualche piccolo neo che l’articolo del mio amico Franco Bomprezzi ha anticipato…. Perché la nostra cara tv di Stato, si chiede, “mamma” Rai, non ha avuto il coraggio di trasmettere in diretta un evento planetario così raro e originale su una delle tre reti ammiraglie?
Tra le tante risposte possibili, ne è arrivata una che ha scatenato un vero e proprio putiferio…Mi riferisco ovviamente alle dichiarazioni di Paolo Villaggio, che ha puntato il dito contro le ipocrisie sottese alla grande “messa in mostra” delle Paralimpiadi, denunciandone i rischi del pietismo, della spettacolarizzazione e via dicendo…Al di là di certe frasi veramente infelici come: “Fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali”, l’ex Ragioner Ugo centra un nodo fondamentale. Il confine tra sport e rivalsa è molto sottile e, a mio parere, Villaggio va a inciampare proprio lì, dando voce, del resto, a un pregiudizio diffuso: un disabile deve combattere, con sofferenza, per superare la propria sfiga, il suo è un atto glorioso di cui rendere partecipe l’intera comunità. Benissimo, ma andiamo oltre. Uno come Alvise De Vidi o Alex Zanardi, secondo voi, è uno sventurato che ce la può ancora fare o un atleta a tutti gli effetti?
Concordo con Lorenzo Roata, quando afferma nella manifestazione di chiusura che per noi giornalisti queste Olimpiadi sono state una palestra di formazione, dalla quale non potremo più tornare indietro. Così, mentre anche le Paralimpiadi giungono al termine, il dibattito sui linguaggi rimane aperto…
Ecco perché io mi sto già allenando per Rio e non vedo l’ora di partire…Secondo voi in che disciplina andrò a gareggiare?
Scrivete a claudio@accaparlante.it o sulla mia pagina facebook.

Claudio Imprudente

 

 

 

 




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