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Con la sangria si trova la password – Superabile

Tempo fa avevo parlato di pesche, noci, seduzione…e avevo invitato i lettori a scrivermi per dirmi che tipo di frutto si sentivano. Mai avrei immaginato di essere investito da una tale valanga di mail! Che ricca macedonia ho potuto fare! Ho aggiunto un po’ di vinello e ho fatto un’ottima sangria che vorrei condividere con voi. Una mail mi ha colpito in particolare, di una neo-mamma che vuole rimanere anonima, e che dunque chiamerò M. Lei dice di sentirsi per lo più “una fragolina di bosco, che è lì, nascosta nel sottobosco, tra le foglie, piccolina, quasi non vuole essere trovata, ma chi la trova e poi la assaggia sente che è molto dolce e succosa, da gustare pian piano e ti lascia a lungo il suo sapore delicato sul palato.” E inoltre aggiunge con molto acume “sono d’accordo quando lei dice che la seduzione "è una vera e propria abilità, […] riconoscimento e valorizzazione dei nostri punti di forza, anche se sono -diversi-.O forse proprio perchè tali". In questo credo che noi, anzi io in prima persona ho moltissimo da imparare, soprattutto dai diversabili, che in tante cose sono meglio di noi "abili" (ma poi abili….di che?? che abbiamo molte carenze e insicurezze e spesso ci lamentiamo quando non ce n’è bisogno..). Ci sono ad esempio i politici o certi cantanti che della seduzione hanno fatto uno stile di vita…altrimenti come potrebbero attirare molte folle…ma forse è una seduzione un pò contorta, che valorizza sì i punti di forza, ma forse non fa vedere come si è in realtà”. E ancora: “Credo che per imparare a sedurre dobbiamo sforzarci di volerci bene e di valorizzarci di più, così possiamo spostarci verso gli altri ed entrare in sintonia.”
Per me il segreto è valorizzare le persone con le loro potenzialità e così entrare con loro in sintonia, ma come si fa a fare questo? Credo che ci sia un piccolo problema: ognuno di noi ha una sorta di password che permette di accedere alla relazione. Un bravo educatore, o insegnante, o genitore è colui che sa trovare in minor tempo la giusta password. D’altra parte anche noi non dobbiamo mettere delle password troppo complicate e impossibili da ricostruire. Per esempio, la mia password è semplicemente il mio nome! Così, a meno che non mi venga l’Alzheimer,sono sicuro di non dimenticarmela. Cioè il metodo che ho seguito per la scelta della password è stato quello di farla coincidere con la mia identità. Questo facilitare le relazioni aiuta ad essere più seduttivi. E voi, che metodo avete usato per decidere la vostra password? Ve la ricordate con facilità, o è ogni volta un problema? Se mi volete raccontare la storia della nascita della vostra password, cliccate su claudio@accaparlante.it…e fatevi cliccare! E che dire…buona password a tutti!
Claudio Imprudente
 

 




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